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DIARIO DI “VIAGGIO”

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In una delle tante notti dove morfeo tarda ad arrivare,  capita di immedesimarmi in qualcuno, cercando di carpirne i sentimenti, le impressioni, cosa penserei o cosa farei se fossi lui? Ed è proprio in questi viaggi mentali che come Gulliver ho deciso di scrivere il mio diario!

Il mio viaggio parte con una divisa… Cacchio! SONO UN VIGILE!

Bhe, che dire… Di regola come vigile..  avrei moltissimo da fare, ma davvero tanto, troppo!

E’ mattina, mi reco in caserma, indosso la mia divisa e sono pronto per un’altra giornata di lavoro… Ma si! Vado in giro per il paese che sarà mai?… Cosa ci può essere di così terribile nella cittadina?… Sarà un giro, cosi per vedere, cosa potrò mai fare?

Sarei in primis costretto a “combattere” ogni giorno con i venditori abusi di cianfrusaglie che occupano il suolo pubblico senza autorizzazione alcuna,  ne di vendita ne di altro genere, se non quella di una tacita amministrazione che non fa nulla a riguardo, apparte qualche post su Facebook di un paio di consiglieri taggati ad hoc per dire la loro, commenti indignati come giusto che sia (credo!). Ci passo anche oggi di li…MA come? sono sempre presenti? Addirittura con una distesa di mobili che nemmeno IKEA…A questo punto, immagino di chiamare il comando, spinto da uno spirito di legalità, voglio intervenire! Ma la risposta dall’altro lato è: Chi to fa fa? Mi smonto moralmente e vado a prendermi un bel caffè al bar.

Devo girare continuamente per la città (in fondo e’ il mio lavoro) per far rimuovere o segnalare le auto “parcheggiate” sui marciapiedi, dove oramai non marciano più i piedi ma i pneumatici delle macchine. Oddio! Anche un camion fermo sul marciapiede a ridosso di una curva a gomito…(meno male che è solo la mia immaginazione). Non possono mancare i motorini che hanno scelto questa “strada” come una corsia preferenziale.

Sorrido, e penso… Che fervida e comica la mia immaginazione… Sto vedendo i pedoni per strada e le macchine sui marciapiedi. Faccio il vigile in un paese stravagante.

Sono in giro per la città, tra un saluto ed un altro ai cittadini, vedo i pazzi, si! I pazzi, ma non quelli che camminano per strada, magari cercando qualche spicciolo, vedo i pazzi veri! Quelli che sfrecciano come se non esistesse un domani sui “mezzi” rischiando seriamente di buttare sotto qualcuno, quelli che diventano i Valentino Rossi di una generazione malata e non curata! Quelli che vanno anche a 3 impennando e facendo slalom tra le persone.  Nella mia immaginazione del viaggio come vigile, mi blocca un ricordo, una donna investita, una donna morta, (questa non e’ immaginazione, e’ realtà, CAZZO!) Dov’ero io? Dov’erano i miei colleghi? Fuori all’uscita della chiesa, la domenica, perchè non c’eravamo? Ora non ricordo! Ma da vigile penso… E’ un imprevisto? o è prevedibile?…

Si è quasi fatta sera, devo ritirarmi in caserma, passiamo dalla strada principale, vedo le stesse scene, forse mi ero illuso che succedeva qualcosa,  ma non è cambiato nulla. Vorrei sostare un attimo, scendere a vedere che succede. Cacchio! Non c’è un posto… nemmeno davanti ai palazzi con il cartello: Passo Carrabile. Ci sono macchine anche li…La mia attenzione si concentra su una cosa assurda… Ommiodio ma dove sono capitato? Non riesco a capire come sia possibile questa cosa, sotto al cartello del divieto di sosta, una macchina, spinto dallo spirito che avevo quando ho deciso di fare il concorso per diventare vigile, ho deciso lo faccio…segnalo la targa… ! ASPETTAAAA! MI URLA IL COLLEGA : e’ A MACHIN E L’ASSESSORE!… Mi blocco, mi sale il nervosismo che quasi inizio a tremare… Ma è l’assessore… In mente mi risuonano le parole dette stammattina dal comando… : chi to fa fa?!

