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CAIVANO, lo sciacallaggio sulla TARI crea confusione. Monopoli: “La confusione al Comune è creata ad hoc”

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CAIVANO – Lo sapevamo, lo immaginavamo e ce lo aspettavamo. Quello che sta succedendo sui blog locali e sui social da quando il Commissario prefettizio De Vivo ha emanato la sua delibera sul calcolo della TARI, incrementando le entrate del Comune con un’ulteriore rata prevista entro la fine di Febbraio 2018 è sintomo di una classe dirigente mediocre per non dire scarsa, che non avendo una visione di città adeguata da sottoporre al proprio elettorato, non gli resta altro che l’arma di abbattere il nemico col populismo. In questo caso l’unico nemico per chi in queste ore si sta spellando le dita sulle tastiere, postando attraverso i propri profili social o chi in maniera ancora più infima invia messaggi privati a mezzo Whatsapp con tanto di scritta “AVEVAMO RAGIONE NOI” e vignette satiriche, è solo Simone Monopoli che al di là dello scioglimento delle riserve, tuttora è l’unico che ha già una visione di città e un progetto di ripristino della legalità ben definito.

Non sto qui a scrivere per tessere le lodi o in difesa di qualcuno. Sento il dovere di fare chiarezza, ancora una volta, e fino a quando gli strumentalizzatori lo riterranno opportuno. Non perché ci siano esigenze particolari, ma solo per ribadire di nuovo ciò che Minformo, Monopoli e l’ex assessore Giovanni Casillo hanno sempre detto e che qualcuno non vuole capire, perché ripeto, tirare fuori accuse strumentali che toccano la pancia dei cittadini è sintomo di una classe dirigente proiettata già in una campagna elettorale che si presagisce essere di bassissimo livello. Ma veniamo ai fatti.

Il sindaco Monopoli e l’assessore Giovanni Casillo non hanno mai detto che la TARI non sarebbe mai aumentata. Ma bensì che avrebbero fatto di tutto affinché non aumentasse. Ma questo sempre, almeno fino a quando, restassero in carica. Infatti in un appuntamento di Simposio (clicca qui per guardare), il sottoscritto e l’ex assessore Giovanni Casillo cercarono di far capire a chi stava guardando la trasmissione, la differenza tra la politica che basa i propri conti sulla programmazione e il governo di un Commissario prefettizio che bada principalmente a far quadrare i conti.

Il problema è sorto da quando il dirigente Vito Coppola, a pochi mesi dall’assegnazione della gara sui rifiuti, si accorge che il costo per il servizio della raccolta rifiuti passa da poco più di 5 milioni a 7 milioni e mezzo e tutto questo succede il 27 Marzo a tre giorni dalla scadenza utile per l’approvazione del PEF in Consiglio Comunale. Premesso che queste cose sono state ampiamente dette e ridette ma sfido qualsiasi amministratore, dedito non solo a far quadrare i conti ma anche a non alleggerire le tasche dei contribuenti, di prendere la decisione a cuor leggero, senza fare né ulteriori verifiche e quindi mettere in discussione l’operato di quei dirigenti che un giorno dicono una cosa e l’altro ne dicono un’altra, dopo aver anche denunciato che è solito nascondere i carteggi e né prendere un po’ di tempo affinché la situazione fosse più chiara a tutti. Ma in soli tre giorni decidere di aumentare la TARI e ammettere che in pochi mesi il costo sia lievitato di 3 milioni di euro. Non immaginiamo, in questo caso, cosa avrebbe detto l’opposizione e i dissidenti di Forza Italia. avrebbero applaudito Monopoli per aver avuto il coraggio di aumentare la TARI o lo avrebbero linciato peggio di come hanno fatto e stanno facendo ora? Ma soprattutto cosa avrebbero fatto i “soloni” forzisti al posto di Monopoli e Casillo? Questo sarei curioso di saperlo, ma una risposta oggi non avrebbe senso.

