Domenica 30 dicembre ore 11,30 presso il Centro Polifunzionale (PalaCasoria), l’ex sindaco di Casoria Pasquale Fuccio propone una conferenza stampa allargata ai cittadini, accade il contrario. Dalla saletta dove era stata programmata la riunione, si passa agli spalti della piscina per consentire ai cittadini di assistere a quello che è stato un monologo, un comizio, certo non una conferenza stampa. Il microfono tra le mani dell’ex sindaco si è trasformato in uno strumento per proporre una filippica e Fuccio ha spaziato dalla vittoria del tre luglio del 2016 agli ultimi giorni quelli della fine della sua esperienza da primo cittadino. Almeno un’oretta è servita a Fuccio per raccontare in modo minuzioso, accompagnato da cinque o sei foglietti appuntati, ogni singola delibera o determina prodotta durante il suo mandato.
Dopo le cose fatte Fuccio ha esposte le cose da fare e anche lì si è soffermato su alcuni interventi sul territorio, videosorveglianza, parcheggi e aree da destinare a verde pubblico. Lo ha fatto Fuccio sempre decantano le lodi della sua giovane età, della sua giovane giunta, della sua giovane maggioranza, dei giovani assunti nell’ente con merito e non per clientela, si è rivolto sempre con enfasi al giovane pubblico.
Erano presenti sugli spalti assessori e consiglieri comunale a suo sostegno. L’autorevole presenza di esponenti dei comuni limitrofi del PD, la consigliera regionale Antonella Ciaramella, il sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo e qualche consigliere della vicina Afragola, l’ex sindaco Domenico Tuccillo e Gennaro Giustino, anche per loro qualche fievole applauso. I due più autorevoli esponenti e consiglieri personali dell’ex sindaco Fuccio, Tommaso Girasole e Nicola Laezza a qualche metro di distanza dell’ex primo cittadino.
Le facce dei due non erano certo quelle dei tempi migliori e non è solo una questione anagrafica. I due esponenti del PD vicini ai consiglieri regionali Lello Topo e Mario Casillo erano scuri in volto, sconfortati, al di la degli applausi di rito, delle parole d’affetto, dei baci e degli abbracci. Il sindaco a più riprese ha ringraziato gli esponenti del PD, il suo partito, dai livelli locali a quelli nazionali. Dopo un’oretta buona passata a spaziare a destra e a manca tra le cose fatte e non fatte, condite sempre di parole pungenti dette e non dette, l’ex sindaco è passato all’argomento vero “i motivi della sfiducia da parte di un terzo della sua maggioranza in consiglio comunale”. Ha iniziato l’ex primo cittadino di Casoria col dire ” io non essere arrabbiato o incazzato, ma amareggiato, deluso dal comportamento dei cinque consiglierei firmatari”.
Anche in questa parte del suo intervento a Fuccio non sono mancati momenti di autentica passione quando nell’esporre alcune considerazioni su come è maturata la nomina del dott. Gerardo Giardino alla guida di Casoriambiente, ha alluso ad eventuali pressioni politiche ricevute per nominare qualcuno gradito ad altri, nascondendo però il nome sia del candidato alla partecipata, sia di chi lo ha consigliato. Misteri della politica che poco hanno a che vedere con la realtà, la nomina è sindacale e la decisione, probabilmente, insieme a precedenti atteggiamenti ha determinato la decisione di firmare dal notaio le dimissioni da parte dei cinque consiglieri di maggioranza. Novecentoventi giorni di lotte e anche di sacrifici, spesso lavorando diciassette ore al giorno, si sarà ispirato al ministro delle infrastrutture Toninelli Fuccio anche nel sacrificare tempo alla famiglia e qui gli riconosciamo l’autenticità delle parole espresse. L’interruzione forzata della sua esperienza da sindaco e il modo in cui è maturata ha ispirato Fuccio a raccontare l’aneddoto di un amico, sempre anonimo, che gli ha chiesto “non mollare”.
Fuccio ha deciso di non mollare, lo ha fatto aspettando l’applauso e ha rilanciato, continua la rivoluzione che adesso si arricchisce del sogno. Messa da parte la mimetica, indossato il pigiama, Pasquale Fuccio, sostenuto dal suo PD, con tutta probabilità riproporrà una sua candidatura a sindaco. Alla fine, la conclusione del discorso, anzi del comizio, per la stampa presente nessuna possibilità di fare domande e non pochi erano i rappresentanti di carta stampata e web . Eppure questa città del sole, di Campanelliana memoria, la Casoria descritta da Fuccio, della sua bellezza, della rivoluzione, davvero non c’è traccia nell’opinione cittadina. Basta leggere soprattutto i commenti sui social per accorgersi che la realtà è del tutto differente da quella descritta da Pasquale Fuccio.
Probabilmente dal palazzo del governo cittadino lui, i giovani consiglieri e i giovani assessori “se la sono cantata e se la sono suonata”, ma per strada la realtà è assai diversa. I continui richiami ad un passato più o meno recente caratterizzato dal malgoverno sono stati di cattivo gusto, bisogna sottolineare che i partiti di appartenenza di Fuccio, DS prima e PD poi, sono stati al governo in città con Giosuè De Rosa, due volte sindaco e Vincenzo Carfora a parte la parentesi di centrodestra di Stefano Ferrara sindaco. Pasquale Fuccio può di certo sognare ma non può non dire che è in consiglio comunale ininterrottamente da quattordici anni e ben quattro consiliature e sempre con ruoli di prestigio.
A proposito di sogni, una domanda avrei fatto all’ex sindaco oggi “cosa è stato dei lavoratori ex carrefour, degli impegni che in più occasioni il PD locale e regionale, Fuccio in testa, da capogruppo all’opposizione o in maggioranza, da presidente del consiglio comunale o da sindaco hanno preso nei loro confronti?” I maggiori applausi Fuccio li ha riscossi quando ha detto in un passaggio ” non sono arrabbiato, perché arrabbiato deve essere chi ha perso un lavoro”. Loro, i lavoratori ex Carrefour, hanno, non solo perso il lavoro ma ogni forma di ammortizzatore sociale. La metà non percepiscono più niente e dal primo gennaio tutti gli altri. Forse ci sarà, grazie all’impegno della regione Campania, di nuovo una speranza per questi sfortunati lavoratori ma di certo non grazie all’amministrazione rivoluzionaria che avevano sostenuto il 3 luglio 2018. Chiedevano lavoro, dignità, al limite della disperazione e il loro sogno si è trasformato in incubo, ancora oggi. Il sogno non è della politica dott.
Fuccio lo diceva Karl Popper il più grande filosofo liberale “la politica non deve dire ciò che ha fatto ma costruire un nuovo sogno per i cittadini”, forse è proprio in questo la chiave del fallimento politico della sua amministrazione. Una città di ottantamila anime che non ha bisogno di di sogni, slogan o frasi ad effetto. La città dei santi, Casoria, ha bisogno di capacita e innovazione, lo reclama la sua storia, la sua tradizione, l’essere da sempre il volano di sviluppo dell’area a nord di Napoli. Le tante eccellenze umane e intellettuali che questa città ha prodotto sono frutto di uomini concreti e non di sognatori, è ora di svegliarsi e guardare avanti il presente è già passato.