Quella del Prete Gianni è una leggenda che ha affascinato l’Europa per tre secoli. Le storie del suo ricco e fantastico regno hanno spinto vari esploratori alla ricerca di esso, e i sovrani europei hanno desiderato come alleato il leggendario re-prete.
Ma chi è, o meglio, chi era Prete Gianni?
Agli inizi del Basso Medioevo, i confini orientali dell’Europa erano minacciati dalle forze dell’Islam, i sovrani europei avevano indetto delle crociate contro i Saraceni, per riprendere il controllo della Terrasanta. Improvvisamente, si sparse la voce che un monarca aveva sconfitto a Samarcanda i Persiani (oggi sappiamo che furono i Mongoli centrasiatici a riportare la vittoria). A riferire la notizia fu il vescovo di Biblo, che nel 1145 andò a Roma da papa Alessandro III e gli raccontò del Prete Gianni. Il vescovo disse che il regno del leggendario monarca si trovava in Estremo Oriente, oltre la Persia e l’Armenia. Nel 1165, arrivò presso la corte di Manuele I Comneno, Imperatore di Costantinopoli, una lettera, il cui mittente era “Giovanni Presbitero, grazie all’onnipotenza di Dio, Re dei re e Sovrano dei sovrani”. All’interno della missiva, il re-prete presentò se stesso e il suo regno, il quale comprendeva le Tre Indie, che per i cartografi medievali erano l’India Vicina, l’India Centrale e l’India Lontana, ma che oggi identifichiamo come India ed Etiopia. Il suo impero si estendeva su 72 regni ed era popolato da una miriade di esseri fantastici come blemmi, folletti, cinocefali, centauri, ciclopi e tante altre creature. In guerra, gli stendardi del suo regno erano 13 grandi croci incrostate di diamanti, e ogni croce era seguita da 10000 cavalieri e 100000 fanti. Il suo regno era ricchissimo e aveva accesso a un fiume paradisiaco chiamato Ydonis che era pieno di pietre preziose. Prete Gianni parla di un dono inviatogli da Manuele I e che ha gradito. Dice inoltre di voler inviare anch’egli un regalo all’imperatore, che potrebbe trattarsi del Sacro Graal. Manuele I inviò la lettera a Federico Barbarossa, Sacro Romano Imperatore, e a papa Alessandro III. I due imperatori non diedero molta importanza alla missiva, ma il papa, che si sentì in obbligo di presentarsi come il vicario di Cristo, inviò al re prete una lettera. La leggenda del Prete Gianni ha spinto numerosi esploratori in cerca del suo regno, Marco Polo, per esempio, lo ha identificato come il territorio popolato dai Tartari.
Ma il Prete Gianni è realmente esistito? E chi ha scritto la famosa lettera?
Gli storici credono che Prete Gianni possa essere identificato come Gur-Khan, comandante dei Mongoli centrasiatici; come gli imperatori di Etiopia del XII secolo; come un imperatore della Cina.
Per quanto riguarda la lettera del Prete Gianni, non si sa chi l’abbia realmente scritta, ma Umberto Eco, nel suo romanzo “Baudolino”, indica appunto Baudolino e i suoi compagni come gli ideatori della lettera. Nel romanzo, la lettera doveva essere indirizzata a Federico Barbarossa, ma Zosimo, una spia bizantina, ne ricopiò il testo e, dopo averla riscritta, la indirizzò a Manuele I Comneno.