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[EDITORIALE] CASORIA. Apparente tranquillità, la crisi cova sotto la cenere

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CASORIA – Non si è ancora placata la polemica sui debiti fuori bilancio che attanagliano l’amministrazione Fuccio. Infatti nella conferenza dei capigruppo si è discusso anche di questo e pare che il sindaco abbia deciso di accorpare in un unico ordine del giorno tutti i debiti che compaiono nel panorama passivo dell’ente casoriano, come se volesse mettere da parte la discussione riguardante specificatamente quelli menzionati nell’ordine del giorno del Consiglio comunale scorso, andato deserto per mancanza di numero legale e non più organizzato in seconda convocazione.

Ora, premesso che è alquanto grave che parte della maggioranza non si presenti in aula a discutere di un ordine del giorno così importante, ma è altrettanto grave illudere la cittadinanza sul fatto che quest’amministrazione non stia vivendo un periodo di crisi, dato anche e soprattutto alla mancata verifica politica. Da indiscrezioni pare che i problemi per i quali si stia verificando l’impasse da parte dell’amministrazione Fuccio siano legati proprio al mancato accordo su quella che dovrebbe essere la prossima squadra dell’esecutivo. Stando alle voci di corridoio, sembra che i problemi nascano proprio dal partito del sindaco, visto che gli altri gruppi molto probabilmente hanno già scelto la propria nomenclatura. Infatti il prossimo esecutivo si dovrebbe dotare delle professionalità di Daniele Marino in quota Italia dei valori all’Urbanistica delega conservata ancora dal primo cittadino, D’Onofrio alle Politiche sociali in quota Insieme per Casoria che sostituirebbe di fatto Giulio Russo già dimissionario. Mentre tra quelli che dovrebbero abdicare ci sono l’assessora al bilancio l’Avv. Maria De Rosa e l’assessore all’ambiente Pietro D’Anna, ma allo stato attuale ci sarebbe ancora indecisione sui sostituti.

Pertanto e altro ancora sconosciuto, il sindaco Pasquale Fuccio non riesce a trovare la quadratura del cerchio sulla verifica politica che insieme alla grana dei debiti fuori bilancio e alle ultime vicende di morte che avvolgono Casoria Ambiente, rappresentano un vero e proprio macigno da sollevare per il primo cittadino casoriano.

In merito proprio all’ultimo episodio di morte che ha visto coinvolto una ditta in subappalto della Casoria Ambiente, nella conferenza dei capigruppo si è deciso, dopo polemiche e aspri dibattiti, di fissare all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, proprio il tema sicurezza sul lavoro della partecipata del Comune e alla fine si è deciso di stabilire la data dell’Assise Pubblica per il prossimo 18 Luglio. In quell’ambito l’amministrazione deve chiarire la sua posizione e soprattutto deve spiegare alla cittadinanza tutta se i tanti euro risparmiati, circa un milione e mezzo di euro, siano realmente risparmiati o si è pagati in sicurezza, visto che i casoriani allo stato attuale si ritrovano con mezzi pesanti dedicati alla raccolta rifiuti per le strade fino alle dieci e mezzo del mattino. E questo si sa crea disagio al traffico e all’incolumità del cittadino. La scelta da parte dell’amministrazione del nuovo orario lavorativo della raccolta rifiuti sicuramente sarà stata indirizzata al risparmio economico visto che gli orari lavorativi notturni devono essere pagati il doppio. C’è da dire inoltre che allo stato attuale il Presidente della partecipata del Comune si trova in regime di prorogatio, dato che si stenta perfino a nominare il suo successore.

Lo stallo dove è finita l’amministrazione Fuccio è imbarazzante, visto che avviene a poco più di due anni di distanza. Il primo cittadino si sta dimostrando di essere ormai uomo solo al comando, non riesce più a mediare. Il fatto che il suo partito è quello che allo stato attuale causa maggiori problemi è la dimostrazione valida della sua assenza di leadership. Se la questione rimane la nomina di uno o più assessori, allora perché non giocarsi anche la carta del Presidente di Casoria Ambiente? È così esosa la richiesta del Partito Democratico? Se è si, come mai, visto che dovrebbe venire incontro alle esigenze del proprio sindaco?

Purtroppo questi sono interrogativi che difficilmente riusciremo a dare risposta, visto che molto probabilmente sono quesiti scomodi a chi in realtà le risposte le dovrebbe dare e non a noi della stampa ma soprattutto ai cittadini casoriani o quanto meno ai propri elettori. Perché in queste dinamiche assurde da manuale Cencelli, dove il primo cittadino sembra si stia perdendo come Dedalo e figlio Icaro nel labirinto di Cnosso, chi ci perde è sempre la città e con essa i suoi abitanti vessati da una politica senza programmazione.

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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