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⚽ De Laurentiis a Il Mattino: “Sono un guerriero che lotta per il sud! Il Bari non sarà un’appendice del Napoli”

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BARI Alle prime luci dell’alba si è messo sulla strada per la Puglia. Destinazione Comune di Bari. Ad aspettarlo, Aurelio De Laurentiis ha trovato il sindaco Antonio Decaro con il quale fino a martedì aveva avuto un fitto e ripetuto scambio di telefonate, fino all’accordo per il titolo del Bari. Previsto un investimento di 3 milioni di euro. Nell’edificio di Corso Vittorio Emanuele è stato inevitabile per il presidente imbattersi nella salata intitolata a Giuseppe Massari, patriota barese che fu deputato nel regno di Napoli: una coincidenza decisamente significativa.

Presidente, come è nata l’idea dell’acquisizione del Bari? «Quando il mio amico Francesco Santalucia (titolare di una multisala, ndr) mi ha informato della situazione del Bari ero in ritiro a Dimaro. Poi mi ha telefonato il sindaco. Amo questa terra e questa città, ci ho girato anche dei film. Vorrei creare una sorta di Squadra del Sud, per poter essere utile a questi territori. Il ritorno personale non deve essere il primo risultato. Il Sud è un Eldorado, basta saperlo sfruttare.Mi piacerebbe creare un polo per tutto il Mezzogiorno».

Ma il dubbio per entrambe le tifoserie è che questa squadra possa diventare un’appendice del Napoli? «Non posso fare una commistione tra il Napoli e il Bari. Intendo il calcio come un’impresa. I tifosi sono idealmente soci in questo contesto. E questa squadra non saràmai un’appendice del Napoli. Ho avuto un’idea per fugare ogni dubbio».

Di che si tratta? «Ho convinto in due giorni di grandi discussioni mio figlio Luigi, che non si èmai interessato di calcio, a occuparsi del Bari. Ci ho messo un po’, ma alla fine si è convinto».

Cosa sapeva del Bari prima di procedere con l’acquisizione? «Si tratta di un club che ha una storia lunga e composita. In questi 110 anni ci sono stati molti anni belli emolti anni meno belli».

 E ora? «Dobbiamo fare una cavalcata rapidissima per tornare in serie A e dobbiamo cercare di modificare quelle regole che impediscono di avere due squadre dellamedesima proprietà nellamassima serie del campionato».

Pensa che sarà una battaglia difficile? «I nostri competitors non ci vedono di buon occhio perché una nostra risalita può significare una loro discesa. Ma io sono un guerriero e voglio combattere».

A Napoli, però, non l’hanno presa benissimo: sono apparsi alcuni striscioni di contestazione. «Non mi posso preoccupare dei dissidenti che vengono allo stadio e che potrebbero non condividere le modalità perché hanno ancora un concetto di possesso che non appartiene più al calcio di oggi. Vorrei far parlare il ministero dell’Interno rispetto alla condizione di chi mette gli striscioni, quindi di chi frequenta lo stadio San Paolo. Molti di loro sono strumentalizzati politicamente».

Lei ha detto no alla squadra B e non ci ha pensato un attimo ad acquistare il Bari: comemai? «La squadra B è un assist alla Juve perché le consente di piazzare i suoi 45 giocatori in esubero. Io avrei voluto fare l’under 23».

Quella della seconda squadra non è per lei un’idea nuova. «Nella mia testa c’era la volontà di comprare una squadra in Belgio e una in Portogallo perché in quei campionati non ci sono limiti per gli extracomunitari».

È una critica al sistema italiano? «È un’altra stupidata di quel “tappo” di Tavecchio e di Lotito. In Belgio e in Portogallo non ci sono limiti agli stranieri eppure mi sembra che le loro nazionali siano andatemeglio della nostra. Potremmo fare a meno della Figc».

Torniamo al progetto Bari: ha già qualche idea per la dirigenza e l’area tecnica? «Ho contattato Reja per guidare il settore giovanile e il vivaio del Napoli: sto comprando cento ettari per stadio e centro sportivo più albergo e scuole. Poi gli ho detto: “forse ti metto ad allenare il Bari” e lui ha detto che non vorrebbe allenare più. Gli ho detto che l’avrei ricontattato, ma ho già delle idee».

Qualcuna si può svelare? «Ho chiamato Sacchi per chiedergli dei consigli,ma per ora ho già trovato il nome per il vivaio. Se ne occuperà Filippo Galli che viene da Milan». E cosa dice sullo stadio? «Voglio vedere le strutture, vedere cosa è rimasto del lavoro di quel genio di Renzo Piano. Perché il suo lavoro, seppur bellissimo, non permette trasformazioni e potrebbe non rispondere alle nuove regole del calcio che cambia.Ma tutti questi ragionamenti si possono fare solo entrando dentro con l’occhio calcistico che solitamente gli architetti non hanno».

