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MARANO. L’andamento lento dei giovani consiglieri comunali

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di Mauro Di Maro

Marano: è opinione diffusa quella secondo la quale in politica ci sia bisogno di un radicale svecchiamento.
In città, in occasione delle ultime elezioni, abbiamo assistito ad un notevole ricambio generazionale.
Ad eccezione, infatti, di pochi consiglieri di grande esperienza, il Civico Consesso vede la presenza di tanti neofiti e under 35. Purtroppo, però, essere giovani spesso non significa essere più bravi o più preparati.
Sarà per l’emozione, sarà per l’inesperienza, ma durante le prime tre sedute del Consiglio Comunale dell’ era Visconti i giovani neo-eletti non sono riusciti a lasciare traccia della loro presenza.
Anche per questo motivo le discussioni in aula sono spesso portate avanti dai senior della politica maranese che dimostrano maggiori attitudini e dimestichezza con la gestione politica della città e con le dinamiche che ne derivano dominando la scena al cospetto dei neofiti consiglieri.
Esemplificativo di questa situazione è stato sicuramente l’ ultimo Consiglio Comunale durante il quale è venuto a mancare il confronto politico fra le parti dal momento che ai contenuti politici esplicitati dai decani dell’assise non è pervenuta alcuna risposta all’altezza della situazione da parte dei più giovani, i quali troppo spesso preferivano il proprio smartphone all’ascolto e al dibattito in aula.
E’ dunque vero che la politica ha perso di interesse e ha fatto allontanare i cittadini, ma siamo sicuri che la soluzione sia l’esercito di giovani che invade le liste elettorali senza una minima esperienza e conoscenza?
Riteniamo che la politica sia ancora una cosa seria e, in quanto tale, non può ridursi a diventare un semplice passaggio elettorale ma che invece deve imparare a ritornare sui temi quotidiani che attanagliano la città di Marano e più in generale la nazione intera.
Quando qualcuno riuscirà a portare a termine questo lavoro potrà ritenersi sulla strada giusta per poter diventare un buon politico.

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Attualità

A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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