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Ambiente

CAMPANIA è sempre più emergenza rifiuti. A2A lascia lo STIR. A Caivano arriveranno 100 tonnellate in più

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NAPOLI – L’ombra della raccolta differenziata aleggia sul territorio campano. C’è chi ha paura di rivivere di nuovo i giorni dell’estate del 2008 con le strade inondate di sacchetti di spazzatura. Il timore non sarebbe poi tanto infondato se si pensa che, specialmente nella provincia a nord di Napoli, tutti i comuni stanno vedendo diminuire drasticamente la loro percentuale di raccolta differenziata.

Ad oggi non si comprende ancora se la diminuzione della percentuale è dato da dati falsati in passato oppure realmente gli enti locali non riescono più a conferire come una volta, fatto sta che i sacchetti per strada ci sono eccome. Allora vuoi un giorno lo stato di agitazione degli operai, vuoi l’altro giorno i camion rotti, la ditta commissariata e priva di fondi, la linea del termovalorizzatore bloccata, lo STIR in affanno. Insomma ogni giorno c’è un motivo che porti a rilento la raccolta dei rifiuti solidi urbani e come sempre a pagarne le conseguenze è sempre il cittadino vessato dalle tasse e dai disservizi continui.

Poche settimane fa si è registrato il disservizio causato dal termovalorizzatore di Acerra, quando delle due linee di scarico ne funzionava solo una. Oggi, invece, con la chiusura temporanea degli impianti di Tufino e Giugliano, perché saturi, il Comune di Napoli è costretto a sversare la sua quantità di rifiuti solidi urbani nello STIR di Caivano che dal 16 Luglio fino al 6 Agosto riceverà circa cento tonnellate in più di immondizia da tritovagliare. Tutto questo comporterà, ovviamente, un rallentamento del flusso lavorativo, che si ripercuoterà anche sui comuni che già si servivano dell’impianto caivanese.

La colpa di tutti questi disservizi può essere tranquillamente addotta per metà alla mancanza di infrastrutture e programmazione da parte delle istituzioni e per metà al cattivo rapporto che la popolazione campana ha con la raccolta differenziata. Se solo si pensa che negli ultimi periodi, causa anche le difficoltà di conferimento, i prezzi dell’indifferenziato sono saliti alle stelle e questo è un motivo che alle orecchie dell’imprenditoria del rifiuto appare come tintinnio di moneta sonante e dove c’è denaro è ovvio che c’è anche corruzione, ecco perché talvolta le istituzioni appaiono assenti sul tema della sensibilizzazione del cittadino verso la raccolta differenziata, perché più non si differenzia più gli enti comunali spostano soldi pubblici verso aziende private e finché non si spezza questo volano non si avrà mai un corretto conferimento dei rifiuti solidi urbani. Allora che fare? Bisogna ripartire dalla base, dovranno essere i cittadini che per primi dovranno produrre, in maniera del tutto autonoma, meno indifferenziata. Per fare questo, bisogna che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero sapere quanti danni seguono dal punto di vista sanitario, ambientale ed economico, a un non corretto conferimento dei rifiuti

Se in tutto questo bailamme ci mettiamo anche gli interessi economici degli addetti ai lavori, la frittata è fatta. Infatti da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che l’A2A, azienda che gestisce lo STIR di Caivano e il termovalorizzatore di Acerra, stia valutando la possibilità di abbandonare la gestione dell’impianto caivanese, causa il blocco di fondi CIPE da parte del governo centrale. Visto che la ditta milanese valuterebbe la realtà caivanese senza fondi europei una società in perdita, valutazione legittima per un’azienda attenta al proprio bilancio. Nulla hanno da temere i dipendenti poiché un’eventuale dismissione dell’A2A lascerebbe gli operai nelle mani della SAPNA, attuale proprietaria dell’intero STIR caivanese e società con socio unico rappresentato da Città Metropolitana di Napoli. Tutto questo però significherebbe un cambio di gestione che va in direzione opposta al trend degli ultimi anni, ossia dal privato verso il pubblico e non si sa a questo punto se sia o meno una cosa giusta.

Attualità

Campi Flegrei, il piano per la messa in sicurezza: 56 interventi da eseguire nell’arco di tre anni

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Cinquantasei interventi per le infrastrutture pubbliche nell’area del bradisismo ai Campi Flegrei, da eseguire nell’arco di tre anni con fondi per 260 milioni di euro.

E’ il massiccio piano di lavori per la sicurezza presentato oggi dal Ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in un incontro con i sindaci del territorio svoltosi a Pozzuoli.

La riqualificazione sismica riguarderà anzitutto gli edifici scolastici, ma anche strutture pubbliche di rilevanza nazionale come la casa circondariale femminile di Pozzuoli e l’Accademia aeronautica, ma anche il comprensorio logistico della Guardia di Finanza a Miseno e quello militare di Nisida.
Un altro capitolo è dedicato alle opere idrauliche, cominciando dagli interventi sulla rete fognaria e su quella idrica a Pozzuoli e Bacoli.
Poi la rete viaria: previsto un nuovo ingresso per la Tangenziale di Napoli, dall’abitato di via Cigliano a Pozzuoli, e il completamento dello svincolo di via Campana.
Infine nel porto di Pozzuoli è prevista una nuova darsena traghetti e saranno eseguite opere di livellamento dei fondali con la creazione di moli galleggianti temporanei. Completano questa prima fase del programma gli interventi per la messa in sicurezza di costa e costoni a Bacoli.

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Attualità

Campi Flegrei, diminuzione del bradisismo: solo 18 eventi registrati in una settimana

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Il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano, relativo alla settimana dal 14 al 20 ottobre 2024, ha evidenziato un rallentamento dell’attività sismica nell’area dei Campi Flegrei, con soli 18 eventi registrati, rispetto ai 30 della settimana precedente.

Il terremoto più forte della settimana, si è verificato il 20 ottobre alle ore 18:22 ed ha raggiunto una magnitudo di 1.3 con profondità 3 km con epicentro localizzato al largo del golfo di Pozzuoli.

Il fenomeno del bradisismo, ovvero il sollevamento del suolo nell’area flegrea, prosegue, sebbene si osservi una riduzione nella velocità del sollevamento a partire da agosto 2024.

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Ambiente

Fonti rinnovabili, Star Energia: “col sole potremmo diventare esportatori netti di energia”

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“L’Italia è il paese del sole e del vento. Potremmo diventare esportatori netti di energia, eliminando le politiche assistenziali per il Mezzogiorno e raggiungendo una vera indipendenza energetica”.

E’ quanto afferma Mario Palma, CEO di Star Energia, una delle aziende italiane più attive nel settore delle energie rinnovabili, che sottolinea come nella realtà “l’indipendenza energetica si scontri con le politiche governative attuali, che sembrano favorire interessi legati alle lobby delle energie fossili e nucleari”.

Capita per l’energia fotovoltaica, che rappresenta oggi una delle fonti più diffuse e accessibili a livello globale, con numerosi Paesi che stanno investendo pesantemente su questa tecnologia per accelerare la transizione energetica, e l’Italia che, come evidenziato da Palma, è dotata di un potenziale solare ineguagliabile, specialmente nelle regioni meridionali, con un boom nell’installazione di impianti fotovoltaici negli ultimi anni; un boom cui non corrisponde però, a suo avviso, un’adeguata politica di Governo.

(fonte: Ansa)

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