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⚽ Di Maio ed il suo decreto fermano lo sport

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L’astratto furore dei moralisti. Più letale di qualunque piaga biblica, tenebre e cavallette incluse. Quando manca la grazia del pensiero, non resta che l’uso della mannaia. Che in questo caso prova a imbellettarsi con un effetto travestì tra il sinistro e il grottesco, dotandosi del vezzoso nome di “decreto dignità” (Alexandre Dumas aveva una qualche ragione nel preferire i cattivi agli imbecilli, con la scusa che i cattivi qualche volta riposano). Mentre Luigi Di Maio sembra impegnatissimo, da non si sa quale magistero kantiano, a restituirci la dignità perduta, a noi italiani brava e inguaribile gente di ludopatici e di viziosi, conviene fare due conti. Il divieto assoluto della pubblicità sull’azzardo, prima ancora che uno spiegabilissimo orrore concettuale ai confini della demenza, sarebbe una catastrofe per l’intera economia nazionale. Miliardi di euro di mancato gettito, tra fonti dirette e derivate. Denaro sottratto alle già pericolanti casse di comparti strategici pubblici e privati, quali le entrate fiscali, i media, lo sport.

A cominciare dal sistema calcio (tra le prime dieci industrie del Paese, con un giro d’affari di 13,7 miliardi), in cui l’allarme rosso è scattato già da anni, molto prima che i cecchini pentastellati si presentassero alle porte in assetto da plotone d’esecuzione. Per capire il danno, per niente collaterale, basti pensare che dei 200 milioni di euro investiti ogni anno dalla galassia ludica in pubblicità, la quota più rilevante, 120 milioni, è assegnata alle sponsorizzazioni. E che almeno dieci club titolati, mezza Serie A, hanno un partner legato al mondo delle scommesse. Contratti in essere per Inter, Juventus, Roma, Milan, Napoli, Cagliari, Lazio, Sampdoria, Genoa e Udinese. Senza contare i marchi presenti negli stadi, tra tabelloni luminosi, insegne pubblicitarie e backdrop delle interviste.

Capitolo fondamentale quello dei diritti tv, come dire il vincolo di sopravvivenza per il calcio italiano. Anche qui, soprattutto qui, l’effetto sarebbe letale in termini di budget decapitati. Azzerata la raccolta pubblicitaria televisiva legata alle scommesse (un affare da 70 milioni l’anno, di cui 35 solo a Mediaset), di quanto sarebbe svalutato e dunque impoverito il prodotto calcio? Vogliamo parlare di quanti posti di lavoro a rischio e del probabile massiccio ritorno del mai estinto del tutto fenomeno delle scommesse clandestine?

Quesiti evidentemente irrilevanti per Di Maio e compari. L’aberrazione, se possibile ancora più sinistra, nello sfondo di questo turpe decreto, è un’altra. L’idea di uno Stato che s’incarica di decidere cosa sia buono e giusto per le nostre vite. Se questa è la premessa, prepariamoci al peggio. Esattamente il presentimento di qualunque onesto e libero suino prima di diventare un’onesta e commestibile salsiccia. La sparo grossa. Piuttosto che lasciare a Di Maio il diritto di stabilire per me cosa sia salute e cosa sia malattia, preferisco riabilitare Al Capone, che da gangster sapeva almeno teatralizzare davanti ai giudici la sua attitudine al crimine (“ho sempre pensato che sia un’opera di bene dare alla gente liquori decenti e giochi d’azzardo onesti”).

Fonte: Giancarlo Dotto per Corriere dello Sport.it

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Calcio, l’Italia batte il Belgio e si qualifica ai quarti di Nations League: decide un gol di Tonali

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Alzi la mano chi, dopo gli Europei tedeschi dello scorso giugno, avrebbe scommesso ancora sulla Nazionale di Luciano Spalletti. Probabilmente pochi o nessuno, ma quello che emerge dalla vittoria ottenuta ieri sera contro il Belgio che ci consente di staccare il pass per i quarti della Nations League, ci fa sicuramente ben sperare.

