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[EDITORIALE] CAIVANO. Siamo sicuri che le regie occulte rimetteranno le cose al loro posto

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CAIVANO – Non è passata neanche una settimana e il Commissario prefettizio già sta facendo miracoli. Da un post redatto da un agente di Polizia Locale, apparso su Facebook, si legge che i vigili urbani sono tornati a lavoro di Domenica e su questo non avevamo alcun dubbio, poiché se di ammutinamento si è trattato e a meno che il Commissario non abbia tirato nuovi fondi dal cilindro, la cosa non ci deve assolutamente meravigliare.

Eravamo sicuri che gli agenti di Polizia Locale sarebbero tornati al loro lavoro a tempo pieno, così come siamo sicuri che il tutto sarà sistemato nei settori e la polvere sarà riposta di nuovo sotto il tappeto. Peccato però che l’ammutinamento o il boicottaggio che ha visto decadere un sindaco che si era messo in testa di ripristinare trasparenza e legalità all’interno della Casa comunale, sia stato messo in atto da quella regia occulta presente all’interno della macchina burocratica, da quelle stesse persone che il posto al Comune o l’hanno estorto o l’hanno conquistato in maniera clientelare e quindi devono rimanere fedeli e grati a quel sistema che li han visti sereni e tranquilli dal punto di vista professionale ed economico. Allora è normale che quando arriva un sindaco che ti vuole stravolgere la vita, un sindaco che come primo indirizzo ti obbliga a rispettare la legge e a cambiare il sistema, facendo in modo che dipendenti, funzionari e dirigenti dell’ente comunale debbano vivere del solo stipendio, c’è qualcuno “abituato male” o troppo preso dai “vezzi della vita” a cui le scarpe cominciano ad andare strette e fa di tutto affinché i disagi, a volte creati ad hoc, appaiono mancanze e inesperienza del primo cittadino.

La cosa grave è che chi fa parte di questa regia occulta sa benissimo cosa appare in superficie agli occhi dei cittadini ed il suo gioco fa leva proprio su questo, fa leva soprattutto sul fatto che la maggior parte dei cittadini non si occupa della vita pubblica del proprio paese e bada solo alla parte esteriore. Invece i cittadini si dovrebbero preoccupare, così come ha fatto il sindaco Monopoli e la sua giunta tecnica, se il proprio Comune possiede o meno la liquidità idonea per espletare un tale servizio. A tal proposito, noi di Minformo fatte le accurate analisi politiche del caso, non ci meraviglieremo affatto se da qui a poco i dirigenti dei settori Finanziario e Ambiente riusciranno a trovare la copertura finanziaria (su carta ndr) del servizio raccolta rifiuti e indurranno il Commissario prefettizio a firmare quei benedetti contratti. Non ci meraviglieremo affatto se il dirigente del settore finanziario riesce a trovare i soldi (sempre su carta ndr) anche per gli LSU, chiodo fisso dell’ex assessore Corcione che insieme all’ex assessore al bilancio Giovanni Casillo avevano fatto il diavolo a quattro, affinché il Ministero gli concedesse l’autorizzazione all’integrazione salariale che viene sospesa in caso di Comune in dissesto.

La differenza nasce quando a fare o disfare cose per necessità e secondo metodi allineati col diritto amministrativo è un Commissario prefettizio, persona super partes appartenente alle istituzioni che hanno il potere di rilasciare quel tipo di autorizzazioni oppure un sindaco che ha solo il dovere di amministrare un paese secondo la legge e che resta in attesa di autorizzazioni di enti sovracomunali. Questo dovrebbero sapere i cittadini caivanesi, si dovrebbero preoccupare principalmente se alla base di tutto c’è sempre la copertura economica reale, visto che il buco di quaranta milioni ha causato una paralisi senza precedenti. Perché i cittadini devono vigilare sempre. Anche il Commissario prefettizio è un uomo e anch’egli può sbagliare. Ricordiamoci che i lavori di riqualificazione del centro storico furono avviati proprio dal Commissario prefettizio Contarino sotto la “pressione” di alcuni dirigenti, poi sappiamo come sono andate a finire le cose. L’argomento è finito all’attenzione dell’ANAC registrando le dimissioni del Direttore dei Lavori e un risparmio inspiegabile di un milione e ottocentomila euro, solo perché sul centro storico si erano riversate le attenzioni della parte attiva della cittadinanza caivanese.

Fatto questo tipo di analisi, sembra che a Caivano nulla possa cambiare, visto che appena si insedia un sindaco che ha il sogno di cambiare il sistema, il sistema gli si rivolta contro. Allora cosa bisogna fare? Bisogna che la gente, la società civile, la parte onesta del paese si ribelli al sistema, anche perché se i cittadini caivanesi non sapranno imporre la propria volontà in maniera democratica, il “sistema Caivano” finirà col divorare il proprio paese e le proprie risorse. Inanzitutto la gente deve cominciare a conoscere dove si genera e si alimenta il sistema, deve imparare a selezionarne i protagonisti sia tra i politici che tra i dipendenti comunali. Bisogna, innanzitutto, diffidare da quelli che parlano di posti di lavoro. Il lavoro sul territorio si genera in maniera automatica con una buona politica mirata all’incentivazione commerciale e industriale e non perché, ad esempio, un candidato consigliere in accordi con un dirigente tecnico porta le istanze di un costruttore che in affari con associazioni camorristiche tentano di costruire centri commerciali sul territorio barattando così le ennesime colate di cemento con il sogno proibito del “posto fisso”.

Tra poco inizia la campagna elettorale, i cittadini caivanesi, quelli che vogliono il cambiamento devono tenere gli occhi aperti perché la regia occulta “eppur si muove” ancora una volta.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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