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[LA VERITÁ] CARDITO. L’opposizione si arrende allo strapotere di Cirillo mentre gli asini ragliano

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CARDITO – Ieri a Palazzo Mastrilli si è tenuto il Consiglio comunale che ha sancito definitivamente la leadership assoluta del primo cittadino, per chi ancora avesse dubbi sull’unica certezza che la politica carditese finora ha potuto esprimere. Che questa sarà la fase del fare, il primo cittadino l’ha più volte ribadito e dalle prime sensazioni trapela una ventata di ottimismo. Il cambiamento partito dalla giunta è lapalissiano, pochi comuni riescono a vantare una maggioranza al femminile e in quanto a esecutività nessuno può mettere in dubbio la differenza che passa tra un uomo e una donna.

Il Consiglio di ieri è stato caratterizzato da due eventi significativi, il documento programmatico 2018-2025 presentato da Giuseppe Cirillo e le conseguenti dimissioni anche da consigliere comunale del Presidente del Consiglio Nunziante Raucci. Da premettere che in aula l’opposizione era totalmente assente, visto che i tre consiglieri più il Presidente, tutti e quattro del gruppo “Cambiamo verso”, non si sono proprio presentati, invece Almerindo Santucci si è assentato dopo il suo breve intervento. So anche che adesso leggendo, qualcuno può storcere il naso dicendo che “Cambiamo Verso” è un gruppo di maggioranza, ma la differenza sta nel fatto che al teatrino di Peppe Barra e del suo “geniale” mentore o sciuscià (questo ancora non si è capito) non ci crede più nessuno.

In un Consiglio comunale il consigliere di “A Viso Aperto” Giovanni Aprovidolo definì una parte della maggioranza come il parassita sul pube. E possiamo dire apertamente che “Cambiamo Verso” anche stando in maggioranza ha sempre rappresentato quella parte di politica che ostruiva, determinava e gestiva, attraverso il “ricatto politico” delle prebende, l’amministrazione Cirillo. È storia che fino a ieri il gruppo dell’ex sindaco Peppe Barra deteneva l’80% della gestione e quindi si può liberamente affermare che l’immobilismo oggettivo di questi tre anni è da attribuire specialmente alla loro mala gestio. Cirillo dal canto suo ha commesso un solo errore, fidarsi delle persone sbagliate, anche perché quello che è successo dopo è sotto gli occhi di tutti. Appena si è parlato di azzeramento in giunta sono cominciate le prime corse ai ripari. Peppe Barra ha cominciato ad ammainare le vele, a tirare i remi in barca e a virare verso altri lidi, quelli dell’opposizione e alla creazione di un’alternativa valida a Cirillo, tirando in ballo un misero e mai applicabile patto tra lui e Cirillo sulla futura candidatura a sindaco di Nunziante Raucci. Per chi è appassionato di giochetti politici, come l’ex sindaco, è risaputo che un patto del genere non può esistere né in cielo e né in terra, ma quella era solo una delle tante scuse per mantenere in piedi gli equilibri delle proprie prebende.

Quello che a me dispiace è che un puro, bravissimo ragazzo e stimato politico come Nunziante Raucci ci abbia creduto realmente, ha creduto veramente che il suo mentore lo stesse difendendo a spada tratta, senza accorgersene che politicamente lo ha distrutto. Tanto è vero che con le dimissioni di ieri, avvenute 5 minuti dopo la lettura del documento da parte del primo cittadino dove comunicava che alle prossime elezioni egli si propone come candidato sindaco, non ha dimostrato di avere coraggio e quindi di restare senza poltrona ma è passato per il bambino – già privo di valore politico perché svuotato dai giochini della sua guida – a cui hanno sottratto il giocattolo.

A me quelli che poi fanno ridere, sono quelli che sono restati fuori le mura perché da un lato incapaci di fare seria opposizione e costretti alle dimissioni e dall’altro poi privi di consensi e di formare una leadership capace di contrastare quella creata dalla fascia tricolore che associati insieme a quelli che si definiscono portatori sani d’informazione, formano un mix di satira e cabaret che è inutile ad andare a spendere soldi per vedere uno Zelig qualsiasi, Cardito offre di più.

