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CAIVANO, protocollata la sfiducia al sindaco, qui chi chiede legalità viene messo al bando

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CAIVANO – Se i fratelli Coen si fossero venuti a fare un giro a Caivano forse il loro film l’avrebbero intitolato “Questo non è un paese per gente onesta”.

La politica e i politici caivanesi hanno voluto, ancora, dimostrare di non voler cambiare le cose. I dirigenti che hanno fatto il bello e il cattivo tempo, devono rimanere al proprio posto, gli assessori devono fare quello che dicono i consiglieri che hanno segnalato il loro nome in giunta e che trovano accordi con i dirigenti sugli appalti da distribuire alle solite ditte, quelle che rappresentano l’elettorato degli stessi consiglieri ed è così che va avanti la politica da oltre trent’anni a Caivano, fino al punto da generare un buco nel bilancio di oltre trenta milioni di euro.

Arriva un sindaco che non solo non vuole sobbarcarsi un peso del genere, perché giustamente il buco nel bilancio non è stato creato né da lui, né da predecessori della sua stessa corrente politica, ma addirittura ha cercato e forse ci è riuscito a ripianare il debito in un solo anno e mezzo dal dissesto e questo lo scopriremo verso la metà di Ottobre 2017. Dopo questo che alla base, in un paese dove la politica è basata sulla corruzione e il malaffare, 13 consiglieri, 9 di opposizione e 4 di Maggioranza che fanno? Decidono di sfiduciarlo, ribadendo ancora una volta, che a Caivano la volontà dei consiglieri conta più del bene pubblico.

Il tutto, è bene ricordarlo, è partito da quella famosa riunione di maggioranza dove il consigliere Gaetano Ponticelli chiede al sindaco di sollevare Anna Damiano dall’incarico di Responsabile alle Politiche sociali e che se non l’avesse fatto, gliel’avrebbe fatta pagare cara. A distanza di alcuni mesi, il consigliere Ponticelli ci è riuscito. Costruendosi nell’arco del tempo uno strascico di consensi tra alcuni consiglieri di maggioranza, i cosiddetti “dissidenti”. Sfruttando le loro debolezze di personalismo in alcuni e interessi di alcuni parenti di altri è riuscito a mettere su quella sfiducia atta ad attuare la propria “vendetta” fondata sul “ricatto politico”. Sfruttando anche la stampella del PD – partito che ha causato il dissesto e che ha instaurato il cosiddetto sistema I.GI.CA. a Caivano – Gaetano Ponticelli è riuscito a collezionare le firme che sono servite a depositare oggi in segreteria la sfiducia al sindaco Monopoli, al di là di quanto affermato e scritto dal segretario di “Farsa Italia” Giuseppe Mellone, che per cercare, come sempre fatto, di deviare l’opinione pubblica – visto che il consigliere Frezza, da indiscrezioni raccolte, si trova ancora all’estero – lasciò intendere che le firme sulla sfiducia non c’erano. Mentre il deposito della sfiducia in segreteria di oggi non fa altro che confermare che Minformo – il quotidiano online più popolare della zona nord di Napoli – aveva ragione e che le sue indiscrezioni, come sempre, si sono rivelate veritiere. Il deposito della sfiducia inoltre non fa altro che alzare anche un dubbio amletico: Quando l’ha firmata questa sfiducia il consigliere Frezza?

Insomma, a Caivano, se arriva un sindaco che vuole mettere le cose al posto giusto, ripristinare la legalità e denuncia tutto quello che c’è da denunciare viene messo alla berlina dai suoi stessi consiglieri. A questo punto non si riesce ancora a capire se è strano un sindaco che nutre queste ambizioni, se sono strani i consiglieri che lo sfiduciano o la gente che li continua a votare.

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