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[STORICANDO] L’amore per i Greci

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Raccontare la storia non significa solo seguire uno schema cronologico, narrando esclusivamente i fatti e gli eventi, ma cercare di entrare nella mente degli antichi, studiandone i pensieri e le opinioni. Analizziamo cosa significava per i greci la parola “amore”.


Durante l’Età Classica i greci hanno diviso il concetto di amore in quattro forme: quello di appartenenza (parentale-familiare) o storge; l’amicizia o philia; l’amore passionale o eros; l’amore spirituale o agape.
Storge: sta ad indicare l’affetto innato, naturale che si prova nei confronti dei propri familiari, ma esso può anche stare ad intendere quell’amore affettivo che lega amici, colleghi, compatrioti (a partire dal Romanticismo) che non va oltre il prendersi cura con compassione l’uno dell’altro. Il termine può anche essere utilizzato per indicare quei partner che progettano di stare insieme per tutta la vita, l’eros viene, in questo caso, messo in secondo piano. Anche la relazione sessuale che intercorre tra due persone che sono state amiche prima che amanti è detta storge.
Philia: è quell’amore che si prova per i propri amici. I soggetti si mettono sullo stesso piano, sono liberi e non vincolati da questo amore, non si posseggono l’un l’altro. Questo concetto si fonda sul “Desidero il bene di entrambi e resterò al tuo fianco, pronto ad aiutarti”.
Eros: è l’amore sensuale e sta ad indicare quel desiderio di possedere l’altro, quella forte gelosia che toglie la libertà alla persona alla quale si chiede di appagare un desiderio fisico. Secondo Aristotele l’eros deve lasciare spazio alla philia, forma ideale di amore, che predilige il bene altrui senza chiedere nulla in cambio.
Agape: è quella forma di amore che si basa sul desiderio di protezione e di benevolenza, piuttosto che sulla passione e sul desiderio sessuale. È un amore spirituale che non sempre può essere appagato e che a volte può annientarsi, svuotarsi, trasformandosi in Kenosis. L’agape viene utilizzato nella teologia cristiana e sta ad indicare l’amore di Dio nei confronti dell’uomo, un amore che non sempre è ricambiato. In italiano l’agape è tradotto con il termine “carità”. Esso non è solo un sentimento, ma anche una virtù.

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