Fonte: Bruno Majorano per Il Mattino

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Calcio, l’Italia batte il Belgio e si qualifica ai quarti di Nations League: decide un gol di Tonali

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Alzi la mano chi, dopo gli Europei tedeschi dello scorso giugno, avrebbe scommesso ancora sulla Nazionale di Luciano Spalletti. Probabilmente pochi o nessuno, ma quello che emerge dalla vittoria ottenuta ieri sera contro il Belgio che ci consente di staccare il pass per i quarti della Nations League, ci fa sicuramente ben sperare.

Infatti, se quella con la Francia a settembre era stata la partita della rinascita, quella di ieri sera allo stadio Re Luigi Baldoino di Bruxelles è stata una dimostrazione di forza e compattezza, una vittoria di grande carattere, dopo una partita nella quale l’Italia ha spesso dominato il gioco e controllato la manovra, ma dove ha saputo anche soffrire.

Insomma, la Nazionale inizia ad assumere i tratti del suo allenatore: bella e cattiva quanto basta, capace di giocare a calcio e di combattere quando l’occasione lo richiede. Alla fine la decide un gol di Tonali nel primo tempo, al termine di una splendida azione corale che ha visto l’ex milanista battere il belga Casteels con un comodo tap-in.

Ora testa a domenica e al big match con la Francia al Meazza, con il cuore sgombro dalle pressioni di una qualificazione ormai già ottenuta e con la consapevolezza di aver aperto un nuovo ciclo azzurro che si spera possa darci tante soddisfazioni.

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Calcio, l’Inter domina ma non va oltre il pari con il Napoli: è 1-1 al Meazza

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Si è concluso con un pareggio il big match della 12esima giornata di Serie A, che ha visto affrontarsi allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro i padroni di casa dell’Inter e il Napoli allenato da Antonio Conte.

Nel primo tempo sono i nerazzurri a fare la partita, ma è il Napoli a passare in vantaggio grazie ad uno schema su palla inattiva concluso dal tocco sotto porta dello scozzese McTominay, bravo a sfruttare la disattenzione di Dumfries in marcatura. Sembra in discesa la gara per gli azzurri, fino a quando Hakan Calhanoglu non decide di buttare giù la porta con un destro imparabile che si infila nel sette, senza lasciare scampo a Meret.

La ripresa è un monologo dell’Inter, che tiene in mano il pallino del gioco e crea tante occasioni da gol non finalizzate dagli uomini di Inzaghi, su tutte il rigore sbagliato da Calhanoglu alla mezz’ora, per fallo in area su Dumfries.

Nel finale occasione anche per gli ospiti, con Simeone che non inquadra lo specchio della porta da pochi metri, dopo aver anticipato il suo diretto marcatore. Un punto che fa bene soprattutto al Napoli, che esce indenne dal Meazza e mantiene la vetta della classifica con un punto di vantaggio su Inter, Fiorentina, Atalanta e Lazio.

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Napoli, che bello senza coppe: batte il Milan e consolida il primato

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Una vittoria convincente, senza quasi mai rischiare di prendere gol e segnandone due in un tempo, sufficienti per vincere la sfida del Meazza contro il Milan.

I padroni di casa si presentano al match con gli azzurri senza gli squalificati Theo Hernandez e Reijnders, cui si aggiunge il forfait dell’ultimo minuto di Pulisic per un attacco di gastroenterite.

Gli uomini di Conte entrano in campo con un’idea ben precisa, che si tramuta nel gol di Lukaku dopo appena 5 minuti, grazie al filtrante di Zambo Anguissa che taglia la difesa rossonera e consente al numero 11 belga di siglare il vantaggio. Poi ci pensa Kvaratskheila a raddoppiare sul finire del tempo, con un assolo degno dei tempi migliori e un tiro che seppur non irresistibile supera Maignan.

Il secondo tempo è uno sterile monologo del Milan, che trova il gol con Morata a inizio ripresa, giustamente annullato per il fuorigioco dell’attaccante spagnolo. Poi nulla più, con un Napoli che si limita a difendersi chiudendo ogni spazio e un Milan che non si sveglia nemmeno con gli ingressi dell’acciaccato Pulisic e di Rafael Leao, l’escluso eccellente.

Conte porta il vantaggio dall’Inter a 7 punti, in attesa del match dei nerazzurri sul campo dell’Empoli, e tenta la prima fuga della stagione, grazie ad un calendario favorevole e al vantaggio di non giocare le coppe.

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