“Caro Rodolfo ti scrivo…
…per condividere con te tutta la costernazione e l’autentica disperazione per il tragico evento che ha sconvolto la città con l’incidente occorso a Mebarki Abdel Karima morto precipitando dal tetto della scuola dove stava lavorando alla riparazione dell’impermeabilizzazione; una morte assurda, inaccettabile, insopportabile che ha troncato di netto la vita di un padre di famiglia che questa mattina era uscito di casa per andare a lavorare e che a quella casa non farà più ritorno. Sono sicuro che avrai già provveduto ad andare a porgere alla famiglia il cordoglio di tutta Marano e per questo ti ringrazio perché in qualche maniera hai coinvolto nell’abbraccio generale anche me e tutti quelli che come me non sanno darsi pace per quello che è accaduto.
Non so se e come la cosa si possa fare ma vorrei pregarti, anche a nome dei tanti che certamente vorrebbero che tu lo facessi, di essere vicino alla famiglia anche con un sostegno economico perché quasi certamente il lavoro di Mebarki Abdel era l’unica risorsa sulla quale potevano contare e alla disperazione per l’improvvisa perdita si unisce anche quella di non sapere ora come andare avanti. Mi domando però, e penso che te lo chiederai anche tu, come una cosa del genere sia potuta succedere e soprattutto come sia potuta succedere su un lavoro del Comune e in una scuola; come non siano state approntate le misure di sicurezza, come nessuno abbia vigilato perché ciò avvenisse, come sia stato possibile che in un luogo sensibile come una scuola, dove ogni estraneo che entra dovrebbe essere scrupolosamente verificato e registrato per la tutela degli alunni, sia potuto entrare e lavorare senza nessuna regolarizzazione di carattere contrattuale un operatore che addirittura il titolare dell’impresa afferma di non conoscere.
E’ chiaro che ci sono responsabilità di vario tipo e a vari livelli e sarà compito della magistratura individuarle e perseguirle ma è altrettanto chiaro che in una qualche maniera ci sentiamo un po’ tutti colpevoli perché se ognuno avesse fatto il suo dovere ora non dovremmo piangere un morto che per il solo fatto che è morto a Marano lavorando per una nostra scuola in qualche modo ci appartiene e che d’ora in poi, almeno sui lavori commissionati dal Comune, non ci debba essere più la minima falla in termini di sicurezza, sono certo che è un impegno che sicuramente hai già fatto tuo.
Cordialmente
Mauro Bertini
Marano, 15 novembre 2018″