Il PD a Caivano è diventato, ormai, la cenerentola della politica, costretta a ripulire il camino dalle ceneri del suo fallimento locale, nell’attesa del “semplice” principe azzurro per farsi fare le scarpe, si attacca ai manifesti e alla demagogia.
Non ha niente di propositivo il manifesto affisso in cui reclama un ruolo che non ha mai avuto, stare dalla parte dei cittadini vessati.
Le chiacchiere stanno a zero e la sezione locale del partito del rottamatore prova a rottamare se stessa attraverso l’uso infantile dell’accusa all’altro, come quando a scuola incolpavi il tuo compagno di banco e lo indicavi con l’indice dicendo: “è stato lui”. A quel punto nella tua testa si attivava quel meccanismo che ti faceva credere di essere più figo, che poi la maestra ti avrebbe premiato in qualche modo.
E questo ho creduto anche io, fino a quando non sono stato dalla parte della maestra e ho odiato i bambini che accusavano i loro compagni… Benedetti spioni!
Così il partito del giovane e inesperto Angelino, si aggrappa a ogni possibile forma di demagogia per aggraziarsi il cittadino inconsapevole. In pratica puntano sull’ignoranza per ricevere un consenso che, per onore e merito dei cittadini che non sono per niente somari, non avranno mai.
Il consenso si conquista sul campo, quando le ferite inferte dalla lotta per il bene della comunità cominciano a sanguinare e non basterebbero tutti i manifesti del mondo a pareggiare il conto con la popolarità che se ne ricaverebbe.
Ben due manifesti.
Nel primo si parla della solita questione della raccolta dei rifiuti, ampiamente spiegata e snocciolata in ogni suo singolo grano, in una trasmissione in diretta dallo stesso accusato. Nessuna parola scritta riguardo la mancata firma del contratto da parte della Buttol, nessuna citazione su questo che è il vero e unico scandalo per cui varrebbe ancora la pena di spendere qualche parola. Tralasciamo che nel manifesto si parla di “foto allegate”, evidentemente chi ha stampato il manifesto ha eseguito un copia/incolla ma che, almeno, ci mette il buonumore per la risatina che suscita, il contenuto accusatorio la dice lunga sui progetti futuri del partito meno gettonato nel comune più a nord di Napoli.
Nel secondo manifesto si parla della tassa sul passo carrabile, fortemente voluta dal commissario prefettizio e che, guarda caso, sarebbe colpa di un Sindaco che è già a casa da diversi mesi. Questione che comunque sembra già essere stata risolta da un altro componente della giunta Monopoli e per cui il Commissario aveva già fatto un passo indietro chiedendo a chi aveva ricevuto l’avviso di non tenerne conto.
Niente è semplice, come avevo avuto modo di scrivere in un mio precedente articolo, e nulla è Semplice, nemmeno attaccarsi alla retorica di una lotta per i diritti che mai è appartenuta al partito di Angelino di cui ben conosciamo la predisposizione all’accusa vacua e frivola di un populismo che spesso affiora nella intelligence degli iscritti al PD -ricordo che diede del fascista al Sindaco durante un consiglio comunale e, il Monopoli gli rispose con la più grande offesa di “COMUNISTA”-.
Ci sarebbe da ridere, ma la situazione è esattamente quella indicata da un altro manifesto con in mostra la bella faccia del Sindaco Afragolese che avrebbe preseduto un incontro nella sede del Corso Umberto, nessuno ne ha parlato, la stampa locale nemmeno si è accorta che l’altro ieri, in città, si svolgeva un evento di epocale importanza per il PD caivanese.
Comincino a limarsi i piedi se vogliono riuscire a calzare la scarpetta del principe, ma non sarà semplice indossarla, a volte a furia di scartavetrare si rischia di tirare via anche il necessario.