AFRAGOLA – Le cose vanno nel senso opposto a quello sperato. Siamo appena a dieci giorni dalla presentazione delle liste e tutti gli schieramenti sono ancora in alto mare. La colpa è della classe dirigente che si impantana nelle idee di rinnovamento che non permettono un lifting facciale talmente aggressivo da cambiarne i connotati. Chi si presenta ai nastri di partenza non è altro che il politico riciclato che ha molta paura del nuovo che avanza rappresentato dal boom del Movimento 5 stelle delle ultime elezioni politiche. Senza mettere in conto che con il cortocircuito degli ultimi due mesi, nei quali non si riesce a trovare la quadra di un governo duraturo, anche le chiacchiere del movimento trasversale hanno perso la loro efficacia. Perché al cittadino lo puoi prendere in giro con le promesse, ma poi lo stesso ti aspetta al varco e così come ti ha portato in alto ti fa scendere in basso e quanto più in alto sali più assordante sarà il tonfo quando cadrai.
Sotto questo punto di vista non sta ragionando nessuno e tutti si stanno muovendo nell’ottica del consenso. Metodo assolutamente errato se a monte non ci sono condivisioni programmatiche e la maxi coalizione di moderati formata da Liste civiche, Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC ne è la prova vivente, visto che è bastato un voto sul bilancio previsionale, un cenno d’intesa tra Di Mauro, Perrino e Giustino per far sì che quel gruppo si sciogliesse come neve al sole. Complice anche il fatto che nella maxi coalizione le ambizioni del Perrino di voler fare il sindaco a tutti i costi hanno trovato la strada sbarrata. Per dirla tutta, questa situazione, in realtà sta bene a tutti, visto che da un lato 11 liste sarebbero state un suicidio, dall’altra parte c’è Giustino che finalmente può ambire a dire la sua in uno schieramento dalla leadership diversa da quella di Tuccillo, ammesso che Caiazzo riesca a portarsi dietro tutta Forza Italia e Nicola Perrino tutta l’UDC, formando una coalizione a 6 con la lista di Enrico Esposito e Afragola Civica di Roberto Russo. In caso contrario che questi ultimi non riuscissero a trovare una sintesi o aggregare quel numero di candidati che basta per effettuare una campagna elettorale degna di nota, il diktat sarà quello di tornare all’ovile Tuccillo e in quel caso vivranno tutti delusi e contenti.
Dal lato dei moderati che restano, che intanto prendono più una connotazione di larghe intese tra centrodestra e dem delusi da Tuccillo, la strada si fa tutta in discesa visto che la cosa che li accomuna è la reale ambizione di governare in maniera differente da quanto fatto finora dal sindaco Mimmo Tuccillo, creando la vera alternativa al primo cittadino. Mentre tutti gli altri, per forza di cose, saranno costretti a puntare la propria campagna elettorale sulla continuità amministrativa – anche perché sarebbe difficile promuoversi come alternativa a Tuccillo se si è votato tutto a favore durante l’ultimo, forse illegittimo, Consiglio Comunale, ecco perché in quella Maxi coalizione l’UDC risultava essere come un pesce fuor d’acqua – la Coalizione di larghe intese, insieme al Movimento 5 stelle che ha scelto il suo candidato sindaco nel Prof. Bencivenga, rappresenteranno gli unici schieramenti alternativi a Tuccillo. E chi vorrebbe il reale cambiamento non deve fare altro che decidere su quali di questi ultimi due schieramenti puntare. Anche perché se la coalizione dei moderati proposta da Gennaro Giustino prenderà piede, c’è tutto il rischio che il sindaco Tuccillo resterà con poche liste in mano e molto probabilmente, vista anche l’intesa tangibile tra Giustino e il sindaco di ieri in Consiglio, c’è stato pure già qualche incontro che ha sancito l’accordo al ballottaggio. Tutto può essere e le cose in campagna elettorale potranno sempre cambiare e alla fine di questi dieci giorni faremo altri conti sicuramente.