Scuoto la testa e continuo a non capire come sia possibile e accettato tutto questo dai miei cittadini e dall’amministrazione comunale, perchè non mi è arrivato ancora l’ordine di intervenire? Non capisco! Come tra l’altro, non riesco a capire perchè i signori attempati fuori ai circoli si arrogano il diritto di bloccare i marciapiedi, con le loro comode “sedute da bar”, impedendo completamente il passaggio dei pedoni. Vabbe, sono anziani potrei pensare, si devono svagare… Ma l’occupazione del suolo pubblico, almeno loro la pagano? NO! Allora come mai nessuno dell’amministrazione fa niente? Quindi non pagano il suolo dove in tranquillità potrebbe passare un disabile, un mamma con i figli, un gruppo di amici o chi per esso sia! ASPETTATE, c’è il consigliere con loro… Ahhh allora una cosa la fanno! LO VOTANO e possono restare… Che volponi!

Torno in caserma, mi tolgo il cappello e la giacca, mi metto i miei vestiti e torno a casa!

Se fossi un vigile dovrei lavorare tanto per rendere vivibile la citta’ che mi paga… ma io sto a Caivano, nessuno mi dice nulla e allora penso… Chi mo fa fa?!

*** Logicamente sto solo sognando… Ma non riesco proprio a ricordare quando mi sono addormentato!

GULLIVER!

 

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CAIVANO. Città assediata. La colpa non è di Maurizio Patriciello ma di chi ha concesso la commistione tra i due ruoli prete e politica.

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CAIVANO – Odio dire “ve l’avevo detto!” ma stavolta nessuno può smentirmi. Sin dal 2013, da quando si è cominciato a raccontare menzogne su Caivano e i suoi rifiuti intombati dalle aziende chimiche del nord che ho cominciato a dire, scrivere e urlare che questo tipo di comunicazione, questo tipo di allarmismo ma soprattutto questo tipo di commistione tra i ruoli, tra chi dovrebbe punire e chi dovrebbe accogliere, tra chi ha competenze e chi non ne ha, avrebbe portato sicuramente ad un corto circuito pesante.

Il Corto Circuito a Caivano si è registrato giovedì scorso quando la Prefettura, insieme alla Procura Napoli Nord, ha deciso di cominciare a sgomberare le famiglie occupanti abusive al Parco Verde.

Attenzione. Il corto circuito non è quello dovuto agli sgomberi, che sia chiaro. Prefettura e Procura insieme alle Forze dell’Ordine hanno fatto un lavoro encomiabile. La legge va rispettata, il ruolo delle due istituzioni è quello di far rispettare le leggi e lo stanno eseguendo egregiamente.

Il corto circuito si è avuto all’indomani degli sgomberi. Quando non si è programmati il futuro e chi poteva, in questo caso, colmare quella lacuna poiché rientra nel proprio ruolo, non è stato in grado di poter espletarlo adeguatamente data proprio la sua commistione con le istituzioni laiche.

Parliamoci chiaro. Chi è stato sgomberato appartiene a famiglie con all’interno del loro nucleo persone che hanno scontato una pena di oltre 7 anni passata ingiudicata o che superano il reddito massimo per poter usufruire di residenza pubblica o che sono stati condannati per Associazione mafiosa. Praticamente. Tutte persone già conosciute alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, e guardando i fatti, e leggendo documenti, le azioni di questi giorni, erano già stati messi sotto la lente di ingrandimento degli organi preposti e nessuno può asserire che non fosse arrivato questo tempo in maniera fisiologica e senza alcuna pressione mediatica.

L’errore matornale, abnorme è stato commesso dal Governo centrale e dalla sua propaganda elettorale prima e mediatica poi.

Addirittura neanche il prete Maurizio Patriciello poteva immaginare prima di oggi, cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a raccontare bugie e ad usare il “brand” Parco Verde per gonfiare ancora di più il suo ego e accrescere ancor di più la sua notorietà. E mi spiego.

