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Politica

Strabismo politico

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“La sinistra insulta, i cittadini ci premiano”, questa la frase con cui esordisce Matteo Salvini dal suo hashtag quotidiano stamattina in Twitter. Ha torto? Credo proprio di no. Le elezioni politiche del 4 marzo in primis, ma soprattutto le comunali del 10 giugno, hanno confermato questa frase del leader leghista. Guardiamo i risultati, almeno per i capoluoghi di provincia in cui si è votato: Ancona – centrosinistra; Avellino – M5s; Brindisi – centrosinistra; Imperia – liste civiche; Massa – centrodestra; Messina – liste civiche; Pisa – centrodestra; Ragusa – centrodestra; Siena – centrodestra; Siracusa – liste civiche; Sondrio – centrodestra; Teramo – centrosinistra; Terni – centrodestra; Viterbo – centrodestra. In totale abbiamo otto città al centrodestra, tre al centrosinistra, tre a liste civiche, una al M5s. Impressionante il dato dei feudi rossi, dove la sinistra vinceva un tempo anche senza gli alleati moderati, parlo della Toscana ma anche dell’Umbria. La dichiarazione di Salvini che apre questa riflessione è un fatto, inutile arrovellarsi in ragionamenti filosofici o da massimi sistemi, non servono. Basta aprire un social, in particolare fb e leggere i commenti dei militanti di sinistra, una serie d’invettive e offese contro il leader leghista e il M5s in generale ma in particolare il giudizio peggiore è verso l’elettore che ha scelto questi due movimenti, nella migliore delle ipotesi sono accusati d’ignoranza. Hai voglia di scrivere che moltissimi ex elettori di centrosinistra, traditi da una serie di scelte dei governi a guida PD, hanno votato quest’anno altro, non si rassegnano. Giudizi sommari e plotone di esecuzione verbale e la frase fatidica: “Dovevano comunque votare a sinistra il pericolo è il fascismo leghista e il populismo cinquestelle”.

Il web rappresentato dai fucilieri di centrosinistra ha sparato colpi micidiali come “antifascismo” e “razzismo”, gli elettori avendo indossato giubbotti anti-proiettili non se ne sono curati, anzi hanno premiato in tre tappe differenti proprio i peggiori, la Lega di Salvini che oggi viaggia al 30% dei consensi mentre alle politiche del quattro marzo era al 16%. I vertici del PD stamattina si s’interrogano, questo il senso degli interventi dei cronisti davanti al Nazareno in attesa di decisioni da parte dei democratici, che non arriveranno. Tra qualche ora vedremo Martina e altri esponenti del cerchio magico di Renzi fare tutto tranne che “autocritica”, diranno che la ventata populista sta pericolosamente soffiando sugli umori della gente; che l’Europa ci guarda sempre con maggiore diffidenza; che i mercati, non quelli ortofrutticoli ma quelli finanziari sono già pronti a pungerci di nuovo con lo spread, il solito Karma insomma. Renzi è sempre in giro a dare lezioni di politica, poveri allievi e spero sia in questi giorni in Toscana dove nella sua roccaforte, il PD perde Pisa, Massa, Siena, passate al centrodestra, insieme a Terni in Umbria. Terni, feudo del Pci oggi al centrodestra, c’è da mettersi le mani nei capelli. . Pochi ricordano la ferita della Tissen Krupp, delle morti sul lavoro, della chiusura dell’acciaieria, dell’interminabile processo per scagionare i vertici e i responsabili. Ancora oggi, non si ode dalla bocca degli Avengers del PD la frase “abbiamo fallito”, ma nemmeno “abbiamo sbagliato”. Alla distanza dai cittadini dei governi Letta, Renzi, Gentiloni, la risposta è stata, dai vertici alla base del PD ma anche della sinistra “hanno sbagliato gli elettori”. Un sentimento di profonda vergogna dovrebbe invece colpire tutti, dai dirigenti nazionali a quelli locali del centrosinistra, tranne qualche rara eccezione, per i danni arrecati a chi è rimasto indietro e la fila aumenta sempre di più. Dall’inciucio Letta-Berlusconi, si è confermata la linea di austerità del governo Monti, in pratica gli stessi numeri a favore che sostenevano il Professore della Bocconi erano con Letta in Parlamento. Si, è vero, sono diminuite in parte le tasse nazionali, ma con quale stratagemma? Distribuendo meno soldi agli enti locali che di conseguenza hanno aumento i tributi. La Buona Scuola ha determinato una confusione senza precedenti, Renzi è stato capace di non accontentare i vincitori di concorso e scontentare i precari che da anni aspettano l’assunzione. Lo Jobs ACT, famigerata legge per aumentare il numero di occupati da presentare nei vari TG e alle agenzie di statistiche, si è tradotto in precariato a vita per i figli, minori certezze peri i genitori che nella sciagurata ipotesi escano dal mondo del lavoro, non avranno possiblità di rientro. Infine il problema dei problemi “l’accoglienza dei profughi e dei migranti economici”. È sotto gli occhi di tutti il dramma delle popolazioni in fuga dalle guerre ma quelli che arrivano in Italia da queste nazioni sono solo il 7%, la maggioranza sono di altra natura. Cosa ne pensa un disoccupato cui lo stato non garantisce ammortizzatori sociali di questo problema? Che cosa pensano i terremotati dell’Italia centrale cacciati via dagli alberghi della Riviera romagnola per l’imminente stagione turistica l’anno scorso e hanno visto poi quelle strutture occupate dai migranti? Che cosa pensano gli abitanti delle periferie dei grandi e piccoli comuni dove in genere chi vaga per l’Italia “senza orario e senza bandiera” alla ricerca di un alloggio, a parte aumentare il disagio sociale sono assoldati dalla malvivenza più o meno organizzata, con l’assenza totale dello stato.

