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GIUBBOTTI GIALLO-VERDI?

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Da risorse a centri di costo. Passare in pochi mesi da prezioso strumento di vendita, vincente e stimata professionalità, a semplice ed asettica cella di foglio di calcolo. Da eccellenza ad excel, praticamente. E’ purtroppo questo il destino infame oramai comune ad un’intera categoria, quella dei benzinai, immolata sull’altare del profitto, questa volta però non delle compagnie petrolifere, come sarebbe lecito aspettarsi, ma dei gruppi finanziari che, in barba ad ogni norma di buon senso, si cimentano inaspettatamente in esercizi di politica industriale che non compete certo a chi possiede una visione limitata in tal senso, e bada unicamente alla moltiplicazione dei propri interessi. Con l’ingresso del capitale finanziario nelle gestioni dei distributori stradali si è dato il colpo di grazia ad una categoria ormai schiacciata tra gruppi criminali responsabili del traffico illecito di prodotti petroliferi, come evidenziato dalle recenti inchieste, e spregiudicati “imprenditori” che ricattano i gestori ormai rimasti da soli, insieme a piccole realtà locali nel settore della distribuzione, a difendere a denti stretti la legalità del settore. Tutto ciò sotto lo sguardo distratto di quelli che una volta erano considerati marchi d’eccellenza, quali ESSO e TOTAL ERG tra gli ultimi ad abbandonare il campo, che pure dovrebbero tutelare la propria storia ed hanno tristemente deciso di barattarla con un sacco di monete d’oro. La strategia attuale, in controtendenza con la politica degli ultimi anni che ha spinto verso la “selfizzazione” estrema, demanda agli attuali superstiti il compito di affascinare il cliente e ghermirlo con l’improbabile offerta dello stesso prodotto, ma ad un prezzo esageratamente maggiore, in cambio di una pulita al vetro ed un sorriso che, per quanto forzatamente smagliante, non potrà mai essere autentico. Lecito aspettarsi dalla categoria una mobilitazione di massa, non soltanto di colore, ad evitare che qualcuno possa decidere di indossare i “giubbotti gialli”, come i cugini francesi. Perché in tutta questa storia a perderci non saranno soltanto gli operatori ma i consumatori tutti che, in un mercato depauperato di risorse umane ed in mano a pochi gruppi liberi di decidere allegramente condizioni e listini, finiranno per pagare gli oneri e le vessazioni di cartelli puntualmente ignorati dall’antitrust, vanificando gli effetti di una sana concorrenza. E la politica dovrebbe rivestire un ruolo fondamentale in questa battaglia, che produrrà ulteriori vittime inconsapevoli di un mercato sempre più affamato. Riusciranno i nostri gratuiti esattori di frontiera, gli omini con la tuta ormai con le pezze al culo, in tutti i sensi, a stimolare la discesa in campo dei giubbotti GIALLO – VERDI, richiamando l’attenzione di una politica assopita e distratta da ben altre questioni? Di tempo ne è rimasto davvero poco.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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