Premesso che un Governo che si rispetti, in piena continuità amministrativa con quelli che lo hanno preceduto, prima di arrivare ad un’azione repressiva così forte, abbia il dovere di pensare anche a tutelare e a mettere in atto strumenti e mezzi idonei alla reintroduzione nella vita sociale di alcuni elementi ritenuti pericolosi, laddove lo fossero davvero.

E siccome quelle famiglie sono lì da 40 anni, allora ci si domanda: che fretta c’era di fare quest’azione repressiva così in maniera sprovveduta, lasciando 36 famiglie a dormire per strada, senza creare corridoi umanitari, convenzioni con enti di volontariato se non per dare una risposta immediata all’opinione pubblica montata da una stampa feroce e famelica alimentata da personaggi degni del miglior sceneggiatore di serie televisive di crimine?

E mi ridomando: Cosa sarebbe accaduto se Maurizio Patriciello avesse chiamato in privato la Premier Meloni, senza attirare l’attenzione della Stampa Nazionale, e avesse raccontato che all’interno del Bronx – non Parco Verde – ci sono famiglie che già da diversi anni soffrono perché hanno all’interno del loro nucleo minori sfruttati e abusati sessualmente e che questi abusi si consumano periodicamente tra capannone abbandonato alle spalle degli stessi immobili di residenza pubblica, villetta comunale di via Necropoli ed ex campo sportivo “E. Faraone” e non di violenza sessuale avvenuta nel Centro Sportivo Delphinia come raccontato davanti alle telecamere di tutto il mondo?

Sicuramente sarebbe accaduto tutto in maniera diversa. La Premier Meloni, libera da attenzioni e pressioni mediatiche sarebbe stata messa in grado di risolvere un problema di natura sociale e non un’emergenza di violenza giovanile e le differenze sulle soluzioni sono ben diverse perché si sarebbe trattato di lasciar fare il proprio lavoro alla Magistratura – visto che le famiglie avevano già denunciato e c’erano già in atto le indagini – e attuare i mezzi idonei dal punto di vista delle Politiche Sociali per valutare caso per caso i problemi socio-culturali che insistono in tutte le famiglie degli addensamenti di povertà insiti nel Comune gialloverde.

Così come le indagini che riguardavano le ingerenze criminali nel Comune di Caivano. Esse erano già in atto e la Magistratura già stava indagando da tempo come poi dimostrato dai documenti resi pubblici dalla Procura della Repubblica. Quindi anche qui merito dell’unico organo istituzionale indipendente preposto a far rispettare la legge.

Quando si raccontano frottole per attirare l’attenzione dei grandi, si può correre il rischio di diventare potenti, di determinare l’andamento politico, di cominciare a dare risposte politiche sul territorio, creare posti di lavoro per amici e far fittare casa di qualche amica a qualche ente importante che gli assicuri una rendita stabile e duratura, e come diceva Ben Parker lo zio del Peter del film Spiderman: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

Ed è qui che si è avuto il corto circuito, perché chi oggi detiene grande potere a Caivano, l’ha ottenuto, in epoca passata basando le sue lotte su una bugia che ha visto fallire cinque aziende agricole sul territorio, oggi per alcune bugie dette sugli abusi sessuali di due ragazzine ma soprattutto l’ha ottenuto perché durante questi 11 anni è stato in grado di mischiare il proprio ruolo a quello delle istituzioni, ha ingerito la politica, andando a colmare i vuoti lasciati da essa e ponendosi a capo di un popolo senza attestare il proprio consenso attraverso una competizione elettorale democratica.