Infatti, se quella con la Francia a settembre era stata la partita della rinascita, quella di ieri sera allo stadio Re Luigi Baldoino di Bruxelles è stata una dimostrazione di forza e compattezza, una vittoria di grande carattere, dopo una partita nella quale l’Italia ha spesso dominato il gioco e controllato la manovra, ma dove ha saputo anche soffrire.

Insomma, la Nazionale inizia ad assumere i tratti del suo allenatore: bella e cattiva quanto basta, capace di giocare a calcio e di combattere quando l’occasione lo richiede. Alla fine la decide un gol di Tonali nel primo tempo, al termine di una splendida azione corale che ha visto l’ex milanista battere il belga Casteels con un comodo tap-in.

Ora testa a domenica e al big match con la Francia al Meazza, con il cuore sgombro dalle pressioni di una qualificazione ormai già ottenuta e con la consapevolezza di aver aperto un nuovo ciclo azzurro che si spera possa darci tante soddisfazioni.

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Calcio, l’Inter domina ma non va oltre il pari con il Napoli: è 1-1 al Meazza

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Si è concluso con un pareggio il big match della 12esima giornata di Serie A, che ha visto affrontarsi allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro i padroni di casa dell’Inter e il Napoli allenato da Antonio Conte.

Nel primo tempo sono i nerazzurri a fare la partita, ma è il Napoli a passare in vantaggio grazie ad uno schema su palla inattiva concluso dal tocco sotto porta dello scozzese McTominay, bravo a sfruttare la disattenzione di Dumfries in marcatura. Sembra in discesa la gara per gli azzurri, fino a quando Hakan Calhanoglu non decide di buttare giù la porta con un destro imparabile che si infila nel sette, senza lasciare scampo a Meret.

La ripresa è un monologo dell’Inter, che tiene in mano il pallino del gioco e crea tante occasioni da gol non finalizzate dagli uomini di Inzaghi, su tutte il rigore sbagliato da Calhanoglu alla mezz’ora, per fallo in area su Dumfries.

Nel finale occasione anche per gli ospiti, con Simeone che non inquadra lo specchio della porta da pochi metri, dopo aver anticipato il suo diretto marcatore. Un punto che fa bene soprattutto al Napoli, che esce indenne dal Meazza e mantiene la vetta della classifica con un punto di vantaggio su Inter, Fiorentina, Atalanta e Lazio.

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Calcio

Napoli, che bello senza coppe: batte il Milan e consolida il primato

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Una vittoria convincente, senza quasi mai rischiare di prendere gol e segnandone due in un tempo, sufficienti per vincere la sfida del Meazza contro il Milan.

I padroni di casa si presentano al match con gli azzurri senza gli squalificati Theo Hernandez e Reijnders, cui si aggiunge il forfait dell’ultimo minuto di Pulisic per un attacco di gastroenterite.

Gli uomini di Conte entrano in campo con un’idea ben precisa, che si tramuta nel gol di Lukaku dopo appena 5 minuti, grazie al filtrante di Zambo Anguissa che taglia la difesa rossonera e consente al numero 11 belga di siglare il vantaggio. Poi ci pensa Kvaratskheila a raddoppiare sul finire del tempo, con un assolo degno dei tempi migliori e un tiro che seppur non irresistibile supera Maignan.

Il secondo tempo è uno sterile monologo del Milan, che trova il gol con Morata a inizio ripresa, giustamente annullato per il fuorigioco dell’attaccante spagnolo. Poi nulla più, con un Napoli che si limita a difendersi chiudendo ogni spazio e un Milan che non si sveglia nemmeno con gli ingressi dell’acciaccato Pulisic e di Rafael Leao, l’escluso eccellente.

Conte porta il vantaggio dall’Inter a 7 punti, in attesa del match dei nerazzurri sul campo dell’Empoli, e tenta la prima fuga della stagione, grazie ad un calendario favorevole e al vantaggio di non giocare le coppe.

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