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NAPOLI. Lopa: Vista la totale assenza delle istituzioni comunali abbiamo realizzato un decalogo

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NAPOLI – Ondata di caldo che sta investendo Napoli e la sua regione, che durerà diversi giorni consecutivi, con temperature massime percepite che hanno toccato e anche superato i  37°. Abbiamo elaborato e distribuiti alla cittadinanza, vista la sostanziale assenza organizzativa dell’effimero occupante di Palazzo San Giacomo e del demagogo di Palazzo S.Lucia,  con diversi esperti del mondo scientifico e della salute, delle raccomandazioni per prevenire o ridurre i rischi derivanti dal caldo sulla salute.

Bere molta acqua naturale fresca, meglio se del rubinetto. E’ consigliabile assumere almeno due litri e mezzo di acqua al giorno (salvo parere contrario del medico) anche in assenza dello stimolo della sete. -Evitare i pasti unici abbondanti, prevederne piuttosto tre o quattro leggeri nel corso della giornata. Privilegiare i cibi con pochi grassi come carne, pesce, pasta, pane, verdura e frutta.

Si può bere la mattina il cappuccino o il caffè d’orzo e latte. Non esagerare con il consumo dei gelati, perché nonostante l’iniziale sensazione di freschezza contengono molte calorie. -E’ sconsigliato assumere, anche se in poca quantità , bevande alcoliche (come vino, birra), bevande gassate, bibite zuccherate o contenenti caffeina e te nero e mangiare cibi con molti grassi come formaggi, insaccati e carni grasse ricche di calorie. Da ridurre la quantità giornaliera di condimenti a base di olio, burro e margarina -Per quel che riguarda l’abbigliamento, sono preferibili i vestiti di lino, cotone o misti con fibre sintetiche, leggeri, non aderenti per favorire la traspirazione della pelle e chiari, cosa da attirare meno i raggi del sole.

In caso di esposizione al sole,meglio indossare un cappello leggero di cotone o di paglia oppure un fazzoletto di cotone. Da evitate invece i vestiti scuri e sintetici al 100%, quelli aderenti e restare a capo scoperto a lungo al sole. Scoprirsi troppo e restare esposti al sole è sbagliato in quanto la pelle si surriscalda -E’ preferibile uscire da casa per fare commissioni o per passeggiare al mattino, molto presto, o sul tardi: le temperature più basse sono sempre prima delle 11 o dopo le 18.

Cercare di passare, per quanto possibile, in zone all’ombra, passeggiare nei parchi o in viali alberati, camminare lentamente ed evitare bruschi movimenti. Al primo cenno di affaticamento fermarsi, sedersi all’ombra o entrare in un locale con aria condizionata. Se si è costretti a camminare al sole meglio portare con se un piccolo ombrellino parasole -Se si è anziani e ci si trova in un mezzo pubblico cercare di non stare in piedi a lungo e chiedere il posto a sedere.

Se si è sportivi andrebbe in ogni caso evitato di fare attività fisica nelle ore più calde.  – In casa è consigliato oscurare le finestre e le vetrate, evitando cosi di far entrare il sole. Cercare di stare nelle stanze più fresche della casa, lasciare aperte le finestre la notte ed al mattino fino alle 9 circa e poi chiuderle fino al tramonto.

Se si ha un impianto di aria condizionata non esagerare con le basse temperature: in casa in estate è sufficiente mantenere una temperatura non inferiore ai 22 gradi. Se si hanno ventilatori è bene usarli ma il flusso diretto dell’aria non è opportuno. In caso di caldo eccessivo è utile rinfrescarsi il viso o il capo con acqua fresca, o fare una doccia tiepida.

Cosi sono intervenuti questa mattina i Dirigenti Nazionali del Movimento Nazionale per la Sovranità di Gianni Alemanno, Rosario Lopa e Alfredo Catapano.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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