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CASORIA. Fumate nere nelle ultime riunioni della Coalizione civica. Ecco la verità

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CASORIA – Non si riesce a trovare la quadra all’interno della Coalizione civica formata da sei liste, tra cui anche quella di Campania Libera, rappresentata sul territorio dal vicepresidente del Consiglio regionale Tommaso Casillo.

Il motivo per cui non si è riusciti ancora a trovare un nome che possa rappresentare l’intera coalizione è perché stavolta non è il solo vicepresidente a decidere, ma come sempre, non mancano i colpi di coda e le strategie. Tante liste, tante idee, a volte non omogenee. Forse ognuna con un nome diverso nella mente.

Prima di arrivare alla prima, vera riunione che potesse decidere le sorti del candidato sindaco della coalizione civica, si sono fatti vari incontri unilaterali tra gli stessi gruppi che formano la coalizione dove ognuno ha potuto scorgere le intenzioni dell’altro e queste riunioni preliminari, in realtà, non sono stato altro che un metodo per cominciare ad eliminare dal tavolo qualche nome piuttosto che proporlo.

In politica si sa, nulla sarà come sembra e i nomi avallati finora, molto probabilmente saranno i primi ad essere scartati. Ma veniamo ai fatti. Nella prima riunione di martedì scorso, si è parlato del più e del meno ma nessuno ha cominciato a sbottonarsi, sembrava quasi essere in un film western dove ognuno lancia uno sguardo all’avversario e uno sguardo alla fondina.

Si è dovuto aspettare il giorno dopo per cominciare a fare qualche nome e i primi usciti sono quello del dirigente scolastico Giovanni De Rosa avallato dal gruppo “I Riformisti” di Sossio Salma, mentre “Obettivo Casoria” di Salvatore Graziuso ha posto sul tavolo il nome di Giuliana Capasso, avvocato sorella di Antonio Capasso, responsabile dell’ufficio legale di “Casoria Ambiente”. Quest’ultima figura molto vicina a Pasquale Fuccio, sempre in prima fila durante gli eventi organizzati dall’ex sindaco e che ultimamente, da indiscrezioni raccolte, pare si sia seduta a più tavoli.

Lo strano caso però non è tanto il nome di Giuliana Capasso, ma quello di Luisa Marro posto già alla prima riunione da “Casoria Libera” (lista di riferimento di Campania Libera di Tommaso Casillo). Infatti il nome di Luisa Marro è stato fatto nonostante la consapevolezza che l’ex consigliera non era ben vista da un elemento in particolare all’interno dello stesso gruppo, equivale a dire Pasquale Tignola più altri tre elementi all’interno della coalizione stessa.

Il fatto che Tommaso Casillo abbia voluto calare, per forza, il nome della Marro sul tavolo, lascia pensare che molto probabilmente voglia dimostrare alla stessa ex consigliera che in realtà sono gli altri non averla scelta e non lui a non proporla. Ma appunto, come dicevamo prima, in politica, non sempre quello che si vede è la verità, oppure non sempre quello che appare scontato, alla fine sia la verità.

In realtà nessuno dei gruppi a queste due riunioni si è voluto sbilanciare sulle reali volontà. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che la Coalizione civica stesse aspettando, nei prossimi giorni, quali siano le reali mosse del PD, visto che sono uscite fuori le indiscrezioni di un distacco della Consigliera Ciaramella nell’appoggiare Pasquale Fuccio come candidato sindaco. A quanto pare, per l’ex sindaco, più passano i giorni più si svuota il consenso nei suoi confronti, al punto tale che anche alcuni suoi sostenitori cominciano a guardarsi intorno.

Quindi prima di sferrare il colpo del proprio candidato sindaco, il tavolo riunito intorno alla figura del vicepresidente del Consiglio Regionale vuole vedere chiara la formazione della propria coalizione ma i giorni che rimangono sono pochi e molto probabilmente nelle prossime ore può darsi che si riesca a conoscere anche il nome dell’ultimo candidato sindaco.

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Casoria, l’ex Acciaieria del Sud inondata di rifiuti per decenni: si procederà al monitoraggio della falda acquifera per i prossimi due anni

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L’ex Acciaieria del Sud è un fabbrica ancora attiva e ben visibile anche dalla stazione di Casoria. Una realtà storica del nostro territorio, sul territorio di Casoria, ma ai confini con Afragola.

Dopo oltre 40 anni di silenzio, ho riportato alla luce una storia che in tanti a Casoria avevano dimenticato, lasciando per decenni una montagna di rifiuti a cielo scoperto.

