Quanti triangoli vedete nella foto? La risposta alla fine dell’articolo.
La Terra dei fuochi è diventata un business!
Le associazioni negli anni si sono moltiplicate in modo esponenziale, quel “Fiume in piena” che doveva essere argine a un fenomeno quanto mai dannoso, sembra essersi fermato contro la diga dei cinque milioni di euro messi a disposizione per arginare i danni degli sversamenti illeciti e dei roghi.
Tutto doveva essere funzionale a questo, mettere, una volta per tutte, la parola fine a una questione che aveva allarmato cittadini più o meno informati e sulla scia dell’allarmismo dettato da alcuni personaggi di spicco sul territorio, dare finalmente il colpo di grazia a quella criminalità organizzata che secondo molti aveva permesso di trasformare la “Terra Felix” in un letamaio senza paragoni.
In questa serie di articoli cercheremo di arrivare allo stato dei fatti almeno per quanto riguarda il territorio di Caivano.
Era l’undici luglio del 2013 quando veniva stipulato il famoso “Patto per la Terra dei Fuochi”. A firmarlo c’erano i sindaci di 58 comuni della provincia di Napoli e Caserta, per Caivano il firmatario era l’allora sindaco Falco, un altro medico caivanese che a differenza dell’ultimo ha rappresentato una parentesi anonima tra tutte le amministrazioni del comune più a nord di Napoli.
Tra i firmatari c’erano anche associazioni “Guardie Ambientali d’Italia”, “Lega Ambiente Campania” e “ISDE Medici per l’ambiente”.
A queste associazioni venne demandato l’onere dei controlli sul territorio e, di conseguenza, anche della videosorveglianza che di li a poco avrebbe dovuto realizzarsi.
Per la zona Caivano e Crispano, con il Decreto Dirigenziale n. 975 del 13/12/2016 della Regione Campania, e con Caivano capofila, vengono stanziati 500.000 euro per la realizzazione della videosorveglianza sul territorio extraurbano e per la riqualificazione di alcune aree degradate e usate come discariche abusive.
I soldi arrivano, i progetti vengono presentati, oltre la videosorveglianza, vengono indicate la riqualificazione di via Marcigliano, una traversa di via S. Arcangelo e lo spazio dell’Ex villa Moccia di fronte all’attuale campo ROM.
L’ammontare della riqualificazione è di 95.526 euro ed è stata affidata alla ditta ”Fortunambiente” di Crispano, come si può evincere dalla determinazione N. 678 DEL17/10/2017 esposta sul sito istituzionale dell’Ente.
La videosorveglianza, invece, viaggia ancora in alto mare. Il comune di Caivano non riesce a trovare un locale per la sistemazione della centrale operativa, un buco per posizionare una decina di monitor e qualche anima buona per visionarli.
Qualcuno si chiede quali ostacoli ci possano essere alla realizzazione di un’opera che sarebbe di vitale importanza per il territorio di Caivano e Crispano, altri ipotizzano che le resistenze possano riguardare atti criminali che, oltre a quelli ambientali, potrebbero palesarsi sotto gli occhi del controllore e costringerlo a esporsi verso la malavita organizzata.
Qualsiasi siano i motivi, i cittadini devono pretendere che il tutto venga realizzato nel più breve tempo possibile, Caivano è alla canna del gas, se non si agisce subito rischia di diventare una Chernobyl italiana o, peggio ancora, una tomba per tanti altri bambini ancora vivi i cui genitori non hanno nessuna intenzione di concorrere a un’altra campagna di sensibilizzazione con le foto dei defunti.
Le guardie ambientali presenti sul territorio sono pronte ad assumersi tutti gli oneri morali e materiali della faccenda, a patto che vengano messi nelle condizioni migliori per svolgere il loro lavoro con rigore e vigore.
Nel prossimo articolo daremo maggiori informazioni su quello che sarà il futuro del territorio caivanese devastato e non più in grado di sanarsi per opera e virtù dello Spirito Santo.
Quanti triangoli vedete nella foto in testa all’articolo?
La risposta è nessuno, il disegno vi da l’illusione che ce ne siano due.
Così accade quando ciò che vi fanno vedere è solo una rappresentazione mentale che vi hanno suggerito e che vi fa credere a ciò che non esiste.