A differenza di chi parla a sproposito e di chi preferisce fare slogan demagogici dicendo che Monopoli ha fatto aumentare la TARI. L’ex sindaco preferì prendere la situazione di petto. Visto che il dirigente Coppola si era fatto trovare impreparato sia sul calcolo dell’Iva che sulla somma del capitolato d’appalto della gara sui rifiuti, Monopoli decide di non rinnovargli il decreto all’Ambiente e nomina Raffaele Celiento nuovo dirigente. Intanto il tempo passa, il termine per la presentazione del PEF era scaduto e siccome la ditta Buttol, incaricata di presentare la nota di spesa dove viene calcolato il PEF, non presenta la documentazione, il nuovo dirigente certifica e sottoscrive l’invariabilità della TARI per l’anno 2017. Una cosa è certa Monopoli, Casillo, quelli di Forza Italia, l’opposizione, noi e tutta Caivano, sapevamo benissimo che se non si fosse posto rimedio la TARI sarebbe aumentata. Quindi oggi non scopriamo proprio nulla di nuovo. E l’amministrazione Monopoli aveva già cominciato a porre rimedio, cercando di rinegoziare il contratto con la ditta Buttol avvalendosi sia dell’errore calcolato sull’Iva e sia sul fatto che ad un Comune in dissesto la legge prevede che sui contratti in essere può chiedere uno sconto del 20%. E non solo. Erano già diversi mesi che l’assessore all’ambiente Baldi aveva calcolato che l’ente caivanese dalla raccolta differenziata doveva giovare di circa 600 mila euro stando ai calcoli. Su questo tema, in merito a queste entrate, dai responsabili dei settori Baldi non ha mai ricevuto risposta. Quindi Monopoli oltre ad avere avuto la colpa di denunciare le anomalie dei settori, ha avuto anche la colpa di indagare su che fine facessero le circa seicento mila euro della differenziata, in realtà mai conteggiate nei PEF. Queste, ad esempio, sono le domande che i cittadini caivanesi dovrebbero fare a chi oggi si atteggia a dire “Ve l’avevamo detto”!

Lo avevamo anticipato – il sottoscritto e l’ex assessore Casillo – in quella famosa trasmissione che laddove fosse arrivato il Commissario prefettizio, tutta la pianificazione messa in atto da Monopoli e i suoi, circa il recupero delle somme TARI, sarebbe stata accantonata. E’ normale, un Commissario prefettizio che non è un politico ma un burocrate, ha il solo scopo di far quadrare i conti e per farlo deve aumentare le entrate. Da che mondo è mondo le entrate sono sempre state caratterizzate dalle tasche dei contribuenti e questi sono i risultati. Un politico, invece, ha il dovere etico e morale, oltre quello di far quadrare i conti, anche di non far abbassare il livello di felicità della propria comunità. Ecco perché la migliore campagna elettorale è quella rivolta al taglio degli sprechi e non all’aumento delle tasse.

Detto ciò però alcune riflessioni sono dovute. Ma davvero secondo i cittadini caivanesi i quattro dissidenti di Forza Italia erano soggetti in grado di rifare il calcolo del PEF? O è più semplice pensare che un buon argomento populista per attaccare chi non si è piegato al loro “ricatto politico” era quello di rispolverare quel famoso PEF del 27 Marzo 2017 di Coppola? E su, chi ha davvero un po’ di sale in zucca ci arriva da solo. A me, da caivanese, piange il cuore vedere la stampa, la politica – se così si può continuare a chiamare quella parte che perde tempo dietro a questi tipi di strumentalizzazioni – e tutti gli addetti ai lavori perdersi ancora dietro al calcolo della TARI, senza preoccuparsi del forse arrivo imminente della Commissione d’Accesso al Comune di Caivano. Allora voglio rivolgere una domanda al segretario del PD Antonio Angelino, ai quattro dissidenti di Forza Italia, in particolar modo all’ex consigliere Gaetano Ponticelli che si diverte a mandare vignette a mezzo Whatsapp (azione deprecabile che denota quanto sia volta alla campagna elettorale e non al bene pubblico l’azione di legittimità del PEF) e al giornalista Pasquale Gallo che ha redatto stamattina l’articolo che riportava la delibera del Commissario De Vivo: secondo voi, la Commissione d’Accesso, se verrà, quando verrà, verrà in merito a tutte le anomalie fatte dai responsabili dei settori o per l’incapacità amministrativa di Monopoli?