Vi racconto dalle pagine di questo giornale una questione avviata il 29 Aprile 2021 dal sottoscritto in qualità di Consigliere Comunale, che con protocollo n. 4411 scrivevo al comandante della Polizia Municipale per richiedere una immediata verifica dell’area posta sul retro della ex IMI SUD di via Diaz a Casoria ai confini con Afragola. Una fabbrica attiva e ben visibile anche dalla stazione di Casoria. Sul retro della fabbrica, soprattutto dal lato di via Mameli e via Pennasilico è ben visibile la presenza di scarti ed inerti in grande quantità, basterebbe verificare anche da Google Earth. La risposta che ho avuto dalla polizia municipale recitava “NON si riscontravano rifiuti stoccati e ne di altro genere”. Ovviamente la situazione, ben visibile a tutti coloro che decidono semplicemente di VEDERE, è ben diversa.

Mi chiesi non sarebbe il caso di prevedere una caratterizzazione di queste montagne di inerti presenti sul retro della struttura?

Non sarebbe il caso di verificare la proprietà delle aree e prevedere un ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi?

Possibile che in tanti anni nessuno abbia visto?

Possibile che anche dopo una nostra segnalazione nessuno abbia voluto vedere?

Ho provveduto poi a convocare una seduta della IV Commissione consiliare della quale ero Presidente, per il grave rischio salute, ho convocato in commissione il Comandante della Polizia Municipale, che dopo una delle mie pec, si era attivato a reperire la documentazione e ad un nuovo sopralluogo.

È emersa una storia davvero assurda, che troppi avevano voluto dimenticare a Casoria.

È emersa un ordinanza (n.38 del 13 febbraio 2001) dell’allora Sindaco De Rosa Giosuè (l’unico ad essersi attivato nel 2001, poi andato via non continuarono la sua azione), l’ordinanza intimava la rimozione di rifiuti, mai avvenuta.

Ma cosa ancora più grave è emersa una relazione del 2002 del Ministero dell’Ambiente e dei Noe dei Carabinieri, che parlano di ben 70.000 mq di rifiuti pericolosi per la salute dei nostri concittadini.

Non vogliamo in questa sede entrare nello specifico, nelle responsabilità, nelle omissioni ecc, ma ci interessava che immediatamente siano rimossi i rifiuti.

La relazione del Ministero dell’Ambiente, vecchia di oltre 20 anni poneva interrogativi e preoccupazioni notevoli.

Purtroppo fui costretto lo scorso anno, per dare seguito all’avvio della caratterizzazione dei rifiuti e alla conseguente rimozione, a presentare regolare denuncia, visti i tempi biblici e l’evidente rischio alla Salute.

Come sempre abbiamo fatto chiarezza fino alla fine su questa situazione, nell’interesse dell’ambiente della nostra città e della salute dei nostri concittadini.

A chi certamente vorrà strumentalizzare questo mio articolo contro l’Amministrazione della quale faccio parte, faccio notare che sempre, anche in questo caso, quando sono in gioco gli interessi dell’ambiente e della salute, non riconosco maggioranze ed opposizioni.

Sono certo che su questa situazione accenderemo i riflettori in modo da risolvere definitivamente il problema, ma allo stesso tempo resto sconcertato che se non eravamo intervenuti noi, in oltre 40 anni nessuno aveva risolto questa questione, estremamente dannosa per la salute dei nostri concittadini.

A seguito della mia denuncia si è attivato anche una conferenza dei servizi in Regione Campania, con Città Metropolitana, Comune, i proprietari, Arpac, Asl, ente idrico campano ed altri soggetti pubblici coinvolti.

Sono stato alle due sedute della Conferenza dei Servizi per l’approvazione della MISO (misure di prevenzione per la falda acquifera) e della Analisi di Rischio sito specifica dell’area posta nel complesso industriale di Casoria (NA) Via Diaz, 102 IMI SUD – IMMOBILGEST

Si sono tenuti in questi mesi le analisi della falda acquifera sotto l’area da bonificare e si è ora deciso di procedere per i prossimi due anni con l’Arpac ad un monitoraggio della falda acquifera e la predisposizione di un progetto operativo di BONIFICA dell’area di 42.000 mq. Su cui insistono i rifiuti.

Una VITTORIA in cui pochi credevano, e soprattutto in pochi ci hanno sostenuto!

La nostra caparbietà e determinazione ci ha portato a questo, ma è solo l’inizio.

Andiamo avanti con AZIONI CONCRETE ed ora seguirò direttamente la questione bonifica ALENIA e poi chiederemo approfondimenti su tutte le altre aree dismesse di Casoria, a partire dalla RESIA.


– Salvatore Iavarone, Consigliere Comunale di Casoria –

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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