Certo non abitano in Via Filangieri i migranti di qualsiasi natura e non troviamo Centri di accoglienza a Piazza dei Martiri a Napoli. Scandali in successione per affari loschi dei progetti Sprar e dei Centri di accoglienza, molte volte in mano a gentaglia di ogni risma che lucra e specula sulla pelle dei migranti che si sono ritrovati a mangiare cibi scaduti, latte annacquato etc. Sul tema specifico della sicurezza basti pensare alla depenalizzazione di alcuni reati minori e l’idea di svuotare le carceri. L’impunità per gente di ogni luogo, compresi i nostri campioni hanno fatto crescere paure e tensioni dei cittadini che subiscono rapine, furti e violenze. Lo stato come risponde? I colpevoli non vanno in galera o solo per qualche settimana, ecco servito il fallimento. Si vive oggi un cambio storico, molti hanno compreso che “Euro e globalizzazione”, si sono tradotti nella perdita di certezze che l’Italia del dopoguerra aveva garantito a tutti, in particolare alle classi popolari. In questo cambio c’è stato chi, come la Lega e il Movimento cinque stelle ha saputo interpretare i bisogni del cittadino. Il Partito Democratico invece ha lasciato al proprio destino: impiegati, operai, pensionati, precari della scuola, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, etc., tradendo una vocazione verso la parte meno ricca della popolazione. I Democratici di contro hanno invece favorito: industriali, operatore della finanza, banchieri, grandi imprese del cemento e dell’industria, soprattutto non eliminato i privilegi acquisiti dai vecchi e nuovi satrapi, politici o manager che siano. A questo aggiungiamo, solo per dovere di cronaca, una Sanità che in alcune aree della nazione si traduce nell’ abbandono della cura della propria salute da parte dei cittadini per mancanza di soldi, mentre si elargiscono stipendi faraonici ai manager indicati dalla politica, scoppiano scandali di ogni genere, si chiudono strutture pubbliche e i centri della Sanità privata, spesso di proprietà di politici, la fanno da padrona. Inutile parlare di una giustizia che funziona in modo differente tra ricchi e poveri in Italia, nei tre gradi di giudizio quanti si possono permettere di andare avanti spendendo somme davvero esorbitanti. L’evasione fiscale è sempre lì e il rimedio per favorire i delinquenti c’è sempre, basta aspettare il prossimo e infinito condono fiscale. Nel tempo i ricchi e i potenti hanno guardato sempre con maggiore simpatia a Renzi al suo rampantismo politico e in Italia da dieci anni a questa parte sono stati premiati dall’ex Presidente del Consiglio ed ex Segretario del PD, i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. I risultati elettorali, in genere, sono da un lato un esame per chi ha governato ma anche e soprattutto la capacità di aver costruito un nuovo sogno, nell’immaginario collettivo. Il Partito Democratico ha tradito le attese del proprio popolo e oggi che anche Bersani e Gentiloni ammettono questa ipotesi, è bene fermarsi e riflettere. Abbiamo assistito a uno strabismo politico da parte del Partito Democratico che non ha conquistato gli elettori di destra ed ha tradito il popolo di sinistra. Una destra che guarda ai poveri è vincente, una sinistra che guarda ai ricchi è perdente e la cosa che fa più rabbia è il post del simpatizzante di sinistra lancia in fb dall’Iphone X, mentre guida il SUV prima di fermarsi al Lounge bar per una bella colazione e quattro chiacchiere con gli amici. Parleranno tra loro di antifascismo e razzismo, soprattutto di come elettori analfabeti abbiano potuto scegliere Lega o M5s e non gli unti democratici. La rabbia sarà così forte da evitare la cena la sera con gli amici al ristorante di lusso e si ritornerà a casa per continuare a offendere chi è angelo quando vota a sinistra, demone quando lo fa a destra o verso altri. Si ispirino al più grande leader delle socialdemocrazie scandinave coloro che vogliono rilanciare la sinistra oggi in Italia, parlo di Olaf Palme, il grande statista pronunciò queste parole in un suo intervento: “Siamo dalla parte dei poveri ma non odiamo i ricchi”. Questa frase diede impulso alla vittoria della sinistra in Svezia e alle grandi riforme dello stato sociale, del walfare, ma costò la vita al grande leader socialdemocratico. Dallo strabismo politico si può guarire, in Italia come altrove ma ci vuole tempo e umiltà, dall’ arroganza no, quella resta per sempre, sui social e nella vita di tutti i giorni.

