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AFRAGOLA. Taglio fondi ASL. L’AIAS costretta a dimettere 200 pazienti. Mamma minaccia di darsi fuoco

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AFRAGOLA – Come un effetto domino il provvedimento adottato da De Luca sul taglio dei fondi alle strutture private si ripercuote sui pazienti in cura al centro AIAS di Afragola.

La storia comincia dall’anno scorso quando il direttore dell’AIAS Ciro Salzano si ritrova con circa duecento pazienti in esubero rispetto al tetto di struttura massimo accordato. Infatti dalle prestazioni offerte l’anno scorso, l’AIAS di Afragola ha dovuto rimetterci circa cinquecentomila euro che aggiunte alle circa 350mila imposte dal taglio di quest’anno, portano l’ente di Afragola in perdita di 850mila euro che tradotti in prestazioni, vuol dire che circa 200 assistiti sono in esubero.

Il taglio imposto dalla Regione Campania è stato attuato con la motivazione che parecchi pazienti trattati dai centri privati sono in realtà inadeguati, ossia, secondo il governatore De Luca, i centri privati offrono servizi e prestazioni a pazienti che in realtà non ne avrebbero bisogno. Ma siccome ai centri privati, i pazienti ci arrivano tramite prescrizione medica, è assodato che chi creerebbe le inadeguatezze sarebbe l’Asl e non il privato come in questo caso l’AIAS. E così vistosi costretto a dimettere pazienti, il direttore Ciro Salzano scrive in un primo momento all’ASL per farsi indicare chi, secondo l’ente sanitario, sarebbe inadeguato a ricevere cure, ma dall’azienda sanitaria nessuna risposta. Allora l’Aias nella persona del direttore ricorre al TAR per chiedere la sospensiva del nuovo contratto e solo pochi giorni fa arriva la sentenza del giudice amministrativo che dice: “Ritenuta la domanda cautelare non assistita del necessario fumus boni iuris, in considerazione della natura ampiamente discrezionale del provvedimento impugnato e degli interessi ad esso sottesi, quale, tra gli altri la necessità di ridurre il disavanzo che affligge il SSR Campano attraverso la previsione dei tetti di spesa inferiori rispetto a quelli assegnati nell’anno precedente all’adozione del provvedimento medesimo; Ritenuto, peraltro, che il pregiudizio grave e irreparabile evidenziato dalla ricorrente possa comunque essere neutralizzato dalla stessa con la presentazione all’ASL competente di un’istanza volta al ricollocamento dei pazienti in esubero e, in caso di inerzia dell’amministrazione, attivando conseguentemente gli ordinari strumenti di tutela”.

In parole povere, il giudice Presidente del TAR (sezione prima) Salvatore Veneziano, allo scopo di tutelare gli interessi dell’AIAS e non potendo sovvertire la decisione politica presa in merito al taglio dei fondi, ha intimato al ricorrente, in questo caso il direttore Ciro Salzano, di demandare l’elenco degli esuberi all’ASL competente per un ricollocamento dei pazienti e in assenza di risposta, provvedere tranquillamente ad attivare gli ordinari strumenti di tutela che tradotto vorrebbe dire dimissioni dei pazienti in esubero.

Disarmato di ogni potere il direttore Ciro Salzano, a malincuore, ha dovuto riferire la decisione presa dal giudice ai suoi pazienti e non essendo in grado di stabilire chi realmente si possa ritenere inadeguato, ha deciso che in assenza di risposte da parte dell’ASL, egli stesso il primo ottobre deciderà, dietro sorteggio, chi dovrà abbandonare la struttura.

A tale atteggiamento, le mamme presenti hanno cominciato ad andare in agitazione, al punto tale che una di esse ha anche minacciato di darsi fuoco laddove non si prendano seri provvedimenti alle cure del figlio. Di questa situazione è stata anche allertata l’ASL di competenza che attualmente è informata dei vari disagi di cui l’AIAS di Afragola sta vivendo. Intanto stamattina i genitori dei pazienti hanno occupato la struttura in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Vi terremo aggiornati sulla vicenda.

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