I primi, assuefatti dal livore verso l’eterno vincitore – un po’ come sta avvenendo oggi con la Juve di Cristiano Ronaldo – hanno creato un tavolo da spavento e sono sicuro che se da questo tavolo uscirà fuori una coalizione la intitoleranno certamente “Tutti contro Cirillo”. A me dispiace per Marco Mazza, vero politico, preparato, uomo di partito che una volta mi confidò che questa sarebbe stata la sua ultima esperienza politica, vederlo seduto ad un tavolo a programmare il futuro della sua città con gente che in quanto a visione e a ideali, nulla hanno a che spartire con uomo di sinistra come lui. In questo tavolo o insalata che dir si voglia, per rendere edotto chi mi legge, c’era seduto Francesco Pisano (Lega e quindi destra), Luigi Iorio (socialisti), Pasquale Barra (mondo civico), Marco Mazza (PD e quindi sinistra), tutti insieme spassionatamente a Peppe Barra, tutt’ora con una connotazione idealistica ignota, visto che alle ultime politiche anche “Casa Pound” andava bene se gli assicuravano un posto a Palazzo Madama.

La cosa bella inoltre è che in tutto questo marasma c’è chi, inquinante per natura e mistificatore per dolo, ha il coraggio di esprimere la sua opinione invertendo le considerazioni. Dando l’idea che la futura coalizione di Cirillo sarà un’ammucchiata dedita al potere e questa accennata poc’anzi, quella dalle idee programmatiche per il bene della città. D’altronde cosa ci si aspettava da chi è sempre alla ricerca di un ruolo istituzionale poi negato proprio dallo stesso Cirillo? E chissà se il diniego a tali richieste non siano legate alla notizia uscita poi fuori nella relazione dello scioglimento di Caivano quando si parla di un esposto a carico di questi tipi di persone dove si è accusati di legame tra criminalità organizzata e politica. Allora che ben vengano le scelte di legalità del primo cittadino e non fa nulla se qualcuno restato fuori dai giochi come quei canarini appena nati nel nido che agitano la testa a bocca aperta aspettando che papà sindaco li imbocca qualcosa da mangiare, spala fango attraverso i suoi miseri mezzi di diffusione che servono solo a determinare la politica tra chi è appassionato agli inciuci. Fortunatamente i cittadini leggono testate rinomate e totalmente libere, ma soprattutto hanno gli occhi per guardare e la mente per ragionare, tirando poi le proprie conclusioni.

“Tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti”. Così recita “Cirano” una canzone del grande Francesco Guccini e se a “rabbia enorme” si sostituisce “visione di città” questa può essere anche la canzone del sindaco Cirillo alle prossime elezioni.

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Cardito

CARDITO. Cirillo e il deserto

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CARDITO – Cardito. L’intervista al sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, apre ad una serie di riflessioni che meritano di essere approfondite sul piano politico. Anche per alzare l’asticella del dibattito, troppo appiattita su Cirillo, unico soggetto politico emerso in questi dodici anni, e non per colpa del primo cittadino.

In vista delle prossime elezioni, e quindi di un ciclo nuovo che si dovrà aprire, è necessario già oggi piantare qualche seme che dovrà poi fiorire.

Partiamo da una premessa. Giuseppe Cirillo ha azzerato in questi dodici lunghi anni i vecchi schemi. Cosa significa? Non esistono più divisioni o squadre predefinite, che sanciscono alleanze già precostituite oppure soggetti politici che non possono dialogare al di là dei posizionamenti di questi anni. Uso un termine forte per rendere l’idea: il sindaco è cresciuto politicamente a dismisura. La classe politica locale non è riuscita a stare al suo passo. Anzi, di passi ne ha compiuti ma all’indietro. Ciò ha provocato due elementi: azzeramento del dibattito politico, drastica riduzione dei soggetti politici. In minoranza, alcuni sono partiti da giovani promesse e chiudono l’esperienza nel totale anonimato. In maggioranza singolarmente non esiste nessuno: tutti fedelissimi del primo cittadino. Come detto, un appiattimento su Cirillo così forte che ha azzerato la politica e superato i vecchi schemi.

Adesso, nella costruzione del dopo dodicennio, l’unico che ha dettato la prima ricetta è sempre il capo dell’amministrazione carditese. Punta alla politicizzazione del quadro: centrodestra e centrosinistra. Legittimo, soprattutto per la sua visione di alto profilo maturata pure da vicepresidente della Città metropolitana e quindi ormai abituato ad altri palcoscenici e ad altri livelli rispetto, e lo dico con rispetto e dispiacere, al degrado che caratterizza questi territori.

