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CASAVATORE – ALLA RICERCA DELLA LEGALITA’ PERDUTA

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CASAVATORE – Tira decisamente aria nuova, a Casavatore: con l’avvento della terna Commissariale conseguente allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, si comincia a percepire nettamente la presenza dello Stato. Il nuovo corso, che vede in prima linea Polizia Locale e Carabinieri, continua a mietere colpevoli “vittime” responsabili di illeciti e violazioni per troppi anni tollerate da amministrazioni distratte e pigri burocrati. Intensificati i controlli su attività commerciali, molti dei quali hanno fatto emergere irregolarità di varia natura, per le quali sono state disposte chiusure e comminate sanzioni, triplicate le comunicazioni di reato, aumentato significativamente il volume di contravvenzioni al C.d.S., grazie all’utilizzo di sofisticate apparecchiature già disponibili ma precedentemente utilizzate ben al di sotto delle potenzialità, stipulata una convenzione per la videosorveglianza del territorio con una primaria azienda specializzata ad un costo assolutamente dignitoso per la comunità, come avviene del resto ormai da diverso tempo per tutte le procedure di acquisto sul mercato MEPA. Potremmo definirlo l’antico metodo del “pugno duro”, che prevede da una parte il dialogo cordiale e la collaborazione con i cittadini rispettosi delle norme, dall’altra la necessaria intransigenza nei confronti di chi si rende responsabile di comportamenti che possano nuocere alla comunità. Una nuova modalità di confronto resa possibile nonostante la penuria di uomini e mezzi, con molti agenti della Polizia Locale con contratti part-time costretti a turni massacranti senza tuttavia la garanzia di uno stipendio dignitoso (perché mai, ci chiediamo, continuare a perpetrare lo stesso errore delle amministrazioni precedenti?), una Stazione dei Carabinieri che opera su di un territorio tanto vasto quanto difficile ed un organico decisamente sottodimensionato rispetto alle criticità tipiche dei feudi storici della criminalità organizzata abituata, quest’ultima, a sguazzare nel malaffare con la colpevole benedizione di una classe politica troppo spesso assente, perché impegnata in beghe di partito e spartizione di poltrone. Orbene, per quanto sia da ritenere negativa (unicamente per le motivazioni, beninteso) e necessariamente transitoria l’imposizione di un Prefetto in un territorio massacrato dal malaffare, per quanto tale presenza possa rendere difficilmente realizzabile una programmazione seppur a medio termine, nonostante le evidenti carenze in termini di servizi ai cittadini, resta da chiedersi se non sarebbe auspicabile un’ulteriore permanenza dello Stato quantomeno per restituire la LEGALITA’ perduta a questo piccolo centro (che detiene il poco invidiabile primato della più alta conurbazione d’Europa, non dimentichiamolo), popolato per la massima parte da onesti ed indignati cittadini costretti ad espiare colpe non proprie, che non aspettano altro che ritornare alla NORMALITA’. Intanto i fantasmi della vecchia politica si aggirano per il paese in cerca di oramai arrugginiti consensi…..

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