Fatto sta che il Movimento 5 Stelle, almeno in Campania, perde stelle e lustrini.
La faccenda riguarda l’addetto stampa del gruppo consiliare, Arnaldo Capezzuto, che da 21 mesi ricopriva l’incarico alla regione alle dipendenze del Movimento 5 stelle Campano, il quale il 31 giugno ha preso baracca e burattini ed è andato via, senza sbattere la porta dopo che la Ciarambino lo ha liquidato con una lettera di licenziamento.
“Gentili colleghi, nel ringraziarvi per il supporto e la pazienza dimostrata, vi comunico che dal giorno 30 giugno non ricoprirò più il ruolo di responsabile comunicazione del gruppo consiliare regionale del M5S”
Il problema vero, però, è che il suo contratto avrebbe dovuto scadere il 31 dicembre.
“Nei due anni di attività del consiglio regionale siamo molto cresciuti politicamente e abbiamo bisogno di qualificare e fare crescere la comunicazione politica”. Dice la Ciarambino.
Ma nel caso di Capezzuto, stando alla verità dei fatti, non si potrebbe parlare di licenziamento, almeno stando ai contratti firmati dall’autunno del 2015 in avanti.
Per i primi quindici mesi ha avuto un contratto di consulenza con statino paga e retribuzione mensile a carico del gruppo regionale M5S. Per il 2017 gli viene chiesto di aprire una partita Iva conservando il contratto da consulente. In realtà era a tutti gli effetti un dipendente del gruppo con presenza in ufficio dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 20, mentre nel week end c’era una reperibilità molto spesso utilizzata dai consiglieri come certificato da una lunga serie di comunicati inviati ai media da casa.
Mentre a livello nazionale il Movimento prende Roma e Torino, rispettivamente piazzando la Raggi e la Appendino a Napoli cresce il divario tra Luigi Di Maio, che con la Ciarambino ha la maggioranza nel gruppo regionale, e Roberto Fico.
E le regole che il Movimento si è dato, almeno in Campania, non vengono prese in considerazione in almeno due casi: l’incarico di capo gruppo al consiglio regionale, dovrebbe essere assegnato a rotazione ma in Campania è ad appannaggio della Ciarambino, se si esclude la breve parentesi di Malerba; c’è il divieto di doppio incarico ma Valeria è anche capo gruppo e presidente della commissione Trasparenza, l’unica che De Luca assegna ai 5 Stelle.
La domanda scontata è: Perché il contratto del responsabile della comunicazioni si è interrotto sei mesi prima?
La capo gruppo la spiega in questo modo che sembra poco convincere gli addetti ai lavori:
“Capezzuto ha dato un contributo importante per mettere su e fare crescere l’ufficio stampa. Dopo due anni di presenza nel consiglio regionale sono però cambiate le esigenze della nostra comunicazione. L’anno scorso hanno lasciato il gruppo Laura Pirone e Giampiero De Luca. Oggi abbiamo bisogno di una comunicazione più politica, più partecipata, più smart, più veloce, con una maggiore presenza su radio e tv e una migliore integrazione con i social media. Per scegliere due persone stiamo esaminando i curricula; poi potrebbe anche esserci un bando per altre selezioni. In ogni caso entro fine luglio completeremo l’operazione perché un gruppo come il nostro non può rimanere a lungo senza un ufficio stampa”.
“È una vicenda difficile e complicata ma ha un fortissimo valore simbolico perché per la prima volta proveremo a entrare nella foresta amazzonica degli addetti stampa che con contratti precari lavorano da anni nelle stanze degli assessori e dei consiglieri della Regione Campania”, dice l’avvocato Maurizio Sosti, che difenderà il giornalista per conto dell’ordine.