Questa è una visione del futuro, nella costruzione del futuro, che dovrà tramutarsi in concretezza. E bisogna capire se sarà l’unica in campo come è accaduto in questi 12 anni oppure se ci sarà dell’altro. Non lo può sapere nessuno, almeno in questo momento. E allora proviamo a sviluppare un ragionamento su dati oggettivi e che aiutano la riflessione. Penso che Nunzio Raucci abbia capito che la sua ambizione personale di voler fare il candidato a sindaco nonostante nessuno lo volesse, ha rappresentato negli anni il migliore alleato di Cirillo e della sua scalata.

Quindi, in un contesto dove la politica è stata azzerata, innanzitutto bisogna togliere da mezzo le ambizioni personali. E in un deserto, dove politicamente non è cresciuto nemmeno un fiore e dove il primo cittadino ha azzerato, superato, cancellato, i vecchi schemi, da dove ripartire. C’è chi nel deserto vede solo sabbia e null’altro. E chi, affidandosi ad una visione più ottimista, coglie da quel deserto un’opportunità. Qualsiasi cosa si deve costruire e indipendentemente da chi la deve costruire, si parte da zero. Quindi, sarà molto più semplice. In cosa si tramuta questo contesto? Tutti possono parlare con tutti.

Non ci sono più barriere precostituite da gruppi contrapposti. Per intenderci, il gruppo Barra può tranquillamente ragionare con Cirillo e stabilire un percorso insieme. Le vecchie ruggini tra i protagonisti del dopo Barra sono ormai superate, vecchie, lontane proprio grazie a ciò che ho spiegato in apertura: i vecchi schemi sono stati abbattuti. Il primo passo, quindi, è quello di individuare chi sono i soggetti politici. E, badate bene, c’è una sottile differenza tra consiglieri comunali e soggetti politici. Mi spiego meglio. I soggetti politici sono coloro che riescono ad avere un peso nell’opinione pubblica e sono soggetti aggregatori capaci di mettere in piedi una lista. Due esempi e si torna sempre lì, Giuseppe Cirillo e Peppe Barra. Sono soggetti che storicamente hanno dei gruppi politici e sono in grado di partorire due liste ciascuno.

I candidati nelle liste, per quanto forti, tra chi è rimasto a casa e chi siede in consiglio comunale, vengono un attimino dopo. In maggioranza non ci sono leader autonomi capaci di ragionare sullo stesso piano con il sindaco. Ripeto, sono tutti a seguito di Cirillo e il sindaco dovrà preoccuparsi di comporre liste in grado di garantirli. Saranno ottimi candidati da 300 e 400 voti, ma da qui a trasformarsi in soggetti politici ce ne passa. La stessa cosa vale per l’opposizione. Raucci è un candidato al Consiglio che ti fa la differenza. Ma il soggetto politico che fa le liste resta Giuseppe Barra. Quindi, alla fine di questa esperienza bisognerà comprendere chi saranno i soggetti aggregatori, chi saranno i soggetti politici, quanti ne saranno e quali tavoli si metteranno in piedi.

Cirillo sicuramente dovrà partire dalla sua continuità e dovrà comprendere attorno a lui chi sarà in grado di fare una lista di candidati al consiglio comunale. E lo stesso vale per coloro che aspirano, magari a qualcosa di nuovo. Prima delle ambizioni personali e prima di mettere in piedi tavoli dove siedono soggetti che rappresentano solo se stessi, bisognerà verificare chi farà le liste. I consiglieri uscenti saranno in grado di comporre una lista? Oppure gli uscenti sono da considerare semplici candidati da inserire in qualche lista che magari sarà messa in piedi dai veri soggetti politici che in questi cinque anni sono stati fuori dal civico consesso?

Domande che contengono un ragionamento sottile e magari le possono comprendere solo gli addetti ai lavori. Ma hanno un significato enorme e proprio la mancata risposta, ad oggi, a queste domande, giustifica ciò che sta accadendo. Ad un anno dalle elezioni non c’è ancora un tavolo politico con soggetti riconosciuti per tracciare la continuità di Cirillo; men che meno non c’è un tavolo politico di alternativa. E torniamo al punto di partenza del mio ragionamento: dalle ceneri dei vecchi schemi, dalla sabbia di questo deserto può nascere qualsiasi cosa. E servirà davvero tanto tempo per capire chi ha davvero polvere da sparare e chi, invece, dovrà pensare solo a salvare se stesso in chiave politica.

