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NAPOLI. Max Fuschetto: “Un caso unico nella discografia italiana”

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NAPOLI – Max Fuschetto è un compositore, oboista e sassofonista. Nel suo album Frontiere (2005) riscrive, con il compositore Girolamo De Simone, musiche di Sakamoto, Eno e Nyman insieme alla sua Shadows & Papillons. Nel 2010 pubblica Popular Games, un disco di composizioni originali che ha riscosso  successo di pubblico e critica: è stato presentato in anteprima a Rai Radio Tre (Il Terzo Anello e File Urbani), è stato trasmesso nel maggio 2013 dalla Deutschlandfunk Radio Berlin insieme a una lunga intervista.

Nel 2015 pubblica il terzo album Sùn Ná, con la partecipazione straordinaria di Andrea Chimenti. È un lavoro clamoroso per la sintesi tra musica colta, pop d’autore, world music, contemporanea ed elettronica. Con Sùn Ná Fuschetto è stato definito come uno dei “limen” più interessanti e originali della scena italiana contemporanea da Valerio Corzani (Alza il Volume – Rai Radio Tre) e recensito ottimamente da Blow Up, Onda Rock, Il Manifesto, Rockerilla, Raropiù. All’album è seguita una lunga stagione di concerti in giro per l’Italia.

In qualità di compositore ed esperto di elettronica, Max Fuschetto collabora con l’ensemble Percussioni Ketoniche, per cui ha scritto il brano per campanacci Nuragas. Nel corso degli anni Nuragas è stato eseguito al Festival di Ravello, al Forum Universale delle Culture, alla Perdonanza de L’Aquila, a Napoli alla Chiesa di Donnaregina Nuova con i Tenores di Bitti, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Centenario Alberto Burri a Città di Castello. Max ha collaborato anche con Robert Carl, Enrico Cocco, Vito Ranucci, Mauro Bortolotto, Pericle Odierna e il San Carlo di Napoli.

Max Fuschetto scrive anche musica per il cinema, come Midsommar (2012) e Dignity (2015) di Monica Mazzitelli, quest’ultimo presentato in anteprima al RomAfricaFilmFestival alla Casa del cinema di Roma. Con Iride – a Paul Klee, ha vinto il premio Internazionale per composizioni audiovisive Marzio Rosi. Nel 2016 è uscito DERT, docufilm di Mario e Stefano Martone con sue musiche.

All’inizio del 2018 Italian World Beat pubblica il nuovo Mother Moonlight. Un’operazione importante, con la quale Fuschetto tiene a battesimo la nuova etichetta e affida le proprie composizioni al pianista Enzo Oliva.

Mother Moonlight è un ciclo di sedici brani dedicati a quella che Ravel definì “la poesia dell’infanzia”. Il disco viene presentato ufficialmente in prima esecuzione assoluta al Teatro Savoia a Campobasso giovedì 21 dicembre 2017, in occasione della XXXXIX Stagione dei concerti dell’Associazione Amici della Musica Walter De Angelis. È la prima data di un tour italiano e straniero.

Mother Moonlight è un ciclo di sedici brani dedicati a quella che Ravel definì “la poesia dell’infanzia”, scritti dal compositore e oboista Max Fuschetto per il pianoforte di Enzo OlivaMother Moonlight sarà pubblicato da Italian World Beat nei primi giorni del 2018, dopo la presentazione ufficiale che si terrà in concerto al Teatro Savoia a Campobasso giovedì 21 dicembre 2017, prima data di un tour italiano e straniero.

La serata del 21 dicembre sarà un’occasione straordinaria, una produzione della XXXXIX Stagione dei concerti dell’Associazione Amici della Musica Walter De Angelis, con la direzione artistica di Andreina Di Girolamo. Una nuova stagione con artisti di grande valore e programmi tratti dal repertorio musicale dal Barocco alla contemporaneità, con Mother Moonlight quale prima esecuzione assoluta. Con Mother Moonlight Italian World Beat, il nuovo network indipendente di promozione degli artisti italiani all’estero, inaugura una label interna dedicata ai propri iscritti, con distribuzione nei principali paesi europei, in Corea e in Giappone.

Max Fuschetto – scrive Valerio D’Onofrio di OndaRock, una delle più autorevoli testate di cultura musicale italiana – «è riuscito a creare un perfetto punto di congiunzione tra classica moderna e musica popolare, tra musica etnica e avanguardia, tra Oriente e Occidente». A due anni di distanza da Sun Nà, l’album osannato da pubblico e critica e portato dal vivo in svariati contesti e con diversi organici, Max Fuschetto torna con un lavoro completamente diverso.

Dedicato principalmente al pianoforte, anche se affiancato in alcuni momenti dalle timbriche della chitarra elettrica (Pasquale Capobianco), del clarinetto (Franco Mauriello), della dilruba (Enrico Falbo) e degli archi (Silvano Fusco e Eleonora Amato), Mother Moonlight si pone in linea di continuità con quella letteratura pianistica e musicale che ha fatto del mondo dell’infanzia un luogo privilegiato di esplorazione degli spazi più profondi della psiche e del tempo: pensiamo a Children’s Corner di Debussy, Ma Mere L’oje di Ravel, Mikrokosmos di Bartok, Musik Für Kinder Theatre di Arvo Part, fino ad arrivare al policromo Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, nato proprio da questa incessante recherche legata ai luoghi dell’infanzia liverpooliana.

Il compositore campano opta ancora una volta per una “terza via” che ponga in dialogo colto e popular, senza dimenticare il suo studio sulla musica dell’Africa subsahariana: non è un caso che Madre chiaro di luna sia realizzato a partire dal linguaggio musicale africano. I brani sono concepiti come moderne invenzioni a due voci in cui il movimento delle linee sperimenta indipendenza e flessibilità di tempo, di sovrapposizioni, di motivi.

La luna che illumina i giochi notturni è la stessa a tutte le latitudini, dal polveroso spiazzo che circonda le capanne africane agli ispidi giardini dell’Appennino, e ispira movimenti di danza, giochi in cerchio, nenie astrali, viaggi di andata e di ritorno, la visione di immagini diafane, giochi linguistici a voler inventare nonsense e poi canzoni. Così nascono i titoli, parole scelte per il loro suono, per un’estetica di rimando alla musica, per analogie costruttive.

Per il tour che accompagnerà Mother Moonlight, Max Fuschetto ha scelto come compagni tre musicisti presenti anche nel disco, a partire dal protagonista Enzo Oliva al pianoforte, insieme al chitarrista Pasquale Capobianco e al violoncellista Silvano Fusco. Sono figure con cui l’autore ha condiviso negli ultimi anni momenti importanti del proprio percorso musicale, pensiamo all’Auditorium Parco della musica di Roma, all’Expò 2015 Albanian Pavillon e a numerosi festival e rassegne italiane.

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