Ed in ogni famiglia che si rispetti c’è chi tiene casa pulita, chi svolge insomma le faccende domestiche. Parte con questo spirito ecumenico l’iniziativa “adotta il tuo spazzino”, storia di un ordinario escamotage per realizzare in via del tutto eccezionale ciò che in realtà dovrebbe appartenere ad una quotidianità scontata … Per intenderci: tenere in ordine una piazza, spazzare i marciapiedi, ripulire le aiuole, svuotare i cestini. Che tu pensi, ogni volta che metti il naso fuori dall’uscio di casa, o ti affacci dal balcone, o spalanchi la finestra, o semplicemente sporgi la testa fuori dal finestrino, se quel bel tappeto di rifiuti non sia altro che un elemento imprescindibile dell’arredo urbano; e poi ti assale l’inquietudine,un senso di solitudine, come quando ti manca un caro, il caro estinto o forse l’operatore distinto, quello ecologico per deontologia, volgarmente definito spazzino: un uomo che riconosci dall’arancio della divisa catarifrangente, dalla ramazza che impugna con ardimento, paletta garbata, sorriso elargito cordialmente. Una figura a cui tutti noi siamo affezionati, come uno di famiglia, la persona della porta acconto, l’amico del bar all’angolo. La proposta è semplice, ingenua, bonaria: si richiede a Casoria Ambiente, la partecipata che si occupa della gestione del rifiuto, in tutte le sue forme e manifestazioni casoriane, ( eccezion fatta per quella umana ) e senza badare a spese, perché un buon servizio ha un prezzo, fosse buono anche solo nelle intenzioni, di comunicare, per ogni operatore, zona di assegnazione e orario di intervento,” compresi gli ordini di servizio per le spazzatrici meccaniche”. Scorrendo il comunicato si scivola dolcemente lungo una china romantica: “Con la suddetta iniziativa intendiamo invitare i cittadini a conoscere gli operatori ecologici e a collaborare con loro, al fine di rendere più efficiente il servizio di spazzamento del Comune di Casoria“. Chi di noi non ha sognato, almeno una volta nella vita, di farsi trovare in strada con la paletta per un gioioso rendez vous con il proprio operatore di fiducia? O magari di darsi appuntamento al bar, dopo un duro lavoro di ramazza? Di scendere in strada con in mano una tisana calda, in quei giorni uggiosi, o l’ombrello nei giorni di pioggia, per tenere al riparo dal meteo avverso quell’eroe popolare, senza macchia e senza cartaccia? Immaginate la scena: “ Pasquale, fammi uno squillo quando sei sotto casa, che metto la macchinetta del caffè sul fuoco” oppure “ Gennà, passa a pagare la bolletta che io ti tengo il secchio …” , “ Totò, siediti nu poco, che continuo io”, “ Vicié, visto che si è fatto tardi,resti a mangiare da noi: ho fatto il ragù con le tracchie…” .
Mettete i nastrini colorati intorno alle loro ramazze, insegnate un canto gioviale ai vostri cucù per salutare l’attesa, fate trillare gli allegri sonagli per annunciarne l’arrivo: ogni giorno sarà un giorno di festa, perché finalmente ogni famiglia avrà il suo spazzino del cuore (come l’amico … speriamo non ci chieda mai: “ Ma tu, me vuo’ bene? “ ) un vero netturbino d’amare. Intanto a Via Capri qualcuno già ci pensa: “ E se adottassimo anche le operatrice dell’amore? “