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[ESCLUSIVA] Teresa Fusco: “Vi racconto le bugie dei consiglieri di Forza Italia. Ecco la verità”

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CAIVANO – Hanno parlato tutti. Ma in questi mesi di polemiche al vetriolo, accuse e veleni ha fatto rumore il silenzio di Teresa Fusco, avvocato, alla sua prima esperienza politica da consigliere comunale nelle fila di Forza Italia. Adesso la professionista caivanese ha deciso di rompere il silenzio e di comunicare la fatidica verità ai cittadini anche e soprattutto rispetto all’atteggiamento del suo partito e alle versioni fornite dai suoi colleghi azzurri ai cittadini.

Teresa Fusco, da dove vogliamo partire? Le dispiace se partiamo dallo scontro in Forza Italia?

“Nessun problema. Se ho accetto l’invito significa che ho intenzione di ripristinare un minimo di verità”.

E allora come stanno davvero le cose? Forza Italia ha chiesto oppure no dirigenti e assessori al sindaco Monopoli?

“Premetto che sono stata in silenzio fino ad oggi per non ledere l’immagine del partito, del sindaco e della maggioranza ma mi sono sempre fatta sentire durante le riunioni di partito e di coalizione. Purtroppo i miei colleghi consiglieri hanno avanzato delle richieste al sindaco a nome di Forza Italia nonostante sapessero bene che spacciavano rivendicazioni personali a nome di tutti. E mi sono spesso arrabbiata perché ripetevo che non potevano portare al tavolo di maggioranza richieste a nome del gruppo consiliare e del partito che in realtà erano partorite solo da tre consiglieri comunali”.

Domanda diretta: hanno chiesto assessori?

“Si, due assessori e tutte le deleghe tecniche più il Suap. Richiesta tassativa. Tant’è che dal consigliere Marzano fu elaborata una proposta di mediazione che divideva le deleghe tecniche in due assessorati concedendo a Forza Italia la possibilità di scegliere per prima. Mellone e Ponticelli rifiutarono. Pretendevano due assessori e tutte le deleghe tecniche. O questo, o tutti a casa. Il sindaco non ha ceduto al ricatto politico. Ed oggi siamo a casa”.

E cosa si intende quando si parla di ricatto politico?

“Quello che dico è accaduto davanti a tutti e quindi tutti i componenti della maggioranza lo possono confermare. Durante una riunione dove Forza Italia continuava a porre sul tavolo rivendicazioni secondo lo schema “o questo o niente”, ci fu una uscita infelice di quello che doveva essere il commissario di sezione, Mellone. Disse davanti a tutti: “Senza di noi non avete maggioranza, ce ne andiamo a casa”. Faccio l’avvocato di professione. Voi come la chiamereste questa imposizione? Non è un ricatto politico dire “se non ci date questo ce ne andiamo a casa”?”.

E sui dirigenti?

“Il capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli sin dall’inizio del mandato lo ha sempre detto. Non voleva la dottoressa Damiano alle Politiche sociali quasi come se fosse una ossessione. Appena non l’ha spuntata si è rivoltato contro il sindaco organizzando la congiura ai danni di Simone Monopoli. E spesso nelle riunioni di Forza Italia si parlava dei dirigenti e su chi dovevamo premiare o bocciare. Ma, ripeto, al tavolo di maggioranza portavano sempre una linea spacciata come linea del partito ma che in realtà vedeva solo una parte del gruppo consiliare d’accordo. Al punto che durante una delle ultime riunioni, ebbi uno scontro diretto proprio col commissario Mellone perché è assurdo che un commissario di sezione decida con una parte di consiglieri la linea da adottare e dica a chi non è d’accordo:“o ti adegui o puoi pure andare via”. Se questa è la democrazia che sbandierano, penso che sul piano politico con questi soggetti non posso restare un minuto di più”.

Quindi la rottura non è nata sui temi o su atti amministrativi. Giusto?

“Sfido chiunque a dire che durante le riunioni di maggioranza quei consiglieri di Forza Italia abbiano parlato di temi o di atti. Solo assessori davanti a tutti mentre al sindaco singolarmente o in riunioni informali, e Monopoli lo può confermare, avanzavano richieste sui dirigenti. Anche sulla nomina della giunta tecnica hanno detto bugie”.

Ossia?

