A Caivano chiunque può dire tutto e il contrario di tutto, che tanto a parere di chi fa di mestiere l’inciuciatore, regressione della nobile arte dell’opinionista, i cittadini si bevono tutto, e non solo loro, i politici, sempre secondo l’idea di questi addetti ai lavori, sono praticamente tutti accomunati dall’appartenenza all’anonima alcolisti.
Ma la politica a Caivano va oltre l’immaginario collettivo, al di la della più fervida fantasia legata ai ricordi fanciulleschi e da cui mai si è voluti allontanarsi, la rappresentazione di una farsa boccaccesca che solo un individuo dotato di un senso della realtà distorto e, probabilmente, dissociato, può introdurre.
Ormai siamo nell’epoca della comunicazione 2.0 e oltre, dove le notizie corrono alla velocità della luce e in questo contesto si sente sempre di più il bisogno di una informazione basata su una operatività immediata del “prima che sia troppo tardi”, perché nel momento in cui i fatti diventano di dominio pubblico, è passato poco più di un secondo.
Rappresenta, dunque, uno sforzo inutile quello di ragguagliare i cittadini sulle turbolenze politiche locali, anche perché gli stessi non sono avvezzi alla lettura soporifera, barbosa e lagnosa che viene gradita esclusivamente dagli addetti ai lavori, forse.
I giochi politici sono chiarissimi ormai e le circonvoluzioni intorno a eventuali coalizioni restano un semplice esercizio di stile, tempo sprecato e sottratto a hobby che darebbero più soddisfazioni, come ad esempio collezionare tappi di dentifricio e linguette della Coca Cola.
Da un lato è già presente una coalizione che sembra ben strutturata con un leader che sembra essere già definito, quella tra Liberi cittadini e Campania libera, con l’appoggio esterno, da padre nobile, di Pasquale Mennillo, hanno le idee ben chiare e la certezza di voltare la faccia alla rappresentanza di F.I.
A centro/sinistra le cose sembrano andare diversamente. A scanso di brutte sorprese hanno pensato bene di mettere in piedi un’accozzaglia senza precedenti, probabilmente per fare da apripista alla candidatura di Semplice che vuole la certezza della vittoria altrimenti “nisba”. All’occorrenza si chiamano anche quelli che moderati non dovrebbero essere, una certa sinistra che dovrebbe dialogare più con i lavoratori che con i loro datori.
Accade allora che Mariella Donesi si ritrovi al tavolo con imprenditori e quel PD che non gli permise di utilizzare il logo di SEL alle scorse elezioni e che, pur di far parte del gioco, si buttarono nella lista civica di Emione per poi far trasmigrare il loro esponente di spicco, Marcantonio Falco, in quel del PD.
Oggi con Grasso al comando le cose sono cambiate, da sinistra si può buttare un occhio a quegli imprenditori che, sempre parole della comunicazione 0.2 (non è un errore), in un successivo articolo condanna in quanto molti di loro hanno depredato Caivano, quel “Giù le mani dalla città” di “Monopoliana” memoria, viene sventolato a mo’ di sviolinata al prossimo candidato Sindaco, che è meglio tenersi buono, non si sa mai.
Ormai non si parla più di “cappucci” e di “servi sciocchi”, ormai la comunicazione è garzone delle prossime elezioni, l’idioma al servizio di remote possibilità remunerative.
Anche per questo Caivano rischia un altro fallimento economico e politico.
Dove non c’è verità non ci può essere giustizia sociale.