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Napoli

NAPOLI. Al calciatore Napoletano Massimo Rastelli “Fair-Play Menarini”

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NAPOLI – Il calciatore napoletano Massimo Rastelli ha commentato il riconoscimento ricevuto durante la XXII edizione del Premio Internazionale Fair-Play Menarini che si è svolto a Castiglion Fiorentino dicendo: “Questo premio ha un sapore particolare per quello che rappresenta. Il fair play, lo dice la parola, è sinonimo di correttezza. E io sono onorato di aver ricevuto questo premio assieme a tante stelle dello sport, per questo sono grato agli organizzatori che hanno deciso di attribuirmi questo importante riconoscimento”

E continua dicendo: “Credo di essere l’esempio vivente di chi riesce nella vita a costo di grandi sacrifici, come è successo anche ad altri calciatori delle nostre parti. Ma sappiamo che la nostra realtà è difficile e non si emerge facilmente. Per questo, il consiglio che posso dare ai ragazzi è quello di darsi completamente, di non risparmiarsi mai, come ho fatto io. Io ho dato tutto me stesso, con grande lavoro e sacrificio perché volevo fortemente diventare un calciatore professionista. E per inseguire il mio sogno ho anche rinunciato agli svaghi adolescenziali perché volevo arrivare a giocare in serie A e ce l’ho fatta, ho giocato con grandissimi campioni. Quindi quello che sento di dire ai giovani è: nella vita bisogna fare tanti sacrifici, ma è l’unica strada valida se si vuole veramente riuscire”.

E quindi l’allenatore Ancelotti, Rastelli alla domanda sul Napoli ha risposto dicendo: “Secondo me il Napoli farà bene anche quest’anno, come ha fatto negli ultimi anni e soprattutto nell’ultima stagione, poiché ha conteso lo scudetto alla Juve fino alla fine. De Laurentiis ha riportato in Italia uno dei migliori allenatori del mondo, per cui sono certo che il ‘gap’ tra Juve e Napoli si colmerà sempre di più e che il Napoli si giocherà la partita-scudetto, come ha già fatto quest’anno, fino alla fine”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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