POLITICA

[MARIAFRANCESCA] Suicidio, adattamento forzato

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Le pressioni psicologiche di un ragazzo aumentano sempre di più con l’avanzare dei tempi. Ci è chiesto di essere perfetti e di mostrarci per ciò che non siamo perché, nel caso in cui ci mostrassimo realmente, saremmo rifiutati da tutti. Le sovrastrutture sociali guidano la nostra vita e, ormai, nessuno può vivere senza averne conto.

Un ragazzo dovrebbe essere spensierato e libero da qualsiasi tipo di peso, vivere a pieno la vita senza porsi troppe domande, ma, come già anticipato, le condizioni per essere integrati nella società odierna sono ben altre. Ogni movimento  viene osservato e criticato solo perché diverso da quello della “massa”. Si inizia, in questo modo, sempre di più, ad adattarsi. Ma un adattamento forzato è tutt’altro che tale, una costrizione non voluta fa male alla persona che lo vive. Si entra così in un circolo di pensieri:”Ritorno ad essere me stessa a costo di stare sola o continuo a fingere di essere ciò che non sono ma stando solo male?”.

Ci siamo ridotti a vivere in un mondo falso ed ipocrita che non tiene conto di ciò che sentiamo, avendo “a cuore” solo le apparenze. Sempre più giovani scelgono di mettere fine alla propria esistenza provando, così, ad essere liberi dalle leggi che regolano la società. Il sociologo Émile Durkheim afferma che il suicidio è dovuto dalla rottura degli equilibri che si hanno con la società. Ci sono quattro tipi di suicidio ma il più sconvolgente è quello “egoistico”, causato dall’emarginazione dell’individuo. Molto spesso chi si crede costretto a seguire questa strada viene sovrastato da pensieri e situazioni negative, ma con un importante supporto è possibile combatterlo. Vorrei concludere questo triste articolo con una poesia che mi ha fatto molto riflettere e mi auguro che servirà altrettanto a tutti coloro che la leggeranno…

“Un sorriso non costa nulla,
ma vale molto.
Arricchisce chi lo riceve e chi lo dona.
Non dura che un istante, ma il suo
valore è a volte eterno.
Nessuno è tanto ricco da poterne
fare a meno, e nessuno è talmente
povero da non poterlo dare.
In casa porta felicità,
nella fatica infonde coraggio.
Un sorriso è un segno di amicizia,
un bene che non si può comprare,
ma solo donare.
Se voi incontrerete chi
un sorriso non sa dare,
donatelo voi.
Perché nessuno ha tanto bisogno
di un sorriso come colui
che ad altri darlo non sa.”

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