Il quadro che si registra oggi è figlio di questa commistione. Chiesto aiuto in maniera plateale e roboante in un periodo storico molto allettante per la Premier Giorgia Meloni che si apprestava a preparare la campagna elettorale delle elezioni europee, il governo non ha potuto fare altro che mettere in atto alcune azioni decisive, rapide e inutili dal punto di vista del risanamento del territorio ma utilissime dal punto di vista della propaganda. Ovviamente quali sono i mezzi posseduti storicamente dalla destra nazionale? L’uso della forza e della repressione in stile storico littoriano. Ed è naturale che in un’azione di risanamento, come lo intende la destra, doveva essere fatto tutto in fretta, sempre per dare risposta all’opinione pubblica montata da una certa stampa sensazionalistica. Un risanamento degli immobili del Parco Verde con annessi sgomberi utili al ripristino della legalità. Ed è naturale che in questo scenario, logicamente, il messaggio che sarebbe passato è che tutto questo sia avvenuto grazie al prete Maurizio Patriciello che, quando si è trattato di prendersi i meriti in tutte le reti nazionali era in prima fila ad accrescere il proprio consenso che lo vede in giro per l’Italia a raccontare le bugie dette su Caivano, quando si è presentata, invece, l’occasione da prete, di accogliere con un pasto caldo i propri parrocchiani non l’ha potuto fare proprio perché gli sgomberati, dato il messaggio fuorviante del genitore del risanamento che si è dato attraverso la stampa, lo ritengono proprio la causa dei loro mali e oggi lui è costretto a disattendere il proprio ruolo.

Bisogna sempre tenere conto del rispetto dei ruoli. Bisogna avere la consapevolezza che ogni organo, ogni istutuzione, nella nostra società, gioca un ruolo ben predefinito e secondo il mio modesto avviso la confusione tra essi genera confusione e pericolo di sicurezza in società.

A determinare il ruolo delle istituzioni è sempre un pensiero etico, talvolta dettato dalla filosofia. Per le istituzioni laiche il massimo pensiero filosofico è quello della libertà e quest’ultima non potrebbe non derivare dal rispetto delle leggi. Per le istituzioni religiose, nel nostro caso cattolico-cristiane, la più alta forma filosofica è legata al concetto di carità.

Per Tommaso d’Aquino, riferimento della dottrina filosofica della religione cristiana, la fede non è solo atto intellettuale di assenso alla verità di determinate proposizioni. Tale assenso è infatti dovuto principalmente alla carità, che Tommaso ritiene metta i credenti in condizione di credere fermamente quanto Dio abbia rivelato.

Se l’istituzione religiosa si sostituisce a quella laica, credendo di dover proteggere i diritti degli abusati dimenticandosi degli abusatori, come ha tenuto a ribadire qualcuno, si rischia di fare confusione. Un prete non deve giudicare, non deve dividere, non deve classificare ma soprattutto non deve fare differenze. Per il principio di Tommaso d’Aquino se non si pratica la carità verso gli ultimi c’è il rischio che questi oltre la casa perdino anche la fede.

Da qui l’appello può essere rivolto direttamente alla Curia di Aversa e al Vescovo Mons. Angelo Spinillo, dato che la Chiesa di San Paolo Apostolo è interdetta alle 36 famiglie sgomberate con conseguente rifiuto di dare rifugio agli ultimi in netta controtendenza con la dottrina cristiana e dato l’oggettivo pericolo di incolumità del prete Maurizio Patriciello, perché ritenuto da queste famiglie l’artefice dei loro mali, magari si possa pensare di lasciare la chiesa aperta e di sospendere/trasferire pro tempore il prete anticamorra, risolvendo così due problemi in uno dal punto di vista etico, morale e religioso e un altro dal punto di vista laico, logistico ed economico, dato che è giusto proteggere l’incolumità del prete di periferia aumentando la scorta e i controlli sul territorio ma è pur vero anche che questo stato di cose determina un’ulteriore spesa ai danni dei contribuenti che sono costretti a pagare presidi continui a Caivano con il conseguente rischio di restare scoperti in termini di sicurezza su altri territori.

Io credo che un Governo che si rispetti non deve farsi dettare l’agenda poltiica da preti, nani e ballerine. Io credo che il Governo degli italiani debba affrontare i problemi di natura sociale e criminale allo stessso modo su tutto il territorio nazionale e con una buona dose di mezzi preventivi e provvedimenti lungimiranti.