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POLITICA

Dazi, Meloni: “Nessun allarmismo. Ragionare sulla sospensione del Green Deal per l’automotive”

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“Sono ovviamente preoccupata, è un problema che va risolto. Non ne farei la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni che mi preoccupa paradossalmente più del fatto in sé. Parliamo di un mercato importante, quello Usa, che vale circa il 10% della nostra esportazione. Non smetteremo di esportare negli Usa, ma attenzione all’allarmismo che sto vedendo in queste ore”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine della visita sull’Amerigo Vespucci a Ortona.   

“Il governo è al lavoro, sta facendo uno studio sull’impatto settore per settore, vedrà la settimana prossima i rappresentanti di tutte le categorie produttive per confrontare le nostre valutazioni con le loro. Ragioniamo insieme per capire quali possano essere le soluzioni, a livello italiano, europeo e in una trattativa che va aperta con gli Stati Uniti per cercare soluzioni e arrivare a rimuovere tutti i dazi e non a moltiplicarli”, ha aggiunto.

“In questo momento – ha detto – possiamo fare intanto alcune cose a livello europeo che sono importanti. Forse dovremo ragionare di sospendere le norme sul Green Deal in tema di automotive, settore colpito dai dazi”, ha concluso.

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Caivano

CAIVANO. Tutti i movimenti delle varie fazioni politiche in vista delle elezioni

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CAIVANO – Con questo editoriale smetto, per ora, di essere il caivanese indignato e torno a fare ciò che mi riesce meglio, l’editorialista. E con questo editoriale cerco di illustrare i movimenti fatti a mo’ di moti carbonari dalla vecchia classe dirigente che, nonostante il pericolo del terzo scioglimento che incombe sulle proprie teste e i riflettori accesi sulle prossime elezioni, continuano imperterriti ad operare e a mettersi insieme nello stesso e identico modo di sempre.