Ecco perché l’unico che ha avuto l’autorevolezza per provare a parlare di futuro ed a dettare uno schema chiaro, netto, preciso, è stato Peppe Cirillo. Centrosinistra puro, con partiti e civiche, apertura al Movimento Cinque stelle e Europa verde. Ha una traccia incontestabile. Poi si “peserà” la valenza di eventuali soggetti politici che siederanno a quel tavolo oppure si tratterà di un leader indiscusso e tanti candidati al civico consesso.

Tutto il resto è da costruire. E ad oggi oltre le liste di Peppe Barra non si vede nulla all’orizzonte: né soggetti politici uscenti dal civico consesso capaci di fare una lista, né soggetti politici fuori dal Consiglio che si sono fatti avanti come promotori di una lista.

Aprovidolo e Mirone di Forza Italia non sappiamo se la metteranno in piedi. Lo stesso vale per Luigi Iorio. Tutto da verificare. Così come è da verificare se, magari, più avanti, ci sarà qualche ritorno di fiamma di soggetti politici che vengono dal passato e saranno ancora capaci di mettere insieme persone che vogliono candidarsi e partecipare.
Questo spiega perché non esistono al momento tavoli. Non c’è il tavolo della continuità e non esiste il tavolo dell’alternativa. Esiste Peppe Cirillo e nient’altro. Ed è davvero una sconfitta per tutto il resto della classe dirigente. In parte appiattita su Cirillo, in parte espressione solo di ambizioni personali.

Nel deserto è vero che c’è il vantaggio di partire da zero e si può avere anche l’ambizione di costruire Dubai. Nessuno pensava possibile costruire una città avveniristica e moderna proprio nel cuore della sabbia. Eppure, ci sono riusciti. Ma prima di riuscirci c’è stato chi ha avuto la capacità, la competenza e la forza di pensarlo e di renderlo possibile. In questo momento manca proprio questo.

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CARDITO. Il Sindaco Cirillo: “Siamo fieri ed orgogliosi dei risultati raggiunti “

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CARDITO – Da tempo non rilasciava una intervista totalmente dedicata ai temi locali e alla sua Cardito. Una città che l’ha visto protagonista per ventuno anni, i primi dieci da consigliere comunale e Presidente del Consiglio, i secondi da sindaco riconfermato per ben tre volte alla guida del paese, risultando il sindaco più longevo e più votato. Poi, è arrivata anche la scalata prima a consigliere della Città metropolitana, poi a consigliere delegato col sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e poi a Vicepresidente della Città metropolitana di Napoli, al fianco dell’attuale sindaco Gaetano Manfredi. Ed è solo il primo gradino. Terminata l’esperienza a Cardito, Giuseppe Cirillo sarà proiettato verso traguardi ancora più ambiziosi.

Buongiorno sindaco, nessuna candidatura in Regione quindi?
“È una decisione che spetta alla componente di cui faccio parte. Siamo pronti per affrontare questa sfida insieme al leader e amico Mario Casillo ma i candidati li stiamo decidendo tutti insieme, come abbiamo sempre fatto. Come sempre, io sono a disposizione. Decideremo insieme quale sarà la sintesi migliore per la Regione. Adesso sono concentrato sul lavoro in Città metropolitana e nel mio paese, Cardito”.

Questa intervista riguarda i temi locali. E la ringrazio per aver accettato il nostro invito. Siamo quasi alla fine: i cittadini l’hanno riconfermata alla guida del Comune per ben tre volte facendolo entrare nella storia: sindaco più longevo e sindaco più votato. Un bel riconoscimento, non crede?
“Sono felice e ringrazio tutti i carditesi, e non solo quelli che mi hanno votato, perché insieme siamo una grande comunità ed insieme abbiamo costruito una gran bella storia di buona politica e di buon governo. Io ho avvertito forte il peso dell’enorme fiducia che gli elettori mi hanno sistematicamente concesso ed ho cercato di ripagare con impegno, sacrificio, disponibilità. E penso che i risultati parlino chiaro”.

Ha influito anche la sua elezione in Città metropolitana per garantire finanziamenti, opere pubbliche e riqualificazione del territorio.
“Sicuramente. L’ho detto appena mi candidai alla Città metropolitana: la riduzione agli Enti locali dei trasferimenti statali trasformano i finanziamenti sovracomunali in opportunità irrinunciabili per le amministrazioni dei Comuni. Ed avere un rappresentate del territorio nelle istituzioni sovracomunali rappresenta un enorme valore aggiunto. Ho lavorato tanto per la provincia di Napoli, garantendo ovunque risultati importanti. E Ho lavorato, come sempre, anche per la nostra Cardito”.

