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Caivano: Consiglio comunale, il leggente non è leggenda

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Il Sindaco leggeva, ieri, al consiglio comunale, la sua difesa scritta da terzi con la penna di un’apparente acume mischiato con un’altrettanta, patetica, retorica da prima repubblica.

Il Sindaco Monopoli (il leggente)

Così abbiamo scoperto che sa anche leggere, ce l’ho ha dimostrato finalmente.

E mentre lui leggeva andava in scena la farsa del dissesto, l’ennesima, giustificata dal fallimento della vecchia gestione, mentre accanto al leggente sedeva un dinosauro caivanese, un certo Lello Del Gaudio presidente del consiglio, lo stesso che era presente nella maggioranza dell’altro medico caivanese, il Falco che non seppe volare oltre la visione piatta e patteggiante con la sua amministrazione.

Lello Del Gaudio (il canuto)

Fossi stato io, anziano e canuto come il Raffaele, sentirmi così offeso dalle parole scritte da un giornalista che niente dovrebbe entrarci con la politica del mio paese, mi sarei alzato, avrei salutato cortesemente il Sindaco e sarei tornato a casa a godermi affetto ed effetti accumulati.

E mentre lui leggeva, i consiglieri dell’opposizione si grattavano il mento cercando di capire come uscire a testa alta dall’inciucio, incapaci anche di confrontarsi sul piano delle strategie che, di solito, sono di quei politici più scaltri. Ma si sa, i giovani hanno bisogno di crescere, lo svecchiamento del PD caivanese è appena cominciato e terminerà quando questi giovani saranno a loro volta da svecchiare.

Angelo Marzano (l’iracondo)

Qualcuna della maggioranza, vista la “mala parata”, si è buttata sui pomodori, quelli san marzano forse, tanto che un altro Marzano si è infervorito al punto da ricevere un applauso ritirato subito dopo, quando il pubblico non pagante è stato classificato come peggio non si poteva, “gentaglia”, la stessa che gli ha permesso di alzare la voce in quell’assemblea di marionette mosse dai fili ben visibili delle poltrone.

Gaetano Ponticelli (Superman)

Fortuna che c’era il buon Ponticelli a riportarlo alla ragione che gli ha ricordato, con una carezza sulla schiena (brividi tutti da provare), che la maggioranza è risicata e resta in piedi grazie al silenzio dei soliti ignoti, che chi cavolo li conosce, che contano quanto il due nella briscola.

Sono andato via, dopo che la “gentaglia” ha deciso di fare altrettanto, contento per aver finalmente conosciuto un sindaco che sa leggere e quella plebaglia rumorosa che mi rende felice di continuare a scrivere sull’unico giornale indipendente che ha il coraggio di pubblicare solo e sempre la verità.

Governare per governare è come sposarsi per convenienza, alla fine le corna sono da copione.

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