Messaggio Whatsapp inviato dal consigliere Gaetano Ponticelli a tutti i presenti della propria rubrica telefonica

Messaggio Whatsapp inviato dal consigliere Gaetano Ponticelli a tutti i presenti nella propria rubrica telefonica

Un’altro dato che fa pensare a quanto sia strumentale l’azione intrapresa da Forza Italia sta nel fatto che nei loro proclami amano affermare che faranno in modo di far abbassare la TARI nel 2018, peccato però che non fanno menzione alle modalità, né tanto meno lasciano intendere quali sono le loro idee per reperire fondi alternativi, laddove la legge lo consentisse. In perfetto stile berlusconiano, hanno deciso di cominciare la propria campagna elettorale a suon di slogan “Meno tasse per tutti”.

Allora siccome quando è stato il tempo di sollevare critiche a Monopoli, noi di Minformo siamo stati i primi a farlo. Se l’ex primo cittadino, sulla questione TARI ha una colpa è quella sicuramente che prima di aspettare il PEF dal settore Ambiente, o addirittura prima di far redigere la gara europea sulla raccolta rifiuti, poteva commissionare una ricerca di mercato per rendersi conto sul costo reale della raccolta rifiuti in paesi con dati simili a quelli di Caivano. Tutto quello che è avvenuto dopo e di quello che lo si accusa è solo demagogia e populismo perché tocca le tasche dei contribuenti. Ed è per questo che abbiamo voluto sentire dalla bocca di Monopoli cosa ne pensasse di questo mormorio, a nostro avviso strumentale, sulla TARI e davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Non sono stati solo quelli da Voi descritti i soli motivi del non rinnovo al decreto del responsabile all’ambiente, Vito Coppola ha ruotato come tutti i dirigenti secondo le indicazioni dell’ ANAC, prima volta nella storia del comune di Caivano. C’è da dire che dopo aver bandito una gara e assegnato (16-9-2016) per i rifiuti, il 27 marzo 2017 (pochi mesi dopo) si è accorto che il costo era lievitato (dopo tre giorni scadeva il termine ultimo per l’approvazione in Consiglio Comunale, quindi non c’era più il tempo tecnico); non ha mai comminato (nonostante svariate note del sindaco) multe alla Buttol per le numerose volte in cui la raccolta dei rifiuti era parziale o nulla; non si é adeguato al parere del TAR e del nostro ufficio affari legali sull’opportunità di annullare in autotutela la gara per la raccolta dei rifiuti. Senza contare che il costo di detta gara (sottostimato??) era stato calcolato assegnando una aliquota IVA del 22% su tutti i servizi mentre il 22% va comminata solo per lo stralcio del verde, mentre allo spurgo fogne e la raccolta deve essere assegnata un IVA del 10% e senza contare che per iscritto (per ben 2 volte) i dirigenti della Ragioneria e dell’Ambiente hanno assicurato che i costi del servizio per il 2017 erano sovrapponibili al 2016. C’è molta confusione in questo comune ma io credo che sia comunque creata ad arte. Se poi le deficienze dei dirigenti (che noi abbiamo denunciato in tutte le sedi) le vogliamo addossare ad una classe politica che ha invece avuto il grande merito di scoperchiare il pentolone dei guai combinati dalla vecchia politica e del vecchio sistema, allora non sarà mai possibile cambiare“.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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