CAIVANO – Entrando nei meriti della questione sulla missiva dell’ANAC ricevuta dal sindaco Monopoli, il sottoscritto ha indagato a fondo per fare maggiormente chiarezza e di rendere edotta la cittadinanza tutta della verità sul caso Damiano.
Con questa disamina cerco di evidenziare chi nelle Politiche sociali è portatore di interessi, non sempre in maniera legittima, ed ha trovato nelle scelte di Simone Monopoli un argine insormontabile. Ma restiamo ai fatti, l’ANAC invia un documento al sindaco e al segretario generale di Caivano con il quale intima un provvedimento disciplinare per approfondire una situazione di ipotetico conflitto d’interessi che riguarda la dirigente alle Politiche sociali Anna Damiano. La Dott.ssa Damiano è stata responsabile alle politiche sociali anche sotto la consiliatura Falco e i fatti sollevati dall’Agenzia anticorruzione sono accaduti durante la giunta di centro sinistra guidata proprio dall’ex sindaco Falco. La figlia della Damiano avrebbe avuto dei contratti di consulenza per delle cooperative sociali che hanno lavorato all’interno dell’Ambito 19. La notizia è vera, la figlia della dirigente ha lavorato durante l’amminitrazione di centrosinistra nelle cooperative che lavoravano all’interno del settore delle Politiche sociali. Da quando si è insediato il sindaco Monopoli invece non si sono registrati più casi di conflitti o almeno allo stato attuale non si conoscono casi analoghi interessati dalla magistratura. E di conseguenza è importante che i nostri lettori sappiano che da quando Simone Monopoli è sindaco della città di Caivano, la figlia della Dott.ssa Damiano non espleta più tale servizio né tanto meno è sotto contratto di qualche cooperativa che lavora attualmente nell’Ambito 19. Ben oltre qualsiasi giudizio di legittimità o di legalità il dato politico è che Monopoli in quel settore ha instaurato una netta inversione di tendenza ripristinando un corso chiaro dedito alla legalità e alla trasparenza.
Un altro dato di fatto è che durante la consiliatura Falco, quando si verificavano i fatti denunciati dall’ANAC, lo “scudiero” della Damiano era proprio Gaetano Ponticelli, all’epoca consigliere di maggioranza, principale sponsor della responsabile delle Politiche sociali e non si capisce perché e di che natura è la motivazione della rottura con la Dott.ssa Damiano. Un altro dato che dimostra che il primo cittadino caivanese non c’entra nulla con la questione e che neanche difende la posizione della dirigente è quello che appena l’ANAC ha fatto richiesta, il primo cittadino immediatamente ha avviato il provvedimento disciplinare nei confronti della responsabile alle Politiche sociali. Adesso alla Damiano toccheranno le controdeduzioni che saranno valutate da un organismo terzo all’amministrazione che se troverà delle illegittimità commesse durante quegli anni, l’amministrazione Monopoli chiederà il “conto”, se al contrario si dovesse verificare l’innocenza della Damiano, ritornerà tutto come prima.
Quello che non va è il circo mediatico che si è messo in campo, perché la Damiano non è solo la dirigente delle Politiche sociali, ma con la Damiano, come detto a più riprese da Minformo, c’è in gioco la tenuta della maggioranza. Infatti il settore Politiche sociali è diventato un caso politico ancor prima della lettera dell’ANAC, anche se i dissidenti di Forza Italia non hanno avuto mai il coraggio di dirlo pubblicamente, il sindaco lo ha confidato ai suoi fedelissimi che uno dei motivi di rottura tra il primo cittadino e alcuni dissidenti di Forza Italia satellita intorno alla responsabilità delle Politiche sociali.
In verità il sindaco non è che si è battuto per riportare al proprio posto la Damiano, perché nel processo di rotazione dei dirigenti Anna Damiano era stata rimossa e spedita all’anagrafe e al suo posto il primo cittadino aveva scelto Angelo Peluso. Dopo alcuni mesi quest’ultimo chiese a Monopoli di rimuoverlo da tale incarico perché non voleva più detenere tale in compenso e il cardiologo caivanese, prima di rendersi conto che purtroppo non aveva figure migliori della Damiano, scelse la Dott.ssa Ponticelli. Tanto è vero che altri dirigenti dell’Ambito 19, durante il suo “esilio” all’anagrafe si rivolgevano alla Damiano per consigli tecnici su come predisporre gli atti burocratici, confermando che l’attuale dirigente alle politiche sociali è la migliore risorsa che esprime il Comune di Caivano. Vale poco o tanto non importa, il giudizio Monopoli lo ha dato perché non solo ha denunciato la Damiano ma ha denunciato tutti i dirigenti laddove si riscontravano zone d’ombra negli atti sia nel passato che nel presente quando i dirigenti non rispettavano gli indirizzi dati dalla politica caivanese.
