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Napoli

NAPOLI. Ronghi (Sud protagonista): “decreto dignità senza alcuna dignità”

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NAPOLI –  il segretario federale di Sud Protagonista, Salvatore Ronghi ci ha dato una sua dichiarazione in cui dice:“Il cosiddetto Decreto ‘Dignità’, approvato dal Governo giallo-verde, è totalmente senza dignità perché prevede solo spot da campagna elettorale e nulla di concreto per creare lavoro vero”

Sottolineando: “Il Job Act non viene affatto ‘smantellato’, come annuncia Di Maio, in quanto esso resta così com’è salvo per quanto riguarda l’indennizzo in caso di licenziamento, che viene innalzato da 24 fino ad un massimo di 36 mensilità; per quanto riguarda la penalizzazione per le aziende che, beneficiarie di aiuti di Stato, delocalizzano la propria attività entro cinque anni, anche in questo caso siamo di fronte ad un mero spot perché la vita media di un investimento dura quel periodo e, difficilmente, un’azienda lascia prima il territorio, mentre il provvedimento sarebbe stato incisivo, ad esempio, se avesse avuto un limite temporale di dieci anni; per quanto riguarda i precari, si pone un limite di due anni ai contratti a termine, pari a quattro rinnovi, ma non si contrasta il precariato in maniera sostanziale e si getta solo ‘fumo’ negli occhi, particolarmente del Sud, dove il lavoro non esiste.La vera questione, ovvero quella di creare le condizioni per la nascita di nuove imprese e di nuovo lavoro, è totalmente assente”

E continua Dicendo: “la vera sfida sarebbe l’approvazione della fiscalità di vantaggio, un grande piano di opere pubbliche da realizzare nel Sud ed un piano straordinario contro il dissesto territoriale e per il risanamento ambientale”

Conclude con: “la principale potenzialità di sviluppo del Paese, che è il turismo, viene ridotta ad una mera delega conferita al Ministro dell’agricoltura, una scelta che mette in evidenza l’irrazionalità di questo Governo di ‘sprovveduti'”.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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