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Napoli

NAPOLI. Daniele (PD) :”Ritardo Pagamenti Servizio ai richiedenti asilo”

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NAPOLI – Il consigliere regionale Pd, Gianluca Daniele ha dichiarato che: “Cooperative storiche ed associazioni dall’indiscusso valore sociale sono sottoposte, in queste ore, ad un enorme stress economico finanziario causato dagli incomprensibili mancati pagamenti per il servizio dell’accoglienza dei richiedenti asilo da parte della Prefettura di Napoli. Ad oggi si riscontrano oltre 9 mesi di mensilità non pagate”.che prosegue:”Nel servizio di accoglienza, di cui tanto si parla sempre e solo male e per i fatti di cronaca, esistono realtà encomiabili che si prodigano per rendere una “buona accoglienza”, sono strutture gestite da quegli enti che oggi sono in sofferenza e a cui come istituzioni dobbiamo prestare più attenzione, affinché non si arrivi più a ritardi del genere.

Si tratta di enti che operano nel terzo settore da decenni, dal valore indiscusso, quegli enti che si adoperano quotidianamente per i servizi utili ai nostri concittadini più disagiati, quelli perennemente in trincea con attività rivolte ai minori a rischio, agli anziani non autosufficienti, ai diversamente abili, gli stessi enti che alleviano il disagio dei più deboli e ascoltano le donne maltrattate, rendendo servizi alla nostra comunità, quei servizi di utilità pubblica che non possiamo permetterci di perdere, sono loro che oggi rischiano il collasso”.

Poi conclude: “É necessario un repentino cambio di direzione e per questo mi appello al prefetto di Napoli S.E. Carmela Pagano un intervento immediato, affinché si saldino i pagamenti o almeno si riduca il gap e si ristabilisca una regolarità nei flussi economici”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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