Qual è il risultato che più di tutti la riempie di orgoglio? Con sincerità.
“Potrei elencare tante cose realizzate sul piano della riqualificazione e delle opere pubbliche. Ma ci sarà modo e tempo per farlo. Sicuramente se ne devo scegliere una su tutte è la realizzazione del teatro nel quartiere “Slai”. Un’opera avveniristica e moderna, che nessuno pensava possibile e invece l’abbiamo progettata, fatta finanziare e realizzata. Un vero fiore all’occhiello che lasceremo in eredità alle future amministrazione. La sfida sarà di gestirlo bene, tenerlo vivo, affidarlo a professionisti del settore capaci di garantire un cartellone di qualità e di aprire le porte ad eventi culturali e aggregativi. Ogni volto che passo davanti al teatro, lo guardo e mi emoziono perché sarà un segno indelebile del nostro lavoro di questi anni che resterà a vita lì a disposizione della nostra comunità. Vale lo stesso per il Palazzetto dello Sport che ha rappresentato negli ultimi 40 anni il fallimento della politica e che finalmente potrà essere donato alla cittadinanza carditese. Ultimi ma non per ultimi i due asili nido che rappresenteranno un vero e proprio orgoglio per la comunità, dove uno è in fase di completamento mentre un’altro vedrà l’avvio dei lavori proprio la settimana prossima”.

A proposito di eredità: l’anno prossimo si terranno le elezioni Amministrative. State già pensando al futuro?
“Ovviamente si. È necessario organizzare uno schieramento di centrosinistra nella continuità del lavoro amministrativo messo in campo in questi lunghi anni. Partiamo sicuramente avvantaggiati perché i cittadini riconosceranno il buon lavoro svolto e premieranno la nostra coalizione”.

Lei ovviamente parla di centrosinistra: ma punterà a coinvolgere anche il Movimento Cinque stelle ed Europa Verde, quest’ultimo partito rappresentato in Consiglio dal Luigi Iorio, attualmente in minoranza?
“Insieme ai partiti e alle civiche di centrosinistra, che compongono l’attuale maggioranza di governo apriremo un dibattito ampio. Siamo consapevoli della nostra forza e di essere autosufficienti sul piano elettorale ed amministrativo. Lo abbiamo già dimostrato. Ma cercheremo di ampliare la coalizione, e parlo soprattutto per il Partito democratico, ai nostri alleati ormai naturali: il Movimento Cinque stelle ed Europa verde. Puntiamo a coinvolgere tutto il centrosinistra realizzando quel campo largo che vogliamo costruire a tutti i livelli istituzionali. Crediamo in questa formula e proveremo di concretizzarla pure a Cardito. Partendo dal programma, dai temi, dai valori, dalle regole”.

E il candidato a sindaco?
“Lo sceglieremo insieme a tutte le forze della coalizione ed ai consiglieri e agli assessori uscenti. Definita l’alleanza, definito il programma, la squadra esprimerà la migliore sintesi per continuare il lavoro fatto in questi lunghi anni. Il nuovo sindaco erediterà un contesto favorevole e di questo ne siamo tutti orgogliosi”.

Lei ad inizio mandato parlava di “normalizzazione” del paese. Ci è riuscito: zero polemiche strumentali, se non giusto qualcuna che arriva dal centrodestra, e grande attenzione verso la legalità. Soddisfatto anche da questo punto di vista?
“Molto soddisfatto. Rispetto la scelta di chi giustamente ha seguito i propri valori ponendo la prima pietra per riorganizzare il centrodestra in città. Auguro buon lavoro ai protagonisti di questa avventura e posso dire che la presenza del centrodestra a Cardito fornisce ancora maggiore legittimità alla normalizzazione che abbiamo realizzato. Coalizioni diverse che si confrontano sui temi e su un’idea diversa di città e alla fine saranno gli elettori a scegliere. Sulla legalità penso che la mia amministrazione abbia rappresentato e rappresenti un esempio. Le polemiche che arrivano dall’opposizione fanno parte del gioco delle parti ma i risultati e i fatti parlano chiarissimo anche da questo punto di vista. Analizzando cos’è Cardito anche di fronte agli spiacevoli eventi che hanno caratterizzato molti Comuni della provincia di Napoli, siamo fieri ed orgogliosi della valenza etica e morale della classe dirigente che si è affermata con me in questi anni”.

