CAIVANO – Non si arrendono coloro che hanno dichiarato “guerra” al sindaco Simone Monopoli e lo fanno anche col disprezzo della verità e la negazione dell’evidenza. In barba a quello che dichiarano, i quattro dissidenti di Forza Italia coi fatti dimostrano che il loro unico obiettivo non coincide mai con le loro richieste ufficiali ma veniamo ai fatti: Ieri si è svolto l’ennesimo Consiglio Comunale finito a tarallucci e vino. Nella consueta sede del Plesso di via Scotta si è potuto assistere all’ennesima farsa messa su dalla corazzata PD-dissidenti, “alleanza” che man mano va sempre più consolidandosi e la dimostrazione di quanto detto sta nel fatto che, consci della richiesta fatta dal Presidente Del Gaudio di rinviare il settimo punto all’ordine del giorno che trattava la rateizzazione della TARI, il consigliere Antonio Angelino chiede al Presidente di discutere proprio di quel punto, invertendo l’ordine e facendo passare il settimo punto al posto del primo. Un piano già premeditato perché, col senno di poi, si può dire chiaramente che solo all’interno di questa discussione si poteva trovare il pretesto per poter mettere in scena la solita solfa del mancato numero legale.
In disprezzo degli altri ordini del giorno altrettanto importanti, tra i quali quello del bilancio stabilmente riequilibrato, quella della mozione al Presidente e quello delle interrogazioni consiliari, i dissidenti insieme all’opposizione, nonostante tutto è palesemente chiaro già da diversi giorni e nonostante il sindaco, l’assessore Casillo e noi di Minformo a più riprese abbiamo illustrato che la TARI non sarebbe aumentata, hanno voluto parlare e chiarire ancora una volta la questione “Raccolta Rifiuti” e il calcolo dei costi fissi e variabili. Ora si vuole capire tutto, ma davanti all’ignoranza programmata bisogna fare un passo avanti e saltare l’ostacolo, poiché è anche giusto che magari un consigliere non si informa attraverso gli organi di stampa, forse è meno giusto che un consigliere non si munisca dei documenti da lui stesso richiesti ma non è possibile che si venga in Consiglio con il pretesto di chiedere se sotto un documento ci siano una o due firme dei dirigenti. Si rischia poi di fare figure barbine -per usare un eufemismo- come è stata fatta ieri dal consigliere Giuseppe Mellone quando si è dovuto alzare dalla sua postazione per andare a verificare se sul documento (pubblicato già da Minformo ndr) dove si calcolava il costo della raccolta rifiuti redatto dai dirigenti, c’era solo la firma del dirigente Sirico o anche quella del Dirigente Celiento. Assurdo, al di là del fatto che quei documenti erano stati pubblicati proprio da Minformo un’ora prima dell’inizio del Consiglio Comunale, in questo caso è evidente che si cerca il pretesto per alzarsi e far mancare di nuovo il numero legale, in barba al famoso appoggio esterno tanto decantato. Non ci è riuscito Mellone, stesso copione lo ripete Ponticelli, a dire il vero poco si è capito di quello che chiedeva il consigliere dissidente, ma sicuramente sarà stata colpa del pubblico che non riesce a capire i discorsi articolati che fa il forzista, visto che chiedeva insistentemente prima all’assessore di ripetere il conteggio dei costi lì sul posto davanti a tutti e dopo che l’assessore Casillo con molta solerzia gli ha fatto comprendere che la fatturazione della Buttol srl coincide perfettamente con le cifre riportate dai dirigenti, si è appigliato sul fatto che l’assessore non avesse compiuto il suo dovere non rispettando i tempi sulla reperibilità di alcuni documenti richiesti in commissione. Insomma qualcosa bisognava pur trovare per “incazzarsi”.
Entrando nel merito, ciò che chiedeva il consigliere Ponticelli era una delibera di giunta che, onestamente, parlando di bene pubblico è una formalità che poteva essere evitata, visto che la richiesta fatta in commissione non era altro che l’accettazione di tutte le parti in causa, quindi anche da parte della ditta Buttol srl delle cifre riportate nella rendicontazione dei costi fissi e variabili sulla raccolta rifiuti. E certamente non è colpa della giunta se il documento della ditta Buttol srl è arrivato nella giornata di ieri. Inutile dire che la sceneggiata fatta dal consigliere Angelino non è stato altro che l’attestazione che il PD stia facendo da stampella ai dissidenti, la quale sceneggiata ha permesso che si aprissero le “danze” della passerella d’uscita dall’aula in perfetto stile “Maurizio Costanzo Show”.
In poche parole, il problema è sempre lo stesso: il sindaco non si piega alle richieste “scriteriate” dei dissidenti e loro una volta dichiarano che il sindaco non mette a conoscenza delle modifiche fatte al bilancio stabilmente riequilibrato, una volta dichiarano che la documentazione non è reperibile e che i termini per presentare le modifiche al Ministero sono scaduti, una volta dichiarano che la TARI è aumentata, poi se la prendono col Presidente del Consiglio sfiduciandolo e una volta che l’amministrazione ha pronte tutte le smentite del caso, decidono di dichiarare “appoggio esterno” per il bene della collettività, ma guarda caso quest’appoggio esterno non è mai stato messo in atto perché ad ogni Consiglio con qualche futile pretesto, cercano di comunicare al sindaco di non avere i numeri e recarsi al protocollo per le dimissioni.
