Innanzitutto c’è il pericolo che i migranti, non aventi più diritto a rimanere, tornino per strada.
Infatti, secondo il decreto Salvini, il tempo di permanenza dopo la cessazione dei diritti a rimanere, passa da 90 a 180 giorni.
Il primo Cara su cui si sta abbattendo la scure del decreto Salvini è quello di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma.
Nei Cara fino ad oggi sono stati sistemati coloro che erano in attesa del riconoscimento del diritto d’asilo.
Così negli anni all’interno di queste strutture si sono venuti a trovare centinaia di migranti.
Come detto, la prima struttura evacuata sarà il Cara di Castelnuovo, che conta al suo interno circa 500 migranti.
Da martedì è in atto lo sgombero del centro: in 200 dovrebbero essere collocati in altre strutture del Lazio, altri piccoli gruppi sono in partenza alla volta di Molise, Puglia ed altre regioni.
Coloro, invece, che hanno i requisiti per ricevere la protezione internazionale dovrebbero essere smistati negli ex Spar, ossia le strutture gestite dai comuni che si occupano di integrazione dei soggetti ospiti che, sempre in base al decreto Salvini, perlopiù dovrebbero essere minori non accompagnati.
Terminata l’evacuazione, il Cara sarà chiuso.
Il secondo Cara sarà molto probabilmente quello di Mineo, il più grande d’Italia e tra i più grandi d’Europa, costruito nel Calatino, che, nei periodi di maggiore emergenza, arriva ad ospitare circa 4mila migranti.