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[EDITORIALE] CAIVANO. Non bastano le denunce per evitare accozzaglie politiche

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CAIVANO – E’ notizia di ieri, data in esclusiva da Minformo, quella del tentativo di mettere su un carrozzone politico, l’ennesimo, che va oltre gli steccati ideologici. Un’accozzaglia di gente che fino ad ieri solo a pensare che l’altro commensale fosse rappresentato da un simbolo diverso dal suo si sarebbe lasciata andare ad epiteti irripetibili. Ma l’occasione, in questo caso è ghiotta. Con un quadro politico disastroso, l’indifferenza totale della società civile, l’ignoranza dilagante che porta a pensare che anche a Caivano possa arrivare il reddito di cittadinanza e la povertà straripante sempre più in aumento, ognuno di loro, ognuno di quelli seduti a quel tavolo del Novotel di San Nicola la Strada, crede di avere la soluzione ideale per raccogliere quanti più consensi possibili. E fa nulla se al Comune da quasi tre mesi fa si è insediata la Commissione d’Accesso, fa nulla che forse la stessa Commissione potrebbe porre fine al balletto degli appalti diretti e le somme urgenze elargite sempre alle stesse ditte. I collegamenti politici con quelle ditte, le clientele formate tra imprenditoria e politica, erano tutti seduti a quel tavolo. Chi ha sempre deciso vita, morte e miracoli di Caivano, non ha potuto non esserci. La politica degli affari, la politica del cemento, la politica dell’opportunismo sociale e quella delle prebende era tutta presente nell’albergo casertano.

Sono sicuro che ieri, l’unico argomento che tutti i presenti potevano affrontare era solo la conta dei voti, anche perché nessuno dei presenti ha sviluppato ancora una idea di città valida, per non parlare di idee e ideali in netta contrapposizione tra di loro. A partire dall’ex senatrice Maria Donesi che fa campeggiare sulla propria immagine del profilo il logo di antifascista e poi non disdegna di sedersi al tavolo con esponenti di destra che sui loro logotipi politici compare ancora la fiamma del Movimento sociale italiano. Il segretario del PD Angelino che nutre, come giusto che sia, ambizioni di candidatura a sindaco. Lotta con tutti i suoi mezzi contro l’oligarchia della segreteria cittadina e poi si siede al tavolo con Nino Navas che non ha mai nascosto la sua velleità di candidarsi a diventare il primo cittadino caivanese. Allora ci si domanda, cosa avranno di diverso Mimmo Semplice e Nino Navas? UDC, nella persona di Sabatino Peluso che finora si è seduto a tutti i tavoli possibili e immaginabili, da destra a sinistra, passando per le civiche. Manca solo che si siede al tavolo di briscola del circolo dei pensionati e avrà fatto ein plein. Fratelli d’Italia con Martino Pezzella che rilascia dichiarazioni inerenti i suoi incontri con gente onesta e poi non disdegna di sedere al tavolo con le stesse persone che attraverso il raggiro delle leggi sul piano urbanistico e in barba alla conservazione dei beni architettonici, hanno deturpato un territorio, aumentando a dismisura le volumetrie urbanistiche al solo scopo di arricchimento personale. Insomma, il tavolo di ieri è stato un vero e proprio scempio politico. Tutto quello che assolutamente non deve rappresentare la classe dirigente caivanese. Sentir parlare di legalità, onestà e ideali a quelle stesse persone che siedono ad un tavolo con chi di questi tre valori non conosce neanche l’esistenza, fa semplicemente indignare.

E se proprio questo deve essere il destino di Caivano, allora chi ha ancora un po’ di amor proprio e onestà intellettuale, o scende in campo per evitarlo, oppure scappi per sempre da Caivano. Io ho cominciato tempo fa e il mio senso di legalità in questo paese alla deriva ha dato fastidio a parecchie persone, per primi a quelli che si ritenevano onesti, un po’ quello che è successo all’ex sindaco Monopoli che dopo tutti gli sforzi fatti per ripristinare la legalità a Caivano si è visto mandare a casa da quattro consiglieri abituati alla politica di sempre. E confesso la mia inesperienza. Fino alla notizia di ieri sera, credevo che quella era la peggior classe dirigente che riesce ad esprimere l’ultimo paese a nord di Napoli. Ma devo dire che a Caivano quando si impegnano, i politici, riescono a fare anche peggio. Ecco perché qui ci vogliono sempre più politici con le idee chiare. Che ben vengano i Monopoli con i programmi già scritti e le idee di ripristino della macchina burocratica. Gli Emione e i Casaburo con le loro idee sulle intercettazioni dei fondi per il rilancio della città. Insomma è questa la classe dirigenete che deve e può evitare gli scempi dei carrozzoni politici, formati dai portavoti rappresentati dalle volontà dei soliti costruttori e imprenditori che di tutto possono parlare fuorché del bene collettivo. Logicamente, alla fine il più bravo, il più convincente vincerà ma quanto meno non si dovrà assistere ad una campagna elettorale basata sull’ipocrisia.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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