“La giunta politica fu bocciata da noi consiglieri di Forza Italia e tra i più critici nei confronti degli assessori di Forza Italia, Luigi Falco e Diana Bellastella, c’erano proprio Mellone, Frezza e Ponticelli. Proprio loro pretesero dal sindaco una giunta tecnica, in particolare Frezza: la mise come condizione imprescindibile per partecipare ai lavori politici. Tutti lasciarono carta bianca al sindaco nella scelta dei professionisti da individuare. Fu dettata una sola condizione: nessun nome riconducibile ai consiglieri. E Monopoli è stato ancora una volta un sindaco serio rispettando le indicazioni. Quindi, cosa lamentano? Poi nelle ultime riunioni la giunta politica la volevano tutti ma non era possibile che si faceva come voleva Forza Italia con la minaccia di andare a casa. Questo tipo di politica non mi piace e i diretti interessati lo hanno sempre saputo. Ma potrei raccontare mille aneddoti che smentiscono le fantasiose ricostruzioni di queste ore dei miei ormai ex colleghi azzurri messe in giro per tentare di salvare la faccia di fronte alla città. I fatti sono chiari e a quanto pare i cittadini hanno ben capito cosa è accaduto. Purtroppo determinati soggetti hanno distrutto un partito e distrutto un’amministrazione che ha fatto tanto e tanto voleva fare per Caivano. Soggetti che hanno utilizzato la tecnica dell’inciucio e dell’inganno”.

A chi si riferisce?

“Le faccio un esempio. Oltre il rapporto politico, con la consigliera Cinzia Buonfiglio nacque anche un rapporto di amicizia. Interrotto bruscamente solo perché qualche nostro collega riuscì ad inventarsi il peggio fantasticando su frasi e storie mai dette. Qui il problema non è politico. Ci può esser l’ingenuità di chi cade in queste trappole ma il vero problema resta quello umano e comportamentale di chi vive per disseminare odio e cercare di imporre una supremazia attraverso tradimenti, rancore e ingiurie. Ecco perché con certi soggetti non è possibile nemmeno più condividere un caffè. Non è un problema politico. Ripeto, resta un problema umano e di comportamenti”.

Lei resta in Forza Italia?

“Se Forza Italia è quella vista negli ultimi mesi, dal commissariamento di Mellone ad oggi, è impossibile proseguire questa esperienza perché tutto si può dire tranne che sia stato un partito serio. Alle riunioni non invitavano nemmeno il sindaco e bisognava ratificare semplicemente le loro decisioni. Se non eri d’accordo te ne potevi andare. E te lo ripetevano appena chiedevi di non condividere quelle richieste che potevano pure essere avanzate ma non a nome di tutti visto che in alcuni casi era evidente che non avevano alla base un ragionamento politico. Uscito Monopoli penso non c’è scelta: prendo le distanze da un modo di fare che non ho mai condiviso. Resto al fianco del mio sindaco”.

Si candiderà al consiglio comunale alle prossime elezioni?

“Adesso sto vivendo una gravidanza e penso a mio figlio che deve nascere. La passione per la politica non mi è passata nonostante Forza Italia si sia impegnata tantissimo per dimostrare il contrario. Ma non sono una persona che si ferma al primo ostacolo. La candidatura al Consiglio la deciderò insieme agli amici rimasti fedeli al progetto di governo incarnato dalla leadership del sindaco Simone Monopoli. Il primo passo è ricostruire la coalizione partendo dall’ottimo lavoro fatto e dallo zoccolo duro di progetto e di valori ancora attuali per Caivano. E poi bisogna convincere Monopoli ad accettare la guida della coalizione. Se riusciamo a raggiungere questi obiettivi, sono disponibile a riprovarci sempre e solo per il mio paese”.

Ultima domanda: chi l’ha delusa di più?

“Due persone su tutte: Lorenzo Frezza e Giuseppe Mellone”.

Perché proprio loro?

“Il primo all’inizio ha fatto gruppo con me ma da persona seria non dirò mai le sue confidenze su quelli che poi sono stati i suoi compagni di viaggio, Ponticelli, Buonfiglio e Mellone. Mi ha lasciato senza parole. I fatti però raccontano che lui è stato sempre assente, al sindaco ha sempre detto cose che poi non ha mantenuto ed alla fine l’unica azione seria che ha fatto è stata quella di allearsi con Ponticelli e Mellone per mandare a casa Monopoli, reo di non aver accettato le rivendicazioni del loro gruppo”.

E su Mellone?

“Innanzitutto, da quando ha assunto il ruolo di commissario è diventato un’altra persona. Ha confuso il ruolo di commissario di sezione con chissà quale investitura espressione di un potere inestimabile. Mellone ha sempre accusato il sindaco di non saper ascoltare e di non aver considerato nessuno. Ma lui da commissario di sezione non mi ha mai telefonato e se n’è fregato del mio pensiero portando al tavolo di maggioranza richieste su assessori e dirigenti che non erano nemmeno di mia conoscenza. Parlava a nome mio senza nemmeno interpellarmi. Ma la cosa  che mi ha fatto cadere le braccia è leggere le sue dichiarazioni quando dice che “Forza Italia non voleva assessori”. Una bugia grossa come il mondo tant’è che mi dissero, durante la riunione interna, che se ci concedevano due assessori li dovevano nominare loro. E se io avessi voluto impegnare in giunta una professionalità, il sindaco ce ne doveva dare tre. Numeri al bancolotto. Perché prendono in giro la gente e non hanno nemmeno il coraggio di dire ciò che realmente hanno chiesto?”.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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