Per gli amanti della storia può essere disarmante sapere che una buona parte dei libri di studio sono stati scritti basandosi su ipotesi. Ciò accade quando le fonti dalle quali si attinge il sapere sono poco attendibili o inesistenti. È difficile per gli storici dover riconoscere di saper dire poco o nulla di un’intera epoca o di un determinati evento storico, ed è per questo che, basandosi su pochi e incerti indizi, ipotizzano e, così facendo, spesso cadono in errore. A volte le fonti antiche ci sono, ma non sempre sono da prendere in considerazione, poiché potrebbe accadere, come per Goffredo di Monmouth, che esse siano state frutto di errori di traduzione.
La “vera” storia che sto per raccontarvi è stata scritta dai due ricercatori Steve Blake e Scott Lloyd, entrambi animati dalla passione per l’Alto Medioevo. I due sono riusciti a dimostrare che una parte della storia è da riscrivere, ridisegnando la mappa della Britannia, termine che fino a quel momento stava ad indicare l’intera isola della Gran Bretagna, ma che loro hanno dimostrato indicare, esclusivamente, la penisola del Galles.
“Quando scoprimmo quella nuova mappa una parte di noi sperò che ci fosse un errore. Perché, se avevamo ragione, tutta la storia imparata a scuola era sbagliata”, scrivono i due storici.
I due studiosi hanno dedicato decenni di ricerche al tema di Artù e dell’Antica Britannia, in cerca di quei luoghi che hanno ospitato i personaggi legati al ciclo arturiano. Nel fare ciò si sono trovati tra le mani testi scritti in gallese antico e il testo in latino scritto da Goffredo di Monmouth, la “Historia Regum Britanniae”, traduzione del “Brut y Tywysogion” (Cronaca dei principi), testo gallese nel quale, tra tante altre storie, è narrata quella di Artù. Nel tradurre l’opera dal gallese al latino, Goffredo avrebbe commesso alcuni errori, causando non pochi problemi.
Blake e Lloyd, confrontando numerosi documenti antichi, ma anche più recenti, sono arrivati alla conclusione che: la Britannia di cui si parla nel Brut è da intendere unicamente con il Galles; gli imperatori romani fecero innalzare tre valli sull’isola di Gran Bretagna, di cui uno in Galles, e non due, come si è sempre pensato; i Sassoni non invasero la Gran Bretagna via mare, ma invasero il Galles, partendo dal territorio dell’attuale Inghilterra. Queste, insieme ad altre interessanti scoperte, possono sembrare, agli occhi dei meno esperti, cose da poco. Sono in realtà sensazionali e ci dimostrano che una parte della storia deve essere riscritta. Analizziamo nello specifico le scoperte.
Dove si trovava il regno di Britannia? L’Ynys Pridein ( regno di Britannia), come scritto nel Brut, comprendeva l’attuale Galles. La storiografia tradizionale lo ha identificato con l’isola di Gran Bretagna. La colpa è di Goffredo, che ha sbagliato a tradurre Ynys, considerandolo come “isola”, in realtà con il termine Ynys si intendeva una qualsiasi terra toccata dall’acqua, ma poteva anche indicare “regno”.
Quanti sono i valli costruiti dai romani in Gran Bretagna? I valli sono tre, anche se la storiografia tradizionale ne identifica solo due. Il vallo più famoso è quello di Adriano, più a nord c’è quello di Antonino. Esiste un terzo vallo, che gli storici hanno affermato essere stato costruito da un re di nome Offa, Blake e Lloyd lo hanno, invece, attribuito a Severo. Ciò è scritto nel testo latino “Scriptores historia Augustae”.
“Egli (Severo) fortificò la Britannia, facendo costruire un muro di terra che attraversava l’intero regno dal confine di un oceano all’altro”.
Da dove partì l’invasione Sassone? I Sassoni erano stati chiamati in Britannia, secondo la leggenda, dal re Vortigern. Nel Brut sta scritto che Vortigern invocò in Britannia i Sassoni, per aiutarlo a sconfiggere i Pitti, suoi nemici. La storiografia tradizionale afferma che i Sassoni approdarono nel Kent ( Inghilterra), Blake e Lloyd credono invece che essi arrivarono sulle sponde del sud del Galles. Ad affermare ciò ci sono vari testi medievali come: Gilda in “De excidio Britanniae”, Nennio in “Historia Brittonum” e “La Cronaca Anglo-Sassone”.
Potrete leggere tutto ciò che ho soprascritto all’interno del libro “Alla scoperta del mistero di re Artù” di Steve Blake e Scott Lloyd.