Evidentemente, un sindaco come Monopoli che ha aperto un uscio da dove pian piano sta entrando la magistratura diventa scomodo su un territorio dove il clientelismo e l’affarismo l’ha sempre fatto da padrone. A Caivano non si è mai visto un sindaco che grazie alla sua propensione alla legalità avesse lavorato affinché la Procura della Repubblica si muovesse per indagare sul passato e le passate amministrazioni, a partire dal motivo per il quale il primo cittadino si è visto costretto a dichiarare dissesto, ovvero quel carrozzone clientelare chiamato I.Gi.Ca. Infatti pare che, da indiscrezioni raccolte in esclusiva Minformo, i carabinieri della tenenza di Caivano, in delega della Procura Regionale della Corte dei Conti, abbiano chiesto tutta la documentazione riguardante l’ex partecipata del Comune compreso i riferimenti anagrafici dei Revisori dei Conti dal 2002 al 2012. Forse anche questo è il motivo per il quale Monopoli deve andare a casa?
Qualche complottista nostro lettore non farebbe fatica a fare due più due, ma noi siamo assolutamente convinti che sul territorio il sistema I.Gi.Ca. è totalmente scomparso e che dietro alle richieste dei dissidenti non ci sia nessuna regia di quel tipo, ma la storia insegna e Monopoli invita proprio i suoi consiglieri che oggi gli danno addosso a non commettere gli errori del passato e non sposare quelle stesse idee che hanno portato Caivano alla rovina. Infatti l’invito che la parte sana di Caivano fa ai consiglieri dissidenti è quello di non continuare ad organizzarsi con lo scopo di contrastare il primo cittadino, da questa battaglia non ci fa una bella figura nessuno. Si vede ad occhio nudo come l’organizzazione dei dissidenti man mano prende le sembianze di una “macchina da guerra”. Sarà una coincidenza sicuramente, ma sembra strano che al Consiglio di ieri era presente l’editore di Napoli Metropoli -una testata giornalistica locale- e consigliere comunale di Afragola Gennaro Giustino che al suo arrivo saluta solo il consigliere Ponticelli, il suo portavoce e un parente della Buonfiglio e dopo alcuni minuti dalla fine del Consiglio comunale, esce un pezzo sul suo giornale online, pieno zeppo di demagogia con argomenti vecchissimi già smontati a più riprese da Minformo. Per non parlare del fatto che all’uscita, fuori dal plesso scolastico, in presenza del sottoscritto, il Giustino domanda al Consigliere Ponticelli: “L’avete rimasto di nuovo da solo?” e il consigliere di rimando: “L’abbiamo rimasto solo con i suoi lecchini”. Che dire non è stato un bello scenario istituzionale, specialmente se queste due battute lasciano intendere tutto e niente ma chi comprende come vanno queste cose può leggere ben oltre queste due singole frasi. Ecco perchè forse alla fine del suo post sulla sua fanpage di Facebook il sindaco Monopoli scrive: “Comunque finirà questa storia #caivanontornaindietro e non saremo mai colonia di interessi che arrivano da altri paesi”. Di quali interessi parla il primo cittadino? Forse nella presenza di Gennaro Giustino non ha visto solo l’interesse di un editore di un giornale, forse il primo cittadino ha visto il Giustino consigliere e forse futuro candidato sindaco di Afragola? E che interessi può mai avere con i quattro dissidenti? Non si può negare che la sua presenza è stata inaspettata visto che non è un assiduo frequentatore dell’Assise caivanese e se il primo cittadino cova qualche dubbio allora è sempre buono tenere questa situazione sotto controllo per fugare qualsiasi dubbio ai nostri lettori.
Ma visto e considerato che siamo al cospetto di un sindaco che a più riprese ha dichiarato di non volersi piegare al ricatto politico, alle strategie e ai tatticismi che portano Caivano di nuovo nell’era delle clientele, visto che porre dubbi sulla TARI e ritardare la rateizzazione, vuol dire anche non portare a termine la gara europea poiché il dirigente Celiento, ascoltate e lette le controdeduzioni della Buttol srl è convinto di far firmare i contratti alla ditta appaltatrice prendendosene anche le responsabilità. Tutto questo ostruzionismo da parte dei dissidenti, vuol dire preferire il regime di proroga alla gara europea, vuol dire chiedere ogni anno insistentemente un PEF che vede lievitare il costo della TARI di anno in anno e non stabilire un costo fisso come da capitolato d’appalto e allora a chi giova tutto questo? Perché si continua a mettere bastoni tra le ruote all’iter burocratico che vede nella legalità il proprio cardine principale, dove anche ieri atti alla mano si è dimostrato che il costo della TARI non è aumentato e addirittura si parla di un abbassamento per l’anno prossimo? Perciò noi crediamo e siamo convinti che se davvero ci troviamo al cospetto di persone intelligenti, per il bene della comunità caivanese, queste divergenze saranno al più presto ripianate.