L’altra volta vi ho raccontato della II e della III dinastia: del passaggio dal periodo tinita all’Antico Regno. Stavolta tracceremo insieme la storia della IV dinastia (2575-2465 a.C.). Mi servirò, come al solito, delle opere degli egittologi Christian Jacq e Nicolas Grimal (il primo è noto soprattutto per i suoi romanzi ambientati nell’Antico Egitto; il secondo è considerato uno tra i più noti egittologi al mondo. Sono in buona compagnia!).
Cosa portò alla fine della III dinastia e all’inizio della IV? Ciò non è molto chiaro agli egittologi, poiché è difficile, dal punto di vista cronologico, mettere in relazione ciò che sta scritto nelle liste reali e i dati archeologici. Comunque, si pensa che Huni sia l’ultimo sovrano della III dinastia. Il passaggio tra la III e la IV dinastia avviene in seguito al cambiamento della necropoli scelta dai sovrani: si passò da Zauiet el-Aryan (dove stavano due piramidi, delle quali una di Huni) a Meidum e Dashur, dove Snefru fece costruire le sue piramidi. Fu proprio Snefru a fondere la IV dinastia; fu egli il successore di Huni.
Inizio col dire che Snefru era figlio di Huni, ma sua madre, molto probabilmente, non era di sangue reale (si pensa che Meresankh fosse una delle varie concubine di Huni). Per rimediare a questa mancanza, egli dovette sposare la sua sorellastra, una portatrice del sangue sacro della dinastia. Snefru, detto il costruttore, è il faraone di cui si possiedono meno informazioni, ma è considerato il più grande costruttore della storia dell’Antico Egitto, poiché fece costruire ben tre piramidi, una a Meidum e due a Dashur, oltre a tanti altri edifici, come: un palazzo, delle fortezze, dei templi, delle abitazioni, delle navi (inviò una spedizione di circa quaranta imbarcazioni per importare del legname dal Libano, materiale che scarseggiava in Egitto). Il regno di Snefru è considerato un’età dell’oro della storia egizia, egli è infatti chiamato “Il re che dispensa benefici all’intero paese”. Per gli egizi Snefru era un re buono, forse è proprio per questo che ci sono state tramandate su di lui poche informazioni (Christian Jacq ipotizza ciò). Era solito chiamare “compagni” e “amici miei” i membri della sua corte, che è considerata molto raffinata e che incarnava quell’età dell’oro. Nel Medio Regno fu instaurato un culto a lui dedicato. Durante il regno di Snefru il costruttore la figura del visir, primo ministro, fu descritta per la prima volta e ne furono delimitate le mansioni. Il visir era il capo dell’esecutivo, aveva molte responsabilità, tra le quali le finanze, l’agricoltura, l’esercito, le grandi opere, gli archivi reali. Egli era insignito di titoli come “Sacerdote di Maat (armonia universale)” o “Grande dei cinque della dimora di Thot”. Il visir di Snefru fu Nefermaat; Hemiunu, suo figlio, fu invece di visir di Cheope, successore di Snefru. Dal punto di vista militare, il regno di Snefru non vide delle vere e proprie campagne, ma solo interventi circoscritti in Nubia e in Libia. Le iscrizioni (la Pietra di Palermo) narrano le sue vittorie, ma come accadeva anche per gli altri faraoni, esse esagerano nell’esaltare il re e le sue spedizioni. Per quanto riguarda le spedizioni commerciali, esse furono numerose e ben organizzate. Snefru collegò la Nubia all’Egitto, per sfruttare le risorse naturali di quella regione meridionale.
C’è un motivo per cui Snefru è chiamato il costruttore. Ho già elencato i numerosi edifici che furono costruiti sotto il faraone buono, tra i quali meritano particolare attenzione le sue tre piramidi. Fu Snefru ad inventare la piramide liscia, il modello piramidale più noto. Il primo esemplare di piramide fu costruito a Meidum, a diciannove chilometri da Saqqara. Questa piramide fu iniziata da Huni (ciò è un’ipotesi). A Dashur ci sono due piramidi, una meridionale e una settentrionale. La prima è chiamata romboidale a causa dell’inclinazione delle sue facce, che ad un certo punto vanno a restringersi, formando uno spigolo. Essa è stata costruita seguendo la sacra simbologia del due, che ricorda le Due Terre d’Egitto conciliate dal faraone: due spioventi, due appartamenti funerari e due ingressi. La piramide settentrionale di Dashur, invece, presenta volte che raggiungono i quindici metri d’altezza. Essa è perfetta nella progettazione e nella realizzazione. Nei siti di Meidum e Dashur, oltre alle piramidi, Snefru fece costruire delle vere e proprie città destinate sia ai morti che ai vivi: la corte del faraone nell’aldilà. Coloro che abitavano in queste città avevano dei benefici fiscali. Il faraone costruttore fece incidere nel suo tempio funerario una lista delle sue proprietà (terre incarnate da donne che portano regali al re), l’intero Egitto.
Esistono delle leggende legate a Snefru, nelle quali il faraone è rappresentato in modo quasi prosaico, come un uomo comune colpito dalla noia che tenta in ogni modo di svagarsi.
Avrei voluto raccontare in un unico testo la storia della IV dinastia, ma il grande numero di informazioni non me lo permette. Nel prossimo articolo vi presenterò il sito di Giza, i cui costruttori sono legati alla dinastia di cui stiamo trattando.