Manca poco più di un anno per le elezioni amministrative. La consiliatura guidata da Luigi Sarnataro si avvia alla sua naturale scadenza. In un clima di veleni e di polemiche infinite interne alla maggioranza. Non è un mistero. Una parte della coalizione di governo non vuole la ricandidatura del giovane sindaco mugnanese. Pane al pane, vino al vino. Le parole del Presidente del civico consesso, Pierluigi Schiattarella, di qualche settimana fa ne confermano la sostanza. E lanciano l’allarme. O Sarnataro ripristina gli equilibri della sua amministrazione (soprattutto in prossimità di una scadenza elettorale così importante), oppure rischia la figuraccia senza precedenti. Il terremoto dietro l’angolo. La tempesta dopo la quiete.
La sfiducia ad un anno dalle Amministrative sancirebbe la fine politica del sindaco Pd. Oppure la “madre” delle trappole è dietro l’angolo. La maggioranza non ha provveduto ad approvare il bilancio entro i termini stabiliti. In questo caso la coalizione di governo, dopo aver ricevuto la diffida dalla Prefettura, dispone di 20 giorni di tempo per convocare il consiglio comunale ed approvare il bilancio mancato. E qui casca l’asino. Sul piano politico è il provvedimento più importante dell’anno. Molto importante per la politica per “tastare” i numeri. In questo caso il bilancio rappresenta, rispetto al clima infuocato registrato in maggioranza ormai da troppo tempo, il vero scoglio di Sarnataro. O si approva, o si va a casa. Finita qui? Nemmeno per sogno. Durante l’ultimo congresso regionale del Pd, Sarnataro ha sostenuto la candidatura dell’ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro (sostenuto anche da De Mita), esponente di rilievo del partito nel Beneventano. E fin qui nulla di male. All’indomani delle primarie campane, il neo segretario, nonché sindaco di Poggiormarino fedelissimo di De Luca, Leo Annunziata ha ufficializzato i nomi della direzione regionale.
E spulciando fra i vari profili dei dirigenti democrat, spunta un nome su tutti. Luigi Sarnataro. Proprio così. Il giovane sindaco di Mugnano diventa a tutti gli effetti un dirigente regionale del partito. Una “promozione” degna di nota, si penserebbe. Non basta. Almeno per fare chiarezza. La cittadinanza vuole conoscere la verità. Sarnataro è candidato a sindaco o al consiglio regionale? Entrambe le porte sono aperte. Il primo cittadino non l’ha mai nascosto. Alla famosa puntata di Simposio alla quale partecipò lo disse fra le righe. Nessuna conferma e nessuna smentita. A dimostrazione che il ragionamento è in atto. Altro paio di maniche resta il dato politico. Pure i bambini sanno che alle prossime elezioni regionali Mugnano esprimerà 2 candidati. Il consigliere uscente dem Giovanni Chianese, molto critico nei confronti di Sarnataro negli ultimi anni, e l’ex sindaco ed ex Presidente di Soresa, Giovanni Porcelli. Con Sarnataro ne sarebbero addirittura 3. Tanti. Troppi. Con questo metodo non solo si rischia di polverizzare la forza del Pd nell’area ma addirittura di non eleggere nessun rappresentante della città in consiglio regionale. In parole povere, e qui torniamo ai fatti mugnanesi, il bilancio rappresenta la voce dell’unità, la volontà politica del centrosinistra di chiudere coi rancori e coi personalismi e presentarsi unito dinanzi agli elettori. A Mugnano e alla Regione. Ci pensino i dissidenti. Ci pensi Sarnataro. Ci pensi la comunità. Ci pensi il Pd. Oltre i risultati. Oltre le critiche (e le faide). Tutto è appeso ad un filo invisibile. Ai posteri l’ardua sentenza.