Monopoli ha denunciato anche altri aspetti delle Politiche sociali e a tal riguardo si aspettano altri interventi dell’ANAC e della Procura della Repubblica. Il sindaco si è spinto fino al punto da muoversi materialmente chiedendo un colloquio diretto con un procuratore affinché si verificasse una tempestività maggiore da parte della magistratura, confermando ancora una volta che il primo problema proviene proprio dai settori comunali.
A testimonianza di quanto detto finora c’è il fatto che il vero desiderio di Monopoli, visto che più volte lui stesso ha denunciato l’inefficienza dei dirigenti, è quello di poter assumere dirigenti esterni, ma finora questo non è possibile perché la legge lo vieta per i comuni dissestati. Tanto è vero che sotto questo punto di vista, il primo cittadino sta lavorando alacremente, che interloquendo col Ministero degli Interni, ha già fatto sapere che laddove il bilancio stabilmente riequilibrato fosse approvato, l’amministrazione caivanese chiederebbe immediatamente una deroga affinché gli venisse concessa la possibilità di assumere due dirigenti esterni. Quindi da questo emerge un altro dato di fatto, che Monopoli ha dichiarato “guerra” ai dirigenti e che nei limiti economici addirittura vorrebbe assumere dirigenti esterni, mentre i consiglieri comunali nei confronti dei dirigenti vanno a fasi alterne, a seconda del contesto politico, li osannano o li condannano, in riferimento a delle valutazioni che con l’interesse collettivo non hanno nulla a che vedere.
Quello che non si capisce è perché sedicenti moralisti di Forza Italia sono andati prima a braccetto con la Damiano e adesso chiedono la testa al costo di mandare il sindaco a casa. E poi non si capisce neanche perché, restando nel merito, l’ANAC chiede di approfondire al sindaco, mentre la stampa vicino ai dissidenti già scarica la colpa sul primo cittadino caivanese.
Un altro fenomeno su cui riflettere è che l’ANAC in realtà non ha segnalato solo le “stranezze” della Dott.ssa Damiano ma anche le inefficienze del Dott. Coppola, quelle dell’Ing. Lizzi e quelle di Celiento, eppure i consiglieri dissidenti si focalizzano solo sulla dirigente delle politiche sociali, come mai? E guarda caso, anche Monopoli, da indiscrezioni raccolte da Minformo, asserisce che gli è stato consigliato da politici non caivanesi di sollevare la Damiano dal suo incarico alle Politiche sociali. Perché tutti questi interessi legati al mondo delle Politiche sociali? Allora sempre per amore della trasparenza, i consiglieri dissidenti, oggi hanno l’obbligo di dare delle risposte alla cittadinanza e di conseguenza anche a noi: Come mai la Dott.ssa Damiano veniva difesa sotto la giunta Falco, quando si registravano posizioni lavorative di amici e parenti di consiglieri nelle cooperative sociali e oggi la Dott.ssa Damiano la si vuole fuori dalle responsabilità delle Politiche sociali? Cosa pensano, invece, di quei consiglieri -e non sappiamo se ci siano anche tra i dissidenti- che hanno parenti o amici che lavorano nelle cooperative sociali? Non sappiamo neanche cosa pensano i dissidenti delle graduatorie dei servizi civili, infatti non si sa se anche lì ci sono amici, parenti o conviventi riconducibili a consiglieri comunali.
Insomma, noi la questione morale la rivolgiamo a tutti, politici e funzionari e chi ha sbagliato deve pagare, sosteniamo il sindaco perché ad oggi è l’unico che, carte alla mano, ha denunciato e ha dimostrato di lavorare nel nome della trasparenza e della legalità. Sfido chiunque a trovare un sindaco che sollecita l’ANAC e la Procura affinché faccia luce sulle ombre dei settori. Non riusciamo, invece, a capire perché Forza Italia vede il pelo nell’occhio di una dirigente che in altre epoche è stato difeso e non vede la trave nell’occhio di altri dirigenti ma soprattutto non abbiamo ancora capito se i consiglieri dissidenti, abbiano avuto parenti o amici assunti nelle cooperative sociali come al figlia della Damiano e soprattutto se ritengono che questo tipo di situazione, al di là del giudizio legale, sia condannabile sul piano morale. O la morale i dissidenti la applicano solo a chi considerano nemici?
Il sindaco non c’entra nulla con il caso Damiano, il sindaco è l’unico che ha denunciato. Siamo in attesa di capire cosa hanno denunciato i dissidenti e soprattutto chi hanno denunciato ma principalmente non dimentichino di rispondere alle nostre domande su cosa pensano di quei consiglieri che contano nelle file delle cooperative sociali o servizi civili parenti o amici. In assenza di risposte potremmo sempre pensare che le nostre domande sono potute risultare imbarazzanti.