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Casoria

CASORIA: Stamattina un’altra morte bianca, qualcosa è andato storto

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Stamane a Via Bari c’è il sindaco, il comandante dei carabinieri, il consigliere comunale, la polizia municipale, operatori impietriti, le urla dei parenti schiantati dal dolore, la calca dei curiosi, il brusio dei giudizi perentori, perché oggi qualcosa è andato storto …

Forse un capogiro, forse un improvviso malore, forse una manovra avventata, forse un piede in fallo, forse  le scarpe, forse la pedana, forse non doveva stare lì, forse è troppo gravoso il lavoro, forse l’organico,  forse la sicurezza sul lavoro, forse solo una fatalità, forse, perché oggi qualcosa è andato storto.

Stefano è uscito come tutte le mattine, forse non ha avuto il tempo di salutare che a casa ancora dormivano, Stefano è andato semplicemente a svolgere il suo  lavoro: Stefano non farà più ritorno a casa … Perché oggi qualcosa è andato storto.

Stefano come Giacomo, 26 anni, schiacciato da un carrello ( 17 settembre ) , Enrico, 37 anni ,travolto da un muletto (18 settembre), Michele ,21 anni, travolto  da un muro ( 18 ottobre), Fabiano, 20 anni, schiacciato da una pressa ( 18 ottobre ) , Enrico, 37 anni ,schiacciato da un carrello elevatore ( 20 ottobre), Martino, 29 anni, caduto da un ponteggio ( 21 ottobre), Nicola, 59 anni, precipitato da un’impalcatura ( 25 ottobre) , Stefano come tanti altri: una morte bianca,l’ennesima vittima di una strage silenziosa che ogni giorno si consuma nella “società civile” in nome del sofferto bisogno, della inderogabile necessità, per le statistiche asettiche solo un numero, un nome per la consueta indignazione di rito, per zelanti burocrati, perché oggi qualcosa è andato storto.

Ci sarà un’indagine: responsabilità da accertare, e forse ammissioni di colpa ,omissioni di comodo, accuse circostanziate e improbabili scusanti, esternazioni pubbliche e confidenze scabrose, pietà e indifferenza, il rimorso di alcuni, l’indecenza di altri, forse,perché oggi qualcosa è andato storto.

Il feretro di Stefano non sarà avvolto nel tricolore, nessuna medaglia al valore: perché Stefano non muore al fronte di una guerra lontana, ma combattendo la sua quotidiana battaglia di operaio, per una vita dignitosa, caduto per difendere la serenità di una famiglia, per garantire un futuro alle sue figlie.

Stefano era il padre, il marito,l’amico, il collega: ora Stefano non è più tra noi, perché oggi qualcosa è andato storto.

È già sera: la pioggia è caduta incessante da un cielo plumbeo, nell’aria c’è ancora l’odore pregnante della morte.  Lungo l’asfalto  ancora le tracce impietose di quel dramma, negli occhi il fendente di un’ immagine atroce. Non sarà mai più lo stesso, perché oggi qualcosa è andato storto…

 

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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