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CASORIA, sfiducia al Presidente, manca un consiglio da 3 mesi. Vignati: “Presidente ostruzionista”

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CASORIA – Compatta appare l’opposizione ma soprattutto senza dubbi per quanto riguarda la mozione di sfiducia protocollata nella giornata di ieri ai danni del Presidente del Consiglio Nicola Laezza reo, secondo l’opposizione di non essere stato, in questi mesi di consiliatura, abbastanza imparziale ma resosi piuttosto un capogruppo di maggioranza. Dal suo profilo Facebook tuona la consigliera di opposizione Luisa Marro che scrive: “ANNUNCIAZIONE ANNUNCIAZIONE: mozione di sfiducia per il Presidente del consiglio Nicola Laezza. Opposizione compatta!” – poi aggiunge – “Non è colpa nostra se non riescono a convocare un consiglio comunale da 3 mesi”. Difficoltà abbastanza oggettive di questa maggioranza che non riesce a portare in Assise Pubblica argomenti di interesse collettivo e che fanno perdere la pazienza all’opposizione tutta e che porta i consiglieri di minoranza a sfiduciare il Presidente del Consiglio.

Per vederci più chiaro abbiamo contattato la consigliera all’opposizione del Movimento 5 stelle di Casoria Elena Vignati che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Abbiamo sottoscritto emendandola nelle motivazioni la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio, in quanto egli è diventato palesemente il “Capogruppo di maggioranza” piuttosto che un Presidente imparziale dell’assise cittadina. Molti sono stati gli atti che abbiamo contestato al Presidente che non hanno consentito la trasparenza nei processi politici e amministrativi del Consiglio che noi abbiamo richiesto. Per citarne una, non ha dato seguito adottando azioni ostruzionistiche ed omissive, alla nostra istanza di applicare il Tuel in materia di pubblicità delle commissioni consiliari facendo in modo che i lavori delle stesse, non siano conosciute ai cittadini impedendogli inoltre la partecipazione in qualità di liberi spettatori, privilegiando la linea di tenere chiusi alla cittadinanza i luoghi in cui avvengono i processi decisionali. Tutta l’attività del presidente è stata costellata da gravi errori giuridici nell’applicazione delle legge e dei regolamenti, adottando inoltre comportamenti che disturbano sistematicamente gli interventi dei consiglieri di minoranza nell’assise cittadina. Infine non ultimo, il caso più grave compiuto verso il Movimento 5 Stelle è quanto avvenuto successivamente alla presentazione della nostra proposta di regolamento relativa alla Commissione Pari Opportunità. Il Presidente invece di inviare la proposta alla Commissione in sede redigente “Affari Generali” l’ha inviata alla commissione politiche sociali dove è stata affossata, non portandola in consiglio comunale, proponendo invece all’attenzione del consiglio altra proposta sullo stesso argomento proveniente dalla maggioranza. Il diritto del Consigliere di redigere una proposta, presentarla e vederla approvata o bocciata nell’aula consiliare è stato clamorosamente negato. Facciamo appello al senso di responsabilità dei consiglieri di maggioranza, affinché prendendo atto delle gravi mancanze dell’attuale Presidente del consiglio, si assumano la responsabilità di dotare il consiglio comunale di una guida autorevole e imparziale”.

Insomma non le manda a dire la consigliera pentastellata che contestualmente si lega al dito tutte le opere ostruzionistiche fatte dal Presidente del Consiglio nei riguardi del lavoro espletato dalla grillina che nulla chiedeva di così tanto complicato da avallare, la consigliera Vignati pretende, così come da TUEL un po’ di trasparenza in più, come l’apertura al pubblico delle commissioni consiliari che da un lato trasformano la casa comunale in una casa di vetro e da un lato avvicinano la cittadinanza alla vita politica del loro paese, ma questo tutt’oggi è stato negato proprio dal lavoro superficiale e a dire della Vignati, ostruzionistico, del Presidente del Consiglio.

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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