Perché le azioni messe in atto a Caivano, ripeto per delle bugie dette, non vengono applicate al Corvetto di Milano dopo la guerriglia urbana scaturita all’indomani della morte del giovane Ramy Elgaml o a Torino dopo il corteo degli studenti pro Pal dove alcuni manifestanti hanno  bloccato la circolazione sui binari 1 e 2 della stazione, hanno dato alle fiamme un fantoccio di stracci con il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di LeonardoRoberto Cingolani. Accompagnando con “Maiale al rogo”, il gentile coro dedicato al ministro leghista, con insulti anche al “serpente Meloni”? E innegabile che anche in queste due periferie ci sia un problema sociale di grave importanza. Inoltre, perché i controlli solo al Parco Verde e non anche agli altri rioni IACP, Salicelle, Rione Speranza, 219 di Brusciano e 167 di Scampia, solo per citarne alcuni simili delle nostre zone?

Perché Caivano deve continuare a subire l’onta di una città assediata da furgoni blindati e militari armati che manco a Bagdad si sono mai visti? Quando la gente di Caivano si stuferà di tutto questo e scenderà in piazza a gridare BASTA CONFUSIONE, OGNUNO FACCIA IL PROPRIO DOVERE SECONDO IL PROPRIO RUOLO? Mi auguro con tutto me stesso che qualcuno, molto presto, riesca a stabilire la normalità nella mia bella città.

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CAIVANO. Rimandata l’inaugurazione del Polo Universitario nell’ex ICIF

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CAIVANO – A seguito del blitz di stamattina al Parco Verde, dove sono stati eseguiti 36 sgomberi di famiglie occupanti abusive, la Ministra dell’Università e della Ricerca ha informato gli invitati all’inaugurazione del nuovo polo Universitario che l’evento è stato spostato dal 2 dicembre al 20 dicembre sempre alle ore 11.00.

Evidentemente la Ministra ha ritenuto opportuno non avventurarsi a Caivano con il clima infuocato che c’è e dove le proteste di alcune famiglie – anche se per rispetto della legalità sono state sgomberate – a cui qualcuno, che millantava chissà quali rapporti col Governo centrale e quale potere, aveva promesso di dormire sogni tranquilli poiché questo giorno non sarebbe mai arrivato.

Legittima la scelta della Ministra Bernini di voler allontanare un evento di festa da alcuni eventi di cronaca che presentano uno spessore e una importanza diversa e anche per non confondere gli applausi con le proteste che la Ministra, forse, ha ritenuto probabile che ci fossero. Rimandata quindi di soli diciotto giorni la festa per l’apertura del nuovo Polo Universitario.

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Caivano, nascondeva la cocaina nella suola di una sneaker: arrestato 56enne

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Traffico e spaccio di droga corrono anche sul filo della logistica. Occultare e movimentare gli stupefacenti è sempre più complicato, complici i controlli capillari dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli. Il discorso non si applica solo ai grossi carichi ma anche alle piazze di spaccio sul territorio.

Ne è testimonianza l’arresto dei carabinieri di Caivano, nell’ambito di un presidio strutturato nel centro storico della cittadina a nord di Napoli.
In manette ci è finito Alfonso Natale, 56enne del posto già noto alle forze dell’ordine. Non è stato facile per i militari individuare le dosi, ingegnosi i trucchi per occultarle.
Una parte era nascosta in una lattina, modificata affinché all’esterno non suscitasse sospetti, con un doppio fondo per collocare la cocaina.

Ancora più curioso il vano ricavato in una suola di una sneaker di gomma. Un modo infallibile (o quasi) per trasportare senza rischi le dosi, anche a domicilio.
Nel corso delle perquisizioni, i carabinieri hanno sequestrato 24 dosi di cocaina, una busta della stessa sostanza di 7 grammi e 275 euro in contante ritenuto provento illecito. Natale è stato portato in carcere, in attesa di giudizio. Dovrà rispondere di detenzione di droga a fini di spaccio.

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