In bocca al lupo sindaco.
“Viva il lupo e grazie per l’opportunità. Spero che Minformo mi accompagnerà ancora verso grandi traguardi che fanno bene innanzitutto a questo territorio che rappresenteremo col solito amore, con la passione di sempre, con impegno e con la massima competenza”.

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CARDITO. Cirillo pensa al futuro mentre Raucci vale commissariare Barra sulle scelte locali

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CARDITO – La maggioranza del sindaco Giuseppe Cirillo gode di ottima salute, amministra il paese a ranghi compatti e cerca di proiettarsi nel futuro. Hanno liste pronte, consenso. Una squadra collaudata che punterà alla continuità attraverso una schiacciante vittoria delle prossime Amministrative.

Giuseppe Cirillo, come tutti sanno, dopo 12 anni di mandato, non potrà per legge ricandidarsi. Ed è proiettato su scenari superiori. Molto dipenderà dalla componente guidata dal leader Mario Casillo. Cirillo se dovesse essere chiamato ad una candidatura in vista delle Regionali di ottobre, dovrebbe dimettersi da sindaco come legge prevede. Uno scenario che appare inverosimile perché significherebbe far commissariare il Comune e soprattutto lasciare il posto di vicepresidente della Città metropolitana. E Casillo non lo vuole. Manfredi non vuole. Ecco allora che si profila un’altra soluzione. Cirillo resta in carica portando il Comune a scadenza naturale (2026), resta in carica pure da vicepresidente della Città metropolitana di Napoli e a Cardito si occuperà di dare forza e credibilità al nuovo progetto con le sue liste.

Il candidato a sindaco lo sceglieranno insieme sapendo di non avere rivali. Coalizione di centrosinistra più le civiche di maggioranza e il Movimento Cinque Stelle. Cirillo a fare da garante del progetto anche da candidato al civico consesso, in modo che la sua sicura elezione in aula a Cardito gli consentirà di restare in carica a Città metropolitana.

In questo contesto, si inseriscono piccoli dettagli. Innanzitutto la posizione di Europa verde del consigliere Luigi Iorio, entrato in aula al posto del dimissionario Marco Mazza. Cirillo, per una questione politica, avrebbe piacere a stringere un’alleanza con i verdi proprio per unire il centrosinistra sotto un’unica bandiera. Porte chiuse a Forza Italia di Giovanni Aprovidolo e Giuseppe Mirone che, questa volta, dovranno organizzare un partito e una coalizione di centrodestra totalmente assente sul territorio.

Infine, resta nel limbo il gruppo di Peppe Barra. In questi anni, quello che era il gruppo più forte elettoralmente parlando di Cardito, a causa dell’ambizione di Nunzio Raucci a fare il candidato a sindaco, ha dovuto mettere in campo una strategia suicida. Perdita delle elezioni e anche quando hanno vinto, sostenendo Cirillo, il sindaco che avevano sfiduciato sempre col patto di investire su Raucci come successore, hanno trasformato sempre per lo stesso motivo la vittoria in una sconfitta, passando dopo le elezioni all’opposizione.

Un corto circuito che è servito, si spera, come lezione. La situazione è intrigata. Il leader del gruppo Peppe Barra si candiderà alle prossime regionali e punterà alla “scalata”. E in chiave locale, Barra vorrebbe dialogare proprio con Cirillo rispetto alla scelta del nuovo candidato a sindaco e riportare il suo gruppo alla vittoria. Raucci ha un’idea diversa. Candidarsi a sindaco con chiunque basti che gli riconoscano la leadership. Ripetendo il copione che ha isolato il gruppo barriano per dodici lunghi anni. Destra, sinistra, cirilliani, anticirilliani, non fa differenza. Vuole coronare un sogno che insegue da sempre. E a chi gli chiede di Peppe Barra, Raucci risponde: “È un problema mio”.

Spiegando che quel gruppo a lui come candidato a sindaco e bisogna solo preoccuparsi di costruire una coalizione. Piccolo dettaglio, la coalizione non c’è stata, non c’è e non ci sarà mai. In queste condizioni Raucci davvero sarà in grado a Cardito di commissariare Barra trovando ancora candidati barriani disposti a sacrificarsi nelle liste perdenti per garantire giusto due seggi a lui e ad Andreina Raucci? L’unica strada per restituire vigore a quel gruppo è riportarlo al governo. Proprio come ha spiegato il leader Barra ai suoi fedelissimi.

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