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PORTICO di CASERTA, Sul forno non vogliono ascoltare. La trasparenza non è di casa Oliviero

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PORTICO di CASERTA – Ci siamo sbagliati, non ci hanno concesso videoriprendere i lavori dell’ultimo Consiglio comunale, hanno avuto qualcosa da nascondere ai portichesi, forse la vergogna di attestarsi a favore del forno crematorio. Il Presidente del Consiglio si è appellato ad un articolo del Regolamento comunale (Art. 56 ndr) che parla chiaramente di riprese audio e supporti magnetici e che vieta, andando contro a tutte le più moderne leggi sulla trasparenza, l’introduzione delle videocamere. Ma il Presidente del Consiglio dimentica, da buon avvocato qual è, o forse fa finta di dimenticare che il Regolamento disciplina i lavori di un Consiglio Comunale ed è stato approvato dal Consiglio Comunale stesso. Il ché significa – e questo l’abbiamo anche riportato nella nostra richiesta – che laddove il Consiglio stesso avesse votato ieri la nostra autorizzazione in maniera positiva, giusto per una sola volta, si poteva benissimo derogare il Regolamento e far sì che tutti i cittadini portichesi, oggi sapessero cosa si è detto e fatto direttamente dalla bocca e dagli atteggiamenti dei protagonisti. Ma oggi ci limiteremo a raccontarvi le cose come abbiamo sempre fatto, nella massima trasparenza e con verità alla mano.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che il timore dell’amministrazione tutta fosse stato quello dei tagli al video che la nostra redazione poteva fare all’indomani della registrazione, come se le cose dette non fossero mai uscite dalla bocca dei protagonisti o come se in Italia non esistesse una legge – quella della diffamazione a mezzo stampa – che punisce chi magari in maniera pretestuosa falsifica o attribuisce a chicchessia parole non veritiere. Ma andiamo oltre. Per chi ancora nutrisse dei dubbi sulla mancanza di trasparenza ma soprattutto sulla volontà di fare installare il forno crematorio a Portico di Caserta da parte di quest’amministrazione c’è ancora dell’altro da sapere. Ieri al secondo punto all’ordine del giorno era prevista la discussione sulla proposta di indirizzo richiesta dai consiglieri di “Prima Portico”, cioè quella di modificare gli articoli 2 e 3 del Regolamento della Zona Industriale. Neanche il tempo di presentare il punto ai presenti che la fretta del Presidente del Consiglio di nominarlo in pregiudiziale era tangibile e visibile. Tanto è vero che il consigliere Cosimo Cristillo per far valere le proprie ragioni si è dovuto quasi imporre, venendo meno anche all’etichetta che il contesto impone, ma in quanto ad etichetta questa maggioranza non è da meno, visto che ieri in alcuni, troppi tratti, si è parso di assistere ad una commedia di scarpettiana memoria. Ma veniamo ai fatti. Il Presidente Piccirillo per giustificare la pregiudiziale di quel punto e quindi dichiararlo non meritevole di discussione all’interno di quell’Assise Pubblica, è ricorso al comma 1 dell’art. 3 della Legge 241/90 che recita: “Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli concernenti l’organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato, salvo che nelle ipotesi previste dal comma 2. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria“. Ma il giovane presidente, sempre da buon avvocato qual è si dimentica di leggere il comma 2 o forse si è dimenticato che nella lingua italiano la parola “salvo” vuol dire tranne che nelle ipotesi del comma 2. Infatti il comma 2 recita: “La motivazione non è richiesta per gli atti normativi e per quelli a contenuto generale“. Forse il buon avvocato Piccirillo non sa neanche che il Regolamento di un Comune è un atto amministrativo e pertanto non si ha bisogno di motivazione per chiedere una modifica allo stesso. Ed è per questo che l’argomento al punto dell’ordine del giorno era più che pertinente alla discussione in aula.

Ma la volontà o la mancanza di volontà di discutere sul forno crematorio da parte di quest’amministrazione, i cittadini, almeno quelli presenti, l’hanno potuta constatare in maniera diretta, per quelli assenti lo stiamo scrivendo adesso. Dopo l’inutile intervento di Cosimo Cristillo che si è sgolato per far capire al Presidente quanto illustrato. L’avvocato Piccirillo ha cominciato a leggere una relazione che avrebbe dovuto avallare la sua posizione ma durante la lettura non si rendeva conto che quello che leggeva, in realtà era la stessa cosa che dicevano i consiglieri di minoranza, tant’è vero che alla fine, grazie anche all’intervento eduardiano del primo cittadino si è preferito buttarla in caciara e passare al prossimo punto all’ordine del giorno. Morale della favola? Quest’amministrazione molto sprovveduta, e definirla solo così è un eufemismo, non sa come fare per raggirare la marcatura stretta messa su da Gerardo Massaro e i suoi. Fortunatamente per Oliviero, inspiegabilmente gli è andato incontro l’ex sindaco Carlo Piccirilo, che forse per giustificare, anche in maniera personalistica, tutto ciò da lui fatto ai tempi del regolamento, ha preferito puntare il dito sul fatto che la modifica al regolamento dovrebbe avvenire solo all’interno di una redazione di un ipotetico PUC, dimenticando che un atto amministrativo approvato in Consiglio può essere modificato e persino rimaneggiato dallo stesso organo che l’ha creato. Ma evidentemente, in quell’istante per l’ex sindaco era più necessario tutelare il proprio ego che l’interesse dei cittadini. Porgendo così il fianco a quest’amministrazione che in realtà è lontanissima dai cittadini e totalmente a favore dell’insediamento del forno crematorio, i fatti lo dimostrano. E’ inutile continuare a prendere in giro i cittadini che in questo contesto sono e saranno gli unici ad essere danneggiati, per non parlare di tutto il pastrocchio fatto nel Piano di riequilibrio del Bilancio, che magari affronteremo in un altro articolo.

 

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