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NAPOLI. Ciarambino (M5S): “trasferire personale dall’ ospedale del mare”

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NAPOLI –  La consigliera del M5S Ciarambino ha dato una sua dichiarazione dicendo: “I nodi della sanità targata De Luca vengono di nuovo al pettine contestualmente al sacrosanto diritto di medici e personale sanitario di usufruire delle ferie estive. La carenza di unità, che va a sommarsi al depotenziamento di molti presidi storici napoletani, come Loreto Mare e San Paolo, e ad un incremento dei casi emergenziali per un flusso di turisti che si riversa in questo periodo in città, mette in luce il paradosso creato ad arte da questo governatore.

Da un lato ci ritroviamo con il Cardarelli alle prese con un sovraccarico di pazienti la cui assistenza è garantita da un personale ridotto all’osso e il solito caos barelle. Dall’altro c’è l’Ospedale del Mare, un gigante da 900 tra medici, infermieri e operatori sanitari, dove non c’è ancora un pronto soccorso, ma ci sono reparti con primari, dirigenti medici e attrezzature da milioni di euro che non erogano una sola prestazione.

E’ il caso del reparto fantasma di medicina d’urgenza, o di quello di chirurgia vascolare, nel quale la famosa sera della festa del primario erano ricoverate appena 4 persone. Questa si chiama schizofrenia organizzativa” Poi continua annunciando che:”Questa mattina abbiamo inviato una lettera al direttore generale dell’Asl Na 1, perché trasferisca con urgenza il personale dall’Ospedale del Mare negli ospedali cittadini per tutto il periodo estivo e almeno finché non si aprirà il Pronto soccorso. Sarebbe la soluzione più logica e l’unica possibile per tamponare questo periodo di emergenza e salvaguardare la vita e la salute dei cittadini. Per questa ragione ci aspettiamo una risposta immediata e che si prenda in seria considerazione la nostra proposta”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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