CARDITO – Ho letto con attenzione le interpretazioni sulla stampa in merito alla verifica politica e amministrativa in atto al Comune di Cardito. Ed ho avvertito la necessità di esprimere la mia opinione in questa “rubrica” ideata “su misura” dalla redazione di “Minformo”, alla quale rinnovo i miei più sinceri complimenti.
Questa volta non sono d’accordo con le interpretazioni emerse a livello locale. E vado immediatamente al sodo. Sono passati due anni di amministrazione, serviti innanzitutto a programmare una serie di interventi irrisolti da decenni. Due anni per programmare una ripartenza necessaria per Cardito e proprio cosa il sindaco Cirillo ha messo in cantiere dimostrerà l’efficienza della sua amministrazione. Il nuovo corso sarà giudicato positivamente da tutti appena i risultati del governo cittadino inizieranno ad essere visibili. E non bisogna attendere la fine del mandato. Il terzo anno di amministrazione sarà determinante. E si restituirà alla storia quella che per me rappresenta una verità indiscutibile: questa consiliatura rappresenta uno spartiacque tra passato e futuro. E appena i cittadini toccheranno con mano risultati concreti rivaluteranno la mia riflessione.
Una posizione oggi sicuramente impopolare in una città sfiduciata da una politica che l’ha trasformata gradualmente, negli anni, in un ghetto dormitorio. Ma so quello che scrivo perché conosco i fatti e so anche che i cittadini sfiduciati hanno difficoltà a recepirli di fronte a un sindaco che non ama la ribalta e continua a pagare un “gap” di comunicazione con gli elettori. Ma i risultati, il suo impegno e i meriti che verranno, non si possono mettere in discussione. E il tempo potrà confermare o smentire queste righe, che resteranno qui, nero su bianco, anche per il futuro.
Detto questo, torno all’attualità: la verifica politica. Perché scrivere che Cirillo esce ridimensionato? Anzi, è esattamente il contrario. Bisogna ascoltare e “pesare” le parole. Cosa aveva detto il primo cittadino sulla verifica? “Me l’hanno chiesta i partiti e non mi tiro indietro”. E lui non si è tirato indietro. Dopo due anni è naturale e fisiologico. Ebbene, com’è finita? Che anche chi ha chiesto la verifica, e se lo ha fatto perché probabilmente riteneva che bisognasse cambiare qualcosa, a cominciare dal proprio rappresentante in giunta, di fronte ai fatti si è reso conto che nei primi due anni di meglio non si poteva fare. E che in giro, almeno in maggioranza in questo momento, non vi sono assessori migliori. Proprio perché è stato programmato tanto ed è giusto che chi ha lavorato sodo si prenda anche i meriti appena gli occhi dei cittadini avranno la loro parte.
Poi, per carità, è evidente che qualcosa si poteva pure cambiare perché soprattutto nel Pd ci sono energie importanti ed esperte in grado di garantire ancora di più un “salto di qualità” al paese. Ma il giudizio dev’essere complessivo. E i partiti di maggioranza, appena hanno aperto la verifica ed analizzato i fatti settore per settore, hanno deciso che si è fatto il massimo. Si deve fare ancora di più, si può fare ancora di più, ma se nessuno ha cambiato, nemmeno chi, come il gruppo di Peppe Barra ha chiesto la verifica, significa che il giudizio sull’amministrazione e sul biennio resta positivo. E nessuno può dire il contrario perché proprio l’epilogo di questa fase delicata ed importante, ha dimostrato cosa pensano i singoli consiglieri comunali e le singole forze che compongono l’alleanza.
Ecco perché il sindaco esce come un gigante, ancora più forte rispetto all’inizio. Immaginate se la verifica politica, ossia alla prova dei fatti, tutti i partiti avessero bocciato i rispettivi assessori ed avrebbero imposto al sindaco una rotazione radicale perché costretti a fare i conti con un fallimento. Come sarebbe uscito il sindaco? In quel caso, con le ossa piegate. Ma chi ha detto che una verifica deve portare per forza ad una rotazione di poltrone? Come se il posto di assessore fosse semplicemente uno stipendio da elargire ad uno dei non eletti per ripagarlo dello sforzo elettorale fatto. Questo valeva per il passato ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le condizioni di Cardito le conoscete e non devo certo spiegarle io a chi ci vive quotidianamente. Quindi, perché voler trovare per forza il pelo nell’uovo di fronte ad una situazione così cristallina e chiara?
Il problema semmai dev’essere di chi, eventualmente, l’ha chiesta per cambiare ed alla fine è stato costretto a desistere perché di fronte a dati certi e riscontrabili, non sono emersi ritardi in grado di giustificare cambiamenti in nessuno degli assessorati. Tutto grasso che cola per il sindaco che, a mio avviso, esce ancora più forte di prima. Non perché lo dica io, ma lo hanno stabilito i partiti di fronte ad una verifica amministrativa a due anni dal voto. E prima ancora lo ha sancito la programmazione messa in campo nei primi due anni di nuovo corso. I risultati saranno toccati con mano nei prossimi 12 mesi. Adesso si accettano pure critiche. Legittime. Poi di sicuro ci rivedremo a cose fatte. E tireremo le somme. Non più con le opinioni. Ma coi fatti alla mano e con i cantieri aperti in tutta la città. Non quelli del cemento. Ma cantieri per riqualificare la città pubblica. Cantieri per riqualificare Cardito.