Tra il XII e il XIII secolo vennero innalzate delle torri a Bologna, probabilmente perchè le famiglia più ricche della città avevano bisogno di strumenti di difesa e di offesa durante le lotte tra i Guelfi e i Ghibellini. Queste torri avevano, inoltre, la probabile funzione di rappresentare il potere delle famiglie che ne richiedevano e finanziavano la costruzione. Alcune torri, dette case-torri, erano più basse e venivano utilizzate come abitazioni fortificate. Alcuni studiosi affermano che a Bologna furono costruite addirittura 100 torri. Una vera e propria metropoli, paragonabile alla moderna Manatthan!
Il primo ad occuparsi in maniera accurata delle torri bolognesi fu il conte Giovanni Gozzadini, che, fatte delle ricerche, arrivò ad affermare che di torri a Bologna ce ne fossero state 180. Egli effettuò i suoi studi nel XIX secolo. In seguito studi più moderni riducono il numero delle torri a circa 100.
Nel corso dei secoli quelle alte e possenti costruzioni hanno subito varie modifiche, venendo trasformate in negozi, abitazioni e carceri; la maggior parte di esse, purtroppo, sono crollate. Oggi ne sono sopravvissute 22.
Costruire queste torri doveva costare veramente tanto, è proprio per questo che fornivano molto prestigio alle famiglie che ne erano proprietarie. Le torri di Bologna avevano una pianta quadrata ed erano alte fino a 100m, costruirle richiedeva dai 3 ai 10 anni.
Le torri più famose della città sono: la Torre degli Asinelli (98m) e la Torre della Garisenda (48m), le cosiddette “due torri”. I loro nomi derivano probabilmente dalle famiglie a cui se ne attribuisce la costruzione. Furono costruite tra il 1109 e il 1119. Forse, inizialmente, l’Asinelli era più alta di almeno 20-25m, essa è percorribile grazie alla scalinata interna formata da quasi 500 scalini. La più bassa delle due è stata citata da Dante Alighieri nel XXXI canto dell’Inferno, Divina Commedia.
Entrambe le torri sono pendenti.