Partiamo dal centrosinistra, per quanto riguarda questa parte ideologica della città, possiamo dire, senza tema di smentita, che sono ancora in alto mare. Partiti da un assunto alquanto bizzarro, quello di cominciare con incontri bilaterali con i partiti che formano l’opposizione al Parlamento, lunedì scorso si è svolta una riunione con i vari gruppi che hanno inteso dialogare coi dem, ossia Sinistra Italiana e Movimento 5 stelle. Nella prima parte della riunione erano presenti solo i rappresentanti della Sinistra Italiana e in quel momento il Segretario del PD Franco Marzano comunicava agli astanti che il proprio partito rivendica la nomina del candidato a Sindaco, secondo quali principi non è dato sapere, dato che stiamo parlando del primo partito dell’Amministrazione Falco sciolta per ingerenze criminali che nulla ha fatto per rinnovarsi.

La nota dolente arriva quando all’interno della riunione fa capolino il deputato Pasqualino “marsupio” Penza. Anch’egli con la presunzione, nonostante all’interno del partito siano rimasti in tre… – come cantava Modugno, il resto della canzone la sappiamo – di voler esprimere la sintesi della coalizione. Tra il PD e il M5S volano gli stracci e il tavolo si chiude con un nulla di fatto.

A farla ancora da padrona in questa parte politica caivanese sono ancora i vecchi schemi, la spartizione delle poltrone e delle prebende, gente che si attacca insieme con la saliva e che per l’interesse personale non riesce a governare per più di due anni da decenni. Mancanza di visioni, di contenuti e di programmi. La prima cosa su cui discutono è quella di chi deve essere il pupo da muovere con i fili, anche se questo principio può più valere per l’on. Penza, dato che per le indiscrezioni che ci arrivano, il candidato a Sindaco del PD, al netto di colpi di scena dell’ultima ora, dovrebbe essere Mimmo Semplice che nel frattempo indossa i panni dell’ignaro facendosi vedere tutto concentrato sulla mostra del Maestro Antonio Nocera che la sua Associazione “Passaggio a nord est” sta organizzando in quel di San Leucio (CE) con tanto di convenzione comunale di alcune svariate decine di migliaia di euro. Quando si dice essere filantropi e mecenati.

Dall’altro lato abbiamo un Antonio Angelino che apre la sua campagna elettorale puntando sul vittimismo, accusando la stampa di averlo diffamato e svicolando ancora le domande che la nostra testata gli ha posto, e che per dovere di cronaca le ripetiamo in quest’altro editoriale: qual è la sua posizione rispetto al comportamento di suo fratello che è stato raggiunto da un avviso perché il bar di sua proprietà era privo di autorizzazione in un immobile abusivo? È vero che i suoi ideologi politici sono Luigi Sirico e Lello Topo? È vero che la ditta incaricata della costruzione del Padel in via De Nicola era l’impresa edile di suo padre e di suo zio? È vero che il tecnico che ha redatto il progetto del Padel in via De Nicola era Luigi Sirico, suo ideologo politico e padre del socio di suo fratello al Sia Center? Qual è la sua posizione in merito al processo in atto sul Padel?

Il leader di Caivano Conta, oltre a non rispondere a queste semplici domande, si auto-candida a Sindaco attraverso un giornale cartaceo a lui vicino con una foto vecchia di due anni pur di dimostrare di essere soggetto aggregante. Ma al netto dei suoi pochi fedelissimi riesce ad aggregare poco, un po’ perché la gente è stanca delle solite facce e Antonio Angelino è nel panorama politico caivanese già da dieci anni con una partecipazione da consigliere comunale nelle ultime due Amministrazioni sciolte per camorra e un po’ perché la gente ha paura, dopo tutto quello che è successo a Caivano, correre il rischio di affiancarsi ad attori che hanno fatto parte della politica sciolta per camorra col rischio di essere coperta anche da un’ulteriore onta.

Il bello è che per far distogliere lo sguardo dal vero problema, alcuni suoi fedelissimi accusano la stampa, in particolare “Minformo” di fomentare il clima d’odio e alimentare nelle persone la paura di candidarsi. Incredibile, come per dire che i fatti fanno paura, dato che Minformo finora si è sempre e solo limitata a raccontare i fatti mai smentiti dal tempo, anzi. Come dire che la democrazia abbatte i piani di Angelino & C. dato che è risaputo che la stampa funge da cane di guardia della democrazia e finora il sottoscritto, a differenza loro, è stato l’unico a gridare dai palchi e a scrivere l’indignazione sulle ingiustizie e l’onta subita dai caivanesi perbene. Di quale odio parlano questi? Non è dato sapere. Ma questo è un chiaro ed evidente segnale che fanno fatica a formare le liste.

Un po’ più abbottonati sono quelli del centrodestra, anche se riesce a trapelare qualche indiscrezione. L’idea di un interessamento indiretto dell’ex Sindaco Simone Monopoli è ancora all’impiedi. Egli sfruttando la fresca nomina della sua fedelissima Maria Fusco a vice coordinatrice cittadina di FdI affiancherebbe qualche sua lista civica a quella della fiamma tricolore e della Lega, e supporterebbe la candidatura a Sindaco dell’ex Consigliera PD Maria Paolella. Dal PD alla Lega è un attimo ma forse questi sono i suggerimenti del marito Francesco Casaburo e dell’amico Antonio De Lucia, quest’ultimo, un altro candidato a tutti i costi, molto probabilmente anche lui protagonista del salto della quaglia sinistra-destra.

C’è un’altra ipotesi invece in un’altra parte del centrodestra, stavolta il dominus è un po’ più autorevole perché da indiscrezioni raccolte da Minformo, pare che a muoversi sia direttamente la sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello che ha già chiesto due volte la disponibilità a Giuseppe Celiento, medico già esponente di Forza Italia, di candidarsi a Sindaco e di avere l’onere di formare la coalizione di centro destra. Peccato che questa ipotesi stenti a decollare poiché il medico in entrambi i casi ha rifiutato l’offerta. Ovviamente è inutile puntualizzare laddove il dott. Celiento dovesse accettare quali siano gli interessi da tutelare.

Insomma nulla di buono all’orizzonte, se questo dovesse essere lo scenario politico fino a Settembre, data utile per presentare le liste, ancora una volta i caivanesi saranno costretti a votare il meno peggio e non il meglio come qualsiasi comunità che si rispetti dovrebbe pretendere da chi decide di scendere in campo.

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Politica

L’ex Assessore Raffaele De Luca: “Pronto a sostenere l’On. Cirielli alla presidenza della Regione Campania”

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“Sono consapevole che parlare di politica in questo periodo è difficile in città, ma sono sicuro che Scafati sarà protagonista alle prossime elezioni regionali, sono alcuni mesi che lavoro per creare un gruppo a sostegno del candidato alla presidenza Regionale, e di un nome per la quota Rosa per il Consiglio.


Il centrodestra campano è unito sul nome dell’ On. Cirielli, candidato perfetto per la presidenza, politico di alto spessore e di grande affidabilità.
Pronto a sostenere un nome per la quota Rosa, una candidata del territorio e perché no di Scafati sarebbe il giusto binomio per il nostro sostegno elettorale.

Sono alcuni mesi che adopero le mie forze per creare un gruppo che sostenga il candidato alla Presidenza regionale e una candidata per la Quota rosa per il Consiglio. Il Centrodestra campano è unito nell’appoggio all’ On. Cirielli, candidato perfetto per tale incarico, essendo politico di alto spessore, di integralità e di grande affidabilità. Uguale supporto sarebbe offerto a chi volesse candidarsi per la Quota rosa, in modo da garantire la parità di genere. Sarebbe auspicabile che tra la rosa dei nomi, risaltasse un nominativo scafatese.
Sarebbe il giusto binomio per il nostro sostegno elettorale”.

Le parole dell’ex Assessore Raffaele De Luca.

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