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Casoria

[VIDEO] CASORIA, il capogruppo dell’opposizione Santillo si sfoga davanti alle nostre telecamere

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“Ho governato a Venezia e non ero nemmeno l’ombra di Cacciari, figuriamoci se posso essere l’ombra di un politico locale”. così si espresse, nella sua prima intervista video rilasciata ad una web-tv, il dott. Santillo.

Il politico locale è un certo Tommaso Casillo, scranno in  regione, vicepresidente del consiglio, ex  Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture del governo Prodi, per tutti il senatore (eletto nel 2006 nelle liste dell’Ulivo) ”. Uno che a Casoria, se vuole, decide pure l’indice di natalità.  Giusto per rincarare la dose aggiunse“Io sono io. Devo cercare di limare il mio carattere troppo autorevole e dare anche spazio ai miei collaboratori”. Molti salutarono queste affermazioni come“politicamente incaute”, altri invocarono l’ umana arroganza: soprattutto quelli che avrebbero dovuto essere i suoi futuri collaboratori .

Nel suo editoriale,il giornalista Vincenzo Russo si chiedeva dove fosse finita l’umiltà: non è consueto vedere un candidato a sindaco espresso ( ob torto collo? ) dal senatore non limitarsi al ruolo di comparsa,di figura subalterna, o addirittura, come nel caso del veterano Giuseppe, mettere subito in chiaro, con la sfrontatezza di un adolescente canuto, su chi poi dovesse comandare, prendendo le distanze dal  quel canovaccio che sembrava già scritto e che racconta la vecchia storiella di burattini e burattinai,  Quelle parole avevano infastidito in tanti, soprattutto gli uomini e donne della sua stessa coalizione ( in particolare chi era stato fatto fuori dai giochi con la scelta “improvvida”) che, subendo la candidatura del veneziano Santillo, si aspettavano un “filosofo pronto a risvegliare le coscienze, a rinnovare il dibattito culturale?”  ( secondo il dottor Russo) o semplicemente l’attore politico che recitasse un ruolo,con deferenza e condiscendenza, aggiungiamo noi? Ma facciamo un passo indietro. Classe di ferro 1951, ex-docente di storia e filosofia, casoriano di nascita,ma veneziano di adozione politica,Giuseppe Santillo è stato il candidato a sindaco della città di Casoria alle ultime amministrative per una coalizione di Centrosinistra -con una stampella a destra-  improntata,ad occhio,sulla composizione politica del governo regionale . La coalizione poteva contare sull’apporto dei Campanilisti ( Campania Libera- pro domo sua), dei buoni Cristiani di Centro ( UDC) ,dei Democratici,dei Riformisti,( i buoni laici di centro ),dei Verdi ( una nota di colore vintage ), dei casoriani buoni per Arpino, quelli per l’Unità ( per tener buoni quelli di Arpino) e persino quelli del buon Risveglio ( chi non ha pensato alle Gocciole … ) . Insomma, tutti buoni per vincere. È sembrava cosa  già fatta al primo turno: 14.807 preferenze ( un sonoro 40,05%) contro le 11.184 preferenze ( un  30% e basta) dell’altra coalizione di centro sinistra-infarcita di ex casilliani e con una protesi a destra- del  principale antagonista, il dott.Fuccio, l’ex presidente del consiglio comunale uscente( in rotta con Casillo e pronto a spiccare il grande salto di qualità). Ci sovviene  quel vecchio scioglilingua: tre tigri contro tre tigri… Tremila voti di scarto sembravano quasi un gap incolmabile,soprattutto se si teneva conto che al ballottaggio,le altre forze che avevano raccolto percentuali importanti al primo turno facevano pendere l’ago della bilancia in favore della coalizione in vantaggio:  i Cinquestelle e Fratelli di Italia avrebbero optato “per il nessuno dei suddetti” (o almeno questo risulta dalle cronache del tempo ) e il Pugliese ( ex capogruppo di forza Italia e fondatore di una lista civica che promuoveva  rinnovamento e rottura con i vecchi schemi ) forniva,all’indomani del primo salutare atto politico ( nel senso di salutare gli elettori a cui aveva raccontato un’altra storia, ma questa è un’altra storia)l’altra stampella , con  il suo corroborante 9,0%. I giochi sembravano fatti: il filosofo indigesto ai suoi, l’ex assessore della giunta Cacciari, il veterano di una sinistra storica e colta,figura di spessore, ma probabilmente inadeguata ai tempi della  selfie-politica, per dato generazionale impreparato alla tribuna dei social e dell’immagine confezionata, impacciato davanti alle telecamere come la Roberts davanti alle escargot ( stronza lumachina… ), si apprestava a spicciare quella che sembrava solo una formalità.

E invece il ribaltone; 4mila voti in meno,addizioni balorde che diventano sottrazioni impietose e svelano divisioni interne -con il resto di niente-performance minime da colonnina del mercurio siberiana, e l’altro che sostanzialmente tiene: quanto basta per un sorpasso all’ultima manciata di voti. A distanza di mesi incontriamo il dott, Santillo, e proviamo a far chiarezza. Vogliamo svelare cosa sia davvero accaduto in quei fatidici giorni che avrebbero trasformato il successo annunciato in una sconfitta senza assise ( non è ancora previsto il terzo grado di giudizio); e non per il formidabile exploit del competitor, ma per una defaillance,  all’apparenza,dilettantesca.

 

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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