CARDITO – E’ il giorno dei socialisti. Almeno quelli storici, quelli che si sono sempre rivisti in quegli ideali. La sezione di piazza Garibaldi non ha chiuso. Semplicemente è sparita l’insegna. Il gruppo storico, insomma, quello dei socialisti di Cardito, guidato da Rocco Saviano, ha iniziato già da settimane un nuovo percorso che, dalle indiscrezioni raccolte da “Minformo”, potrebbe sfociare nel nuovo soggetto politico di sinistra, “Articoilo 1”. Il movimento di Massimo D’Alema che tanto piace pure al sindaco di Napoli Luigi De Magistris. La sezione, per il momento, resterà aperta anche perché Saviano ha un gruppo molto attivo sul territorio. Lo spazio che loro hanno lasciato è stato occupato da Luigi Iorio. Si è ripresentato oggi dopo il classico “girotondo” presso i locali del Palazzo Mastrilli. Un po’ di famiglia, qualche truppa cammellata, un raduno dei resti di un’opposizione inconsistente e non abituata nemmeno al confronto. Tutto qui. I “carrarmati” di Mussolini che si spostano da città in città, da manifestazione a manifestazione; sempre gli stessi. Fanno numero. E nemmeno tanto.
Visto che se ne sono andati tutti dal Ps, Iorio si è preso il simbolo ma non potrà mai ereditare né la storia né tentare di imitare Rocco Saviano. Iorio è stato uno dei “figliocci” politici di Saviano. Si è candidato più volte al consiglio comunale sempre bocciato. Mai eletto. Eppure, Saviano, nonostante i mugugni interni, gli ha sempre garantito un posto di assessore. Sia nella maggioranza di Peppe Barra, sia nella maggioranza di Peppe Cirillo. Iorio è stato uno dei protagonisti del “decennio” e pure della “discontinuità” al decennio rappresentata da Cirillo. Nonostante, come detto, non è mai stato eletto. Sempre bocciato dall’elettorato anche quando ha ricoperto incarichi di assessore. Si ripresentava al voto e collezionava la bocciatura. Sempre nella coalizione vincente. Fino alle ultime Amministrative. Da assessore uscente di Cirillo e dei socialisti, Iorio salutò tutti per tentare la scalata. Non è mai stato eletto consigliere comunale e pensò bene di candidarsi a sindaco a capo di una civica sperando di coronare il sogno: non di essere eletto sindaco, ma di raggiungere un posto in consiglio comunale. Nemmeno ce l’ha fatta. Ha tradito politicamente Saviano e Cirillo. Si è candidato a sindaco contro il partito socialista di Cardito e il risultato non è cambiato: non è riuscito nemmeno ad essere eletto consigliere. Una nuova bocciatura e quella poltrona diventa sempre più un miraggio. Ma sotto l’aspetto politico, non resta solo la storia degli assessorati concessi da Saviano a Iorio; non resta solo il “tradimento” alla vigilia delle elezioni di Iorio ai danni di Saviano e di tutto il gruppo; non restano solo le numerose candidature di Iorio sistematicamente bocciate dall’elettorato.
Sul piano politico resta la posizione assunta da chi, come Iorio, è stato uno dei protagonisti di tutte le stagioni politiche fino ad oggi, tranne l’ultimo anno di Cirillo. E non ha fatto il consigliere, col ruolo di indirizzo, ma l’assessore, l’amministratore. Quindi, se a lui non piace Cardito com’è diventato grazie alle amministrazioni dell’ultimo quindicennio, non dovrebbe puntare il dito contro chi ha causato questo sfascio proprio perché lui, in quelle amministrazioni, ha ricoperto cariche importanti e pubblicamente non si ricordano dichiarazioni di dissenso o dimissioni dalla carica. Ecco perché voler addossare agli altri l’attuale situazione id degrado di Cardito è un gioco che non regge soprattutto perché Iorio spesso ha fatto parte del gruppo che l’opposizione al decennio definiva “assessori a tempo indeterminato”; Iorio eppure Pisano. Guarda caso, coloro che oggi vorrebbero far ricadere su altri i fallimenti di quelle amministrazioni che li hanno visti protagonisti in posti e ruoli chiave. Virtù della politica. Ma nessuno poi si lamenti se alle elezioni viene sistematicamente trombato. Le “truppe cammellate” e i “partiti famiglia” fanno ormai parte della politica. Ma l’elettorato è altra cosa. Molto più intelligente di quanto i politicanti possano pensare. Non a caso l’urna fino ad oggi è stata inesorabile. E quello è un verdetto democratico senza appello.
La sezione dei socialisti chiude i battenti. Adesso si aprano le porte dell’ennesimo partito famiglia. Vanno bene le messe in scena e la mobilitazione di familiari e affini. Ma questo resta uno schema destinato a fallire perché non produce idee, non produce consensi. Al massimo può produrre un “escamotage” per tentare di entrare in consiglio comunale. Ma anche in questo caso coi soli consensi della “famiglia” non si arriva lontano.
La risposta carditese al convegno di stasera è stata data dalla poca affluenza che non superava le trenta persone presenti compresi gli addetti ai lavori, insomma alla fine dei conti Cardito conterà un Partito socialista ridotto ad un partito familiare ed un gruppo storico emigrato in Articolo 1, il tutto a discapito